Il fascino della Cina e il suo vasto ed appetibile mercato, soprattutto per le aziende italiane, è stato fotografato dalla Fondazione Italia Cina con il rapporto annuale “La Cina nel 2016. Scenari e prospettive per le imprese”, che raccoglie ricerche, analisi di rischio e previsioni nel breve-medio periodo sull’enorme Paese asiatico. Il rapporto è stato elaborato dal CeSIF, il Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina, ed è curato da Alberto Rossi e Filippo Fasulo. Insomma, un utile vademecum per il Made in Italy in quel Paese.
La presentazione è stata fatta a Milano da Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia Cina, insieme a Chiara Fanali, responsabile Area Mercato e Internazionalizzazione di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, Alberto Rossi, responsabile Marketing e Analista CeSIF, Giulio Finzi, segretario generale Netcomm, Enrico Toti, responsabile China Desk Nctm, Stefano Rizzi, country manager Italia Global Blue, Alfredo Cerciello presidente di Nordmeccanica Cina e Massimo Gianolli, presidente La Collina dei Ciliegi. La presentazione è stata sponsorizzata dalla società di consulenza P&P, fondata a Hong Kong.
“Per lavorare con un Paese che vive una fase di transizione così importante, è quanto mai necessario essere in possesso di uno strumento conoscitivo, indispensabile per guidare le operazioni di chi oggi lavora a stretto contatto con la Cina, così come per chi ambisce a farlo”, ha dichiarato Romiti, rilevando che “alle difficoltà negli scambi commerciali corrisponde spesso un vero e proprio deficit culturale riguardo alla Cina, ed è per questo che la Fondazione porta avanti il suo impegno anche sugli aspetti formativi e informativi che riguardano il Paese. E lo dimostra il nostro lavoro nella redazione di questo Rapporto, che negli anni è diventato la più importante guida al mercato cinese per le imprese italiane”.
L’edizione 2016 del Rapporto Annuale è composta da 430 pagine, 309 grafici, 56 tra tabelle e box. La pubblicazione prevede nove sezioni: le prime quattro riportano un’analisi di rischio Paese da un punto di vista politico, macroeconomico e di business environment. La sezione successiva espone le principali implicazioni ed opportunità, anche settoriali, per le imprese estere ed in particolare italiane, ma anche per l’Italia come Paese. Nello specifico sono analizzati nove settori: alimentare, sanitario, retail, lusso, energia, ambiente, chimica, macchinari e automotive, con esempi di riferimento di società italiane in Cina.
Una importante novità è racchiusa nel capitolo sei che racchiude una disamina dell’attrattività delle 31 province cinesi, secondo il ranking elaborato dall’Indicatore di attrattività delle province cinesi per le imprese italiane, China Indicator of Provincial Business Attractiveness (CIBA), sviluppato dalla Fondazione Italia Cina insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Nel settimo capitolo si affrontano i temi legati a regolamentazioni e fiscalità, mentre l’ottavo racconta le opportunità in Italia provenienti dalla Cina: turismo cinese e shopping; investimenti e incoming di studenti. Nell’ultima sezione, l’appendice, vengono infine riportati i dati provinciali, con le previsioni per il prossimo quinquennio 2016-2021.
di Valentino Vilone
13 Maggio 2016