C’è un’altra mega-meraviglia del mondo. Il nuovo Canale di Suez è stato appena inaugurato con i fasti propri delle grandi opere. Oltre a ridurre i tempi di percorrenza delle navi, consentirà variegati risparmi agli operatori del settore e stimolerà i traffici commerciali mondiali. La nuova opera è una autostrada del mare che affianca quella esistente (realizzata a metà del XIX secolo e divenuta oramai inadeguata), ma è larga il doppio. Una rinnovata opera faraonica con la firma del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, secondo il quale “il nuovo Canale di Suez è un regalo dell’Egitto al mondo”.
Questi i numeri del progetto faraonico: 72 km resi operativi in 12 mesi; i fondi raccolti per finanziare il progetto ammontano a 8,2 miliardi di dollari; 13,2 miliardi di dollari i profitti attesi entro il 2023; 6 le aziende internazionali coinvolte nei lavori; rispetto alle attuali 49, saranno 97 le navi che ogni giorno potranno transitare nel Canale di Suez bis entro il 2023; dalle attuali 11 ore di attesa massima di oggi per il passaggio delle navi i tempi si riducono a 3 ore; 11, dalle attuali 18, le ore di percorrenza; l’8% del traffico marittimo mondiale che passa dal Canale di Suez; 145 anni sono trascorsi dall’apertura alla navigazione del Canale.
La storia del Canale risale alla notte dei tempi. I primi progetti di una via navigabile che unisse il Mar Rosso al Mediterraneo sembrano risalire addirittura al 1850 a.C., quando il faraone Sesostris III della XII dinastia tentò di costruire una via d’acqua est-ovest che unisse il Nilo con il Mar Rosso a fini commerciali. Ma senza esito. Dopo la metà del XIX secolo l’opera viene finalmente realizzata, grazie a Ferdinand de Lesseps, diplomatico francese che riuscì ad ottenere una concessione da Said Pascià, vicerè d’Egitto, per mettere su la società “Compagnie Universelle du Canal Maritime de Suez”, che costruisse un canale marittimo e che lo gestisse per 99 anni. In poco più di dieci anni, tra il 1858 e il 1869 viene completato il primo moderno Canale di Suez che collegò il Mediterraneo al Mar Rosso evitando ai mercantili di dover circumnavigare l’Africa. Il progetto definitivo fu redatto dall’ingegnere Alberto Negrelli. Il 17 febbraio del 1867 una prima nave lo attraversò, ma solo il 17 novembre del 1869 venne inaugurato alla presenza dell’imperatrice francese Eugenia.
Oggi l’inaugurazione del nuovo tratto, voluto dal nuovo ‘faraone’ d’Egitto, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Presenti decine di capi di Stato e di governo di tutto il mondo e per l’Italia il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Tra gli altri, il premier russo Dmitry Medvedev, il re Abdallah di Giordania, il sovrano del Bahrain, Hamed bin Isa al-Khalifa, l’emiro del Kuwait Sabah al-Ahmad al-Jaber al-Sabah, il presidente yemenita in esilio in Arabia Saudita, Abde Rabbo Mansour Hadi, il vice principe ereditario della monarchia del Golfo, Mohamed bin Salman, dagli Emirati il ministro della Difesa Mohammed bin Zayed e il governatore di Dubai e premier Mohammed bin Rashid. Per gli Usa presente una delegazione del Congresso. Per un ricorso storico, la cerimonia si è svolta a bordo dello yacht El-Mahroussa, costruito nel 1863, che fu il primo ad attraversare il canale nel 1869.
Grazie alla combinazione di tre fattori – diminuzione dei tempi, aumento del numero dei passaggi e nessun limite dimensionale – si prevede un aumento della convenienza di passaggio via Suez anche per alcune rotte dall’Asia verso la costa occidentale degli Stati Uniti che attualmente usano Panama.
Si è stimato un possibile risparmio medio del 4% del totale dei costi operativi per ciascun vettore (a seconda delle rotte e delle distanze) e anche un risparmio unitario di 10.500 euro per ciascuna singola nave/tratta che passa dalla nuova via d’acqua, valore che sale a 24.009 euro per le navi portacontainer. Moltiplicando tali valori per l’insieme delle navi che sono transitate via Suez si è calcolato un ipotetico impatto complessivo pari a 180 milioni di euro di risparmi annui per l’insieme degli operatori che useranno la nuova autostrada marittima. Rispetto all’impatto sulla portualità italiana, sulla base del possibile spostamento della convenienza del passaggio via Suez di alcune rotte, si stima un possibile aumento di circa 170 mila teus (container) aggiuntivi sui porti italiani di transhipment.
La petroliera italiana “Mac Chekow”, da 113 mila tonnellate di carico, è stata la seconda nave che ha attraversato il nuovo Canale di Suez, preceduta solo dalla nave francese “Cna-Tiean”.
di Dario de Marchi
6 Agosto 2015