Quesadillas con fiori di zucca a colazione. E poi via, a zonzo, ad esplorare le vie di Città del Messico, il centro culturale economico e politico del paese, la seconda città più grande al mondo dopo Tokyo.
Qui sembra quasi che basti attraversare la strada per viaggiare nel tempo, passando da un secolo all’altro: misteriosi resti di città preispaniche ritrovati proprio nel cuore della città si mischiano a innumerevoli templi, a deliziose case coloniali costruite in tezontle, una particolare roccia di origine vulcanica, e a cortili circondati da archi e con fontane al centro. Anche se a farla da padrona è la modernità sempre più spiccata, con palazzi avveniristici e quartieri alla moda, come Polanco e La Roma.
Il nostro primo appuntamento è al Museo Nazionale di Antropologia, uno dei più importanti al mondo, con le sue 20 sale inaugurate nel 1964, che costituiscono il più importante del paese. In mezzo al bosco di Chapultepec, all’interno della Città, ho potuto apprezzare le bellezze dell’arte precolombiana delle culture Maya, Azteca, Olmeca, Teotihuacana, Tolteca, Zapoteca e Mixteca, il calendario Atzeco, collezione che fu iniziata a raccogliere nel XVIII a partire da quella di Lorenzo Boturini, anche lui un italiano in Messico. Il suo un viaggio probabilmente meno confortevole del mio, che ho potuto volare direttamente da Roma nella super business class di Alitalia (www.alitalia.com/it_it/).
Un blitz con Giorgio De Camillis, Erika di Los Angeles e Claudia di Alitalia a La Roma per un churro e caffè, e poi la visita alla curiosa Casa de Agua, dove Arturo ci racconta la magia di vendere acqua piovana filtrata ed aromatizzata con hierbabuena (www.casadelagua.com.mx).
A pranzo raggiungiamo Sarina e gli altri oramai amici tour operators all’Hacienda de los Morales (www.haciendadelosmorales.com), ristorante che vede la sua storia iniziare dalla metà del XVI. Nascendo come tenuta di gelsi per l’allevamento dei bachi da seta, ha mantenuto il nome sino ad oggi (in spagnolo Hacienda significa Tenuta), e nei secoli la casa padronale è stata usata come residenza privata da molte famiglie della società messicana. Dal luogo dove grandi pittori come José María Velasco, German Gedovius, Daniel Thomas Egerton e Conrad W. Chapman dipinsero famose vedute di Città del Messico, lo chef Rodrigo Flores ci ha deliziato con la zuppa di tortillas ed altre specialità messicane rivisitate.
Il tempo di rientrare a Camino Real (www.caninoreal.com) attraversando l’Avenida Presidente Mazaryk, la Quinta Strada messicana, per la meritata siesta. Del resto siamo a Città del Messico, e ad una certa ora me cala la palpebra.
Arriva in fretta la sera, indosso un lungo vestito nero, accessori rosso fuoco, e raggiungo la Residenza dell’Ambasciatore d’Italia in Messico, Alessandro Busacca, dove si tiene l’evento organizzato da Alitalia, e con un margarita, obbligatorio in questo angolo di mondo, brindiamo insieme a Cramer Ball di Alitalia ed il Ministro Dario Franceschini questo nuovo collegamento, che unisce il cuore dell’Europa Mediterranea al cuore delle Americhe. Di sicuro una strategia vincente che riposiziona l’Italia in America Latina, come ai tempi di Cristoforo Colombo.
di Patrizia Marin
18 Giugno 2016