Non capita tutti i giorni di avere a pranzo la First Lady americana. Ma il richiamo del Made in Italy è prevalso a Washington DC in occasione del compleanno di una delle più care amiche di Michelle Obama. Così, nella giornata in cui Eastern Market, a due passi da Capitol Hill e dalla Libreria del Congresso, è pieno di bancarelle e il mercato particolarmente affollato, il negozio e ristorante italiano “Radici” ha dovuto affiggere alla porta una scritta con cui con discrezione avvisava i sempre molti clienti che l’esercizio sarebbe stato chiuso per oltre due ore per “uno speciale evento privato”.
Ossia, ma non era scritto, per venti signore delle Washington che conta per festeggiare il compleanno di una di loro, presente tra le amiche anche Michelle Obama, con un leggero abito color crema che non faceva giustizia di una giornata fredda e ventosa, seppure soleggiata. Segreti i nomi delle convitate e segreto pure il menu secondo le precise indicazioni date dal Secret Service della Casa Bianca, che ha tentato di creare un cordone di discrezione e sicurezza attorno all’edificio tricolore.
Dopo l’arrivo della First Lady nel ristorante italiano, infatti, il passa parola è scattato e subito una grande folla di frequentatori del mercatino si è assiepata all’esterno. Perché in questo enorme Paese la casta non offre spunti di polemiche un tanto al chilo e di improperi, come invece avviene in Italia. Anzi, c’è ammirazione e curiosità per questo particolare establishment che si sente al servizio dei cittadini e li mette al centro della propria missione istituzionale (e non viceversa!).
A fare gli onori di casa e a tenere alto l’apprezzato stile della enogastronomia italiana c’erano la proprietaria Bridget Thibodeau (che parla un ottimo italiano) e il marito Enrico Sasso, di Bassano del Grappa (Vicenza). Il menu è stato tutto improntato al Made in Italy, come i vini, sia bianchi che rossi, della fornita cantina di “Radici”, tutti di piccoli produttori italiani di cui i coniugi si sono fatti selezionatori ed ambasciatori a Washington. Bridget a fatica ha solo ammesso la piena soddisfazione di Obama per il menu e per la colazione e ha citato una sua frase: “Che bello avere dato un nome come ‘Radici’ ad un negozio-ristorante. Ho lasciato le mie radici nella città in cui vivevo per venire qui a Washington e, quindi, apprezzo molto il legame con le proprie radici”.
L’italianissimo “Radici” è ormai divenuto un punto di riferimento importante ed apprezzato ad Eastern Market, quartiere centrale e a ridosso del Campidoglio, molto ben frequentato dai residenti ma anche dai rappresentati delle istituzioni e del molto personale che in esse lavora. Sin dal mattino il ristorante mette a disposizione vari tipi di cornetti e lieviti del più genuino stile italiano, come italiano è il caffè (ovviamente Illy) per una colazione tutta tricolore. Poi, per tutto il giorno, sugli scaffali sono esposti prodotti selezionati dell’enogastronomia Made in Italy. Per pranzo anche le pietanze sono all’insegna della più schietta tradizione italiana.
Quello che va apprezzato, tra i molti pregi di “Radici”, avamposto del meglio dell’Italia, è che è proprio Bridget Thibodeau, grazie anche agli anni trascorsi tra la Toscana e il Veneto, la più strenua ambasciatrice dei prodotti italiani e ha usato e usa tutta la sua abilità per affermarne la conoscenza nella vasta e qualificata comunità di Washington. Tanto che nella zona ha aperto anche un altro ristorante italiano, anzi toscano (“Acqua al 2”) dove i menu sono disegnati dal celebre vignettista Sergio Staino (firma di punta del quotidiano L’Unità). Ma il Made in Italy permea tutta la capitale federale americana come uno degli elementi di punta, dalla ristorazione alla moda, per non dire ormai delle moltissime Fiat 500 che circolano per le ordinate e pulite strade di Washington.
di Dario de Marchi
05 Aprile 2016