“I Macchiaioli” portano l’ ‘800 e il ‘900 italiano in mostra a New York

i-macchiaioli-marcopolonews“I Macchiaoli” italiani, il top dell’arte italiana dell’ ‘800 e del ‘900 attraversano l’Atlantico. Si inaugura giovedì 2 ottobre 2014 all’Istituto Italiano di Cultura di New York la mostra che esporrà il genio artistico de ”I Macchiaioli” per una grande rassegna evento del “Made Italy” che vedrà l’esclusiva esposizione di 24 opere da collezioni private dei più importanti artisti della corrente pittorica.

La mostra ”I Macchiaioli” è curata da Marco Bertoli, profondo conoscitore dell’arte e in particolare della pittura dell’Ottocento e del primo Novecento, che dal 2005 è consulente della Casa d’Aste Christie’s di New York, al Rockefeller Center, proprio per la pittura italiana dell’Ottocento.

Come a sottolineato Bertoli, ”La mostra si sviluppa ripercorrendo i temi prediletti da ‘I Macchiaioli’: i ritratti, le scene d’interno e i paesaggi ripresi en plein air”.

Allestita all’Istituto Italiano di Cultura di New York, in un palazzo simbolo dell’italianità all’estero, grazie anche al supporto di importanti sponsor del ‘Made in Italy’, l’esposizione vede tra le presenze più importanti l’opera di Serafino De Tivoli ”Marina con pescatori” del 1858, un dipinto che si pone dal punto di vista cronologico dopo l’esperienza del pittore nella capitale francese, e si caratterizza per l’accentuazione del chiaroscuro pittorico, attraverso il quale il pittore recupera la necessaria solidità e rilievo plastico, abbandonando il disegno e realizzando la costruzione dell’immagine attraverso l’accostamento di macchie di colore.

A questo dipinto segue elegiaca veduta de ”L’Arno alle Cascine”, una delle più famose opere del pittore livornese, realizzata intorno al 1863, in cui il contrasto chiaroscurale è sensibilmente diminuito per aprirsi ad una tavolozza luminosa, schiarita nelle tonalità degli azzurri e dei verdi, selezionata attraverso l’impressione diretta della natura. L’abbandono del disegno e la costruzione dell’immagine pittorica per macchie di colore fortemente chiaroscurate si esprimono in alcuni dipinti esposti tra cui ”Via di Montughi”, di Odoardo Borrani, ”Alberi contro luce” e ”Paesaggio” di Giovanni Fattori, esemplari di un modo assolutamente originale di rendere pittoricamente il variare della luce e delle tonalità cromatiche del paesaggio.

Accanto a questi paesaggi, sono esposti altre due opere significative di Fattori, “Cavallo morello” realizzato dal pittore intorno al 1870 e ”La strada che sale” degli anni compresi fra il 1870 e il 1875.

Un altro filone, quello legato al tema del lavoro femminile, trova la sua giusta espressione nella mostra newyorkese ”I Macchiaioli” in alcuni dipinti esposti quali ”La bambina che cuce” di Telemaco Signorini, realizzato durante uno dei tanti soggiorni del pittore a Riomaggiore, ”La bigherinaia” di Silvestro Lega dipinto nel 1883 e ”La giovane trecciaiola” di Cristiano Banti del 1873. In tali opere i soggetti ritratti nella vita quotidiana osservata dal vero con l’occhio dell’ artista, divengono personaggi anche nella contemporanea letteratura naturalista in Francia e poi verista in Italia. Sebbene questo riferimento non sia sistematicamente teorizzato, è chiaro l’interesse dei pittori Macchiaioli per il lavoro rurale e in particolare per quello femminile.

Il tema della quotidianità si ritrova anche in alcuni ritratti esposti, dove i personaggi ritratti, di diversa estrazione sociale, dalle signore della piccola borghesia alle contadine e alle popolane. Ritratti straordinari per la loro essenzialità e la capacità d’introspezione i due dipinti di profilo di Silvestro Lega, ”Profilo di donna” e ”Nastro rosso”, a cui si possono accostare i due ritratti di Telemaco Signorini, ”Bambino a Riomaggiore” e ”Bapin de Lilela”.

Accanto a questi dipinti che denotano una certa intimità dei pittori con il soggetto, si possono collegare altre due opere esposte, accostabili per un senso di familiarità e confidenza: si tratta della piccola tavoletta de ”La lettura” sempre del Lega e ”Giovane pianista” di Adriano Cecioni, che vedono giovani signore della borghesia intente in attività di diletto personale ed artistico.

Sono queste le linee tematiche sulle quali scorrono i principi guida della rassegna su ‘I macchiaioli’ i quali, estrapolati in brevi frammenti accompagnano le opere esposte, cercando di dare un’immagine, quanto più esaustiva di un movimento artistico così variegato che si pone come il più innovativo e all’avanguardia in campo internazionale e che precede di diversi anni l’Impressionismo.

”La presenza della cultura italiana, e dell’ arte figurativa italiana in particolare, negli Stati Uniti e a New York è talmente vasta da costituire”, ha sottolineato Fabio Troisi, responsabile della promozione culturale all’Istituto Italiano di Cultura a New York, “parte integrante dell’immaginario culturale statunitense nel suo complesso. Ciò è dovuto all’esistenza di migliaia di opere d’ arte italiane nelle maggiori collezioni d’arte dei musei e delle gallerie americane”.

Riferendosi alla mostra curata da Marco Bertoli, l’attache Troisi ha aggiunto: ”La mostra ‘I Macchiaioli’ nasce con l’intento di colmare un vuoto artistico (riferendosi al fatto che l’ultima grande mostra su ‘I Macchiaioli’ negli Stati Uniti è stata quella del 1986 a Los Angeles) e rappresenta il primo passo verso una scoperta e ”ri-scoperta” di un intero periodo storico-artistico”.

30 settembre 2014 

di Dario de Marchi