14 agosto 2014
Oggi mare, Playa Sisal. A circa un’ora da Mérida
Lascio la spiaggia, un gelato di cocco favoloso a 20 pesos, e mi appresto a rientrare a Mérida. Finalmente dopo due giorni qui, visiterò la città bianca.
Il centro storico di Mérida è uno dei più grandi del Messico. La maggioranza degli edifici che si trovano qui, compresi quelli che si affacciano sulla Plaza Grande, furono costruiti durante il periodo coloniale, tra il XVIII e il XIX secolo.
La Catedral de San Ildefonso è la cattedrale più antica dell’intero continente fu costruita tra il 1561 e il 1598 con le pietre provenienti dalle rovine delle piramidi e dei templi maya. Al suo interno un crocifisso dietro all’altare rappresenta la riconciliazione tra l’essenza maya e quella spagnola della città.
In una piccola cappella alla sinistra dell’altare si trova invece l’opera d’arte religiosa più importante di Mérida, il Cristo de las Ampollas, il Cristo delle Vesciche, una replica della statua originale del Cristo recuperata da una chiesa incendiata nel villaggio di Ichmul. L’originale risale al XVI secolo e fu inciso nel legno di un albero che, colpito da un fulmine, bruciò a lungo senza però ridursi in cenere. Quando la chiesa di Ichmul fu a sua volta devastata da un incendio, sulla figura del Cristo apparvero delle “vesciche”, ma nessun danno grave. La statua fu chiamata il Cristo de las Ampollas e traslata nella cattedrale di Mérida nel 1645.
A sud della Piazza Centrale la famosa Casa de Montejo, costruzione risalente al XVI secolo; in stile plateresco spagnolo, fu l’abitazione della famiglia Montejo. Casa monumentale dalla facciata in pietra elaborata. Il Palacio Municipal ospita i murales dipinti dall’artista yucateco Fernando Castro Pacheco, che rappresentano scene tratte dalla storia della città. Nel palazzo attiguo un centro culturale per mostre e spettacoli.
Il zocalo è pieno di allegri venditori ambulanti che offrono fantastiche marquesitas, tipo crêpe ripiene di formaggio, gustose champolas, una specie di frullato di gelato, acque fruttate e frutta esotica.
È già ora di andare, lascio la piazza e raggiungo Daniele Piccinini e Daniel Quillaci, ed il loro architetto Roque. Mi fanno vedere un cantiere aperto, la futura Casa Italia. Un hotel boutique di 6 junior suite e ristorante che sarà aperto il prossimo settembre. Hanno già le prime prenotazioni e sono visibilmente emozionati e soddisfatti. A pranzo, all’Hacienda Chichí Suarez, mi raccontano la loro avventura messicana.
Amici da tutta la vita, insieme a Cà Foscari al Master sul Turismo, sovente colleghi, si sono sempre ripromessi di aprire un’attività insieme. Sarà l’amore a decidere le loro sorti. Daniele viene in vacanza tre anni fa a Cancun, conosce una ragazza di Merida, si innamorano e dopo un anno decide di trasferirsi qui per lei. Fa tanti lavori diversi, insegna lingue straniere, ristorazione, alberghi, ed inizia a coltivare il sogno di essere imprenditore in proprio.
In questi due anni l’amico Daniel lo viene a trovare spesso e viene sobillato a trasferirsi, a creare insieme quell’attività sempre sognata. Del resto, l’Italia in questo periodo purtroppo non lascia molto spazio ai giovani per intraprendere nuove attività. Sarà comunque l’amore ancora una volta a determinare la scelta definitiva. Daniel viene a Merida a trascorrere il capodanno e giusto il giorno prima di rientrare in Italia conosce una ragazza del nord, che avrebbe lasciato Merida l’indomani per rientrare al proprio paese. Lui chiede a lei di restare a Merida, lei chiede a lui di trasferirsi a Merida. Detto fatto, anche Daniel da maggio risiede a Merida.
Nel mentre il progetto Casa Italia prende forma, un sogno che si compie ed un’avventura tutta ancora da raccontare. A Settembre arriveranno anche il papà dell’uno e la mamma dell’altro per aiutarli. Sarà un successo, ne sono certa (www.casaitaliayucatan.com).
Qualche ora pomeridiana di shopping a Plaza Grand. L’atmosfera è quella del mall americano, quasi non sembra di essere in Messico, eccetto il calore della gente di Merida. Acquisto una scheda telefonica locale, assolutamente indispensabile viste le tariffe italiane. Qualche souvenir, uno smalto ed un rossetto rosso, e poi finalmente una piega.
Stasera serata elegante di Jazz al Rosas & Xocolate. Una deliziosa Band di quattro elementi, due cubani, un argentino ed uno yucateco, davvero molto bravi.
A Rosas & Xocolate l’atmosfera è magica. Carol sceglie un vino rosso messicano strepitoso, Reserva Magna, Casa Pedro Domecq, 2007. Nebbiolo e Petit Chiraz. La cena è al solito superlativa. Oggi la carta dei vini ha anche cinque nuove etichette italiane, sono fiera di me, quasi patriottica.
Carol è padrone di casa affascinante. Mille parole, ricordi, racconti, aneddoti, ed un invito a tornare a Merida, presto. È una di quelle serate che non vorresti finisse mai…
(di Patrizia Marin)