Le prime vittime, ma involontariamente anche i primi propagatori, dell’Italian Sounding nel mondo, ossia l’acquisto di prodotti contraffatti che nel titolo riprendono distorcendoli i nomi di famosi prodotti italiani, a partire da quelli agro-alimentari, sono proprio gli italiani. Nei negozi sparsi nei cinque continenti, che si fregiano di vendere prodotti dalla gastronomia della Penisola, in realtà si trovano alimenti pseudo italiani.
A partire dal “parmesan”, una brutta contraffatta copia del parmigiano reggiano. A rendere ancora più intrigante il proliferare di questo lampante abuso, che si realizza grazie alla scia del successo che avvolge le produzioni del Bel Paese, c’è però una dannosa semplificazione. Soprattutto negli USA, da Georgetown di Washington fino alla californiana Napa Valley, infatti gli italiani al momento dell’acquisto del formaggio da grattugiare al negoziante di prelibatezze nostrane, anzi pseudo nostrane, chiedono “parmesan”!.
Come riferisce il sito Sol&Agrifood della Fiera di Verona, si trovano in ogni dove, sugli scaffali internazionali. Si tratta delle eccellenze agroalimentari italiane, famose nel mondo, che vengono contraffatte per trarre illeciti profitti. Anche i prodotti Italian sounding si trovano nei supermercati, nei negozi ma sempre più su internet. Basti pensare che la metà degli interventi della Repressione frodi nel contrasto alla contraffazione di marchi protetti riguarda proprio il web.
A dominare la parata dei falsi – Sol&Agrifood della Fiera di Verona – ci sono i formaggi. È infatti il classico “parmesan” ad aver raggiunto il maggior numero di segnalazioni, ben 29, seguito a ruota, però, da un “pecorino siciliano” che di italiano aveva però ben poco. Il terzo gradino del podio spetta all’”aceto balsamico di Modena”, ovviamente fasullo, che ha ottenuto 10 segnalazioni.
Ma quali sono i Paesi dove si vende più spesso, via internet, il made in Italy tarocco? Gli Stati Uniti, certamente, ma anche, a sorpresa, l’Italia. Sono queste le due nazioni che si contendono il primato, segue poi la Germania.
Se però andiamo oltre lo shopping on line, scopriamo che i falsari si trovano soprattutto nel Nord Europa. Sugli scaffali della Grande Distribuzione inglese, secondo le indagini svolte dal Ministero delle politiche agricole italiano nei primi 11 mesi del 2014, troviamo falso olio extra vergine d’oliva toscano e ligure, ma anche pecorino romano e prosciutto San Daniele non originali e garantiti. Falso Parmigiano Reggiano è stato scoperto in Francia, Danimarca, Olanda e Belgio.
E Sol&Agrifood della Fiera di Verona continua ricordando che la palma della fantasia spetta però agli spagnoli che hanno inventato una fantomatica “Mortadela Bolonia”. Anche formaggi non conosciuti in tutte le parti d’Italia come gorgonzola, fontina e asiago sono stati trovati contraffatti in Danimarca, Belgio e persino Lettonia.
di Patrizia Marin
17 Gennaio 2015