La gastronomia Made in Italy sconfina nei cinque Continenti. Oltre 1300 eventi in 105 paesi sparsi in tutto il mondo, coordinati dalle 295 sedi diplomatiche, consolari e dagli Istituti Italiani di Cultura della rete all’estero della Farnesina sono le cifre significative della prima “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”, che si terrà dal 21 al 27 novembre. Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri, ha annunciato che si tratta di un appuntamento destinato a diventare stabile con cadenza annuale e, quindi, questa sarà solo la prima di una lunga serie di “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”.
L’iniziativa promozionale, ha spiegato Gentiloni presentando l’iniziativa, “porta avanti le tematiche sviluppate dall’Expo 2015 sull’alimentazione e racchiuse nella Carta di Milano che ne era stata espressione. L’evento di apertura si terrà a Washington DC, nella sede dell’ambasciata italiana, e avrà un rappresentante di eccezione: Massimo Bottura, chef e patron dell’”Osteria Francescana” di Modena. “È la prima volta che la diplomazia entra in cucina”, ha detto Gentiloni durante la presentazione dell’evento a Villa Madama, “e che si fa protagonista. La ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’ è stata una grande operazione diplomatica, politica e culturale”.
E che il cibo sia “un grande fatto politico” lo ha ribadito anche Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, che ha sottolineato come l’evento sia “un modo formidabile per fare squadra, perché l’Italia ha bisogno di sentirsi più squadra, di mettere a sistema quelle che già sono straordinarie esperienze individuali. Mai come con Expo Milano 2015 abbiamo capito che il cibo è un fatto politico, che ci consente di ancorare il grande tema della cucina italiana nel mondo alla nostra agricoltura di qualità, ai piccoli produttori. Quando raccontiamo un piatto”, ha aggiunto il ministro, “parliamo di un prodotto, di una azienda, di una persona. E questa è la forza dell’Italia: i nostri piatti sono legati a un preciso modo di essere che è proprio del nostro Paese e di nessun altro”.
La manifestazione prevede oltre 170 conferenze e incontri con gli chef, stellati e non, sulla tradizione culinaria italiana, 98 eventi promozionali con i ristoranti italiani, 151 show cooking, 334 cene degustazione a tema, 32 seminari tecnico-scientifici, 23 concorsi e premiazioni per la cucina italiana di qualità. E ancora proiezioni di film e rappresentazioni teatrali legate al cibo, mostre di design, arte e fotografia legate alla cucina e ovviamente attività di comunicazione.
La maggior parte degli eventi, ben 465, sarà organizzata in Europa, 360 in Asia, continente sul quale la cucina italiana di qualità investe molto, 136 in Nord e Centro America, 176 in Sud America, 142 in Africa e 37 in Oceania.
Tra gli obiettivi, far conoscere le produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane, con particolare riferimento ai prodotti di qualità certificata; valorizzare il saper fare italiano; diffondere i valori unici della Dieta Mediterranea; presentare l’offerta formativa del nostro Paese nel settore enogastronomico; rafforzare la presenza della cucina italiana all’estero anche attraverso le attività di specializzazione dei giovani cuochi e la presentazione dell’offerta della ristorazione italiana di qualità; infine promuovere i “percorsi del gusto” in Italia per i turisti.
Il ministro Gentiloni ha ricordato che “dietro l’italian taste c’è un mondo straordinario, con un valore di 37 miliardi di euro di esportazioni, e un obiettivo al 2020 che punta a quota 50 miliardi di euro. Nel mondo tutti associano l’idea di bellezza e di cultura italiana a quella di cucina e oggi la rete diplomatica italiana si sta mobilitando per sostenere uno dei punti di forza del nostro paese”. Inoltre, ha detto, “molte iniziative e soprattutto le 350 cene organizzate nell’ambito della manifestazione saranno dedicate non solo alla amatriciana e ad Amatrice, ma a tutti i borghi italiani colpiti dal sisma. E questa ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’ diventerà, nel corso degli anni, uno dei grandi eventi promossi dal Governo italiano nel mondo”.
Da parte sua Ivan Scalfarotto, sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, ha definito quello del Governo con aziende e associazioni un “grande lavoro di squadra”, spiegando che “la ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’ come quella del design non servono solo per promuovere quel pezzetto di economia, ma tutto il sistema: chi compra italiano compra l’Italia”.
La chef stellata Cristina Bowerman, presidente dell’Associazione Ambasciatori del Gusto, ha ribadito che un “cuoco ha la responsabilità sociale di raccontare un territorio, i nostri artigiani, i nostri prodotti, di fare in modo che la cucina italiana riconquisti la posizione di predominio che le spetta nel mondo”.
Media partner dell’iniziativa la Rai che ha realizzato un video istituzionale in occasione dell’evento e che, come ha rilevato Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale dell’azienda radiotelevisiva pubblica, “da sempre lavora sulla relazione tra la cucina e il suo retroterra, raccontando tutte le cose che stanno dietro e insieme al cibo di qualità”. Tra i partner dell’evento pure Gambero Rosso, il cui presidente Paolo Cuccia ha sostenuto che “vedere intorno a un tavolo istituzioni, associazioni e aziende è una cosa incoraggiante in un Paese che finalmente ha perso la cattiva abitudine di chiudersi nei propri confini”.
La Federazione Italiana dell’Industria alimentare-Federalimentare, assieme alle sue associazioni Aidepi, Assica/IVSI, Assitol, Assolatte e Federvini, ha aderito alla “Settimana di Cucina Italiana nel Mondo”. Saranno 4 le iniziative targate dell’associazione, di cui tre realizzate in sinergia con Assocamerestero e una prodotta nell’ambito del progetto MISE di Promozione delle Certificazioni Bio, Kosher e Halal, in partnership con Fiere di Parma. “Sono iniziative che aiutano la penetrazione dei nostri prodotti, delle nostre eccellenze, nei mercati stranieri e che attraverso la conoscenza e la diffusione del vero Made in Italy scoraggiano fenomeni come l’Italian Sounding”, ha sottolineato Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, rilevando che “mai comeoggi il mondo vuole food e beverage italiano. In termini di export le previsioni parlano di quasi 30 miliardi per il 2016. Non è un caso che l’incremento delle esportazioni dell’industria alimentare italiana sia più del doppio di quello dell’export totale del Paese. E il canale della ristorazione, ancora di più di quello del retail, è quello in cui stiamo sbaragliando ogni concorrente, dai francesi agli spagnoli”, ha concluso Scordamaglia.
Alla presentazione ufficiale della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” nel parterre c’erano molti chef, ristoratori e pizzaioli di eccellenza, tra cui Franco Pepe, Enzo Coccia, Mauro Serva, Antonello Colonna, Cristina Bowerman.
di Dario de Marchi
29 Ottobre 2016