15 agosto 2014
Oggi sveglia e colazione all’alba. Mango, ananas e papaya, ed un the hierbabuena.
Attorno a me tutta vegetazione tropicale, splendidi giardini di Art 57 Boutique Hotel, che mi ha ospitato in questi giorni. Calore ed umidità sono più che tropicali, ma io adoro questo clima, sempre dico a mamma che la cicogna mi ha lasciato al posto sbagliato.
Quanti incontri, quante emozioni in questa città, forse meno natura, più genere umano. Il mio primo vero incontro con la gente messicana, o meglio yucateca.
Lascio Merida, lo Yucatan ed anche un pezzettino di cuore, ma con un invito aperto a tornare…
Il volo da Merida a Città del Messico tanti pensieri. Ho la testa tra le nuvole, in tutti i sensi. All’aeroporto mi attendono Josè Louis Hernandez e Juan Carlos, già le fisionomie cambiano rispetto ai messicani Maya e yucatechi.
Destinazione Puebla. Lasciamo Città del Messico, attraversiamo colline e montagne, che raggiungono i 3200 metri. Puebla è situata all’interno di una vallata, a circa 2.200 metri, tra i vulcani, in primis Popocatepetl e l’Iztaccihuatl.
È stata fondata nel 1531, quando gli spagnoli vi si insediarono. Puebla è tuttavia più nota per i fatti accaduti oltre tre secoli più tardi, il 5 maggio 1862. Una dura battaglia contro l’esercito francese che cercò proprio di conquistare Puebla. L’esercito spagnolo, aiutato dalla popolazione locale, fu però in grado di respingere l’attacco, anche grazie ad un grande nubifragio, mi dice Josè Louis. una delle più significative vittorie militari di tutta la storia del Messico. Da qui il famoso 5 de Mayo che si festeggia ovunque, anche negli Stati Uniti.
Puebla rappresenta un importante centro economico, agricolo, commerciale, industriale e turistico del Messico. Le maggiori produzioni afferiscono al settore tessile, la cristalleria, la ceramica e gli azulejos. Puebla è chiamata anche la città degli angeli, ed è Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Nella piazza principale, il zocalo, impera la maestosa cattedrale di San Domenico, con le sue due torri, costruite una trent’anni dopo la consacrazione dell’edificio e l’altra oltre un secolo dopo, considerate le più alte di tutta la repubblica messicana. Tutto attorno palazzi coloniali stupendamente conservati, sembra di tornare indietro nel tempo.
Visito la Biblioteca Palafoxiana, bellissima, con migliaia e migliaia di libri in greco e latino. E poi il Tempio di Santo Domingo di Guzmán, con annessa la Capilla de la Virgen del Rosario, ottava meraviglia del mondo, esempio di architettura barocca e coloniale interamente realizzata in oro da attenti artigiani.
Impressionante, sono davvero senza parole. In mattinata vi è stato celebrato un matrimonio, il Tempio è addobbato di lilium bianchi profumatissimi, l’esperienza è quasi mistica. Si è già fatta l’ora di pranzo, e finalmente a Casa Reyna, mitico hotel boutique del centro, scopro le specialità della rinomata cucina di Puebla.
Inizio con un Mescal, tipo una tequila, con sale e limone di circostanza. Ti apre lo stomaco!
Casa Reyna a dispetto dell’ambiente coloniale ha una pregiata carta delle acque. Mi suggeriscono la Bui, tipo una perrier messicana, molto apprezzata, che proviene dalle acque che si formano dal ghiacciaio del vulcano. La carta dei vini è orientata alla produzione messicana, di pregio.
Non posso sottrarmi al Chile en Nogada, specialità di stagione, popolarissima. In breve un peperone ripieno di frutta e carne, stufato, ricoperto di una salsa di noci e melograno. Uno spettacolo, il mio è il 2637° servito dal ristorante, con tanto di certificato di autenticità. Assaggio poi Chalupa di tre tipi e Mole, una salsa a base di cioccolato, cannella, noci, vari tipi di peperoncino e chili.
Josè Louis e Juan Carlos apprezzano i Gusanos fritti, enormi bruchi, che qui sono prelibatezze. Non mi convincono però ad assaggiarli. Anzi, un pò mi impressionano. Termino con un delizioso gelato di Mamey, frutto tropicale simile forse al sapore del pompelmo rosa.
È una bella giornata di sole, anche se la temperatura è notevolmente più bassa di Merida.
Una lunga passeggiata al mercatino artigianale, dove compro deliziosi abitini di lino alle mie nipotine, il quartiere degli artisti, la strada dei dolci. Una breve visita al Forte di Loreto e Guadalupe, oggi residenza del governatore.
Il sole tramonta, fa fresco, è già tardi, finalmente una doccia ed un pò di riposo. Domani ci aspettano i vulcani, ed intanto io me li godo in lontananza dalla mia stanza, ed ai miei piedi Puebla illuminata.
(di Patrizia Marin)