Se Hong Kong guarda al futuro tra Asia Pacifico e Grande Cina, che comprende Hong Kong, Macao e Taiwan, il vino italiano guarda con interesse a tutto questo enorme scacchiere geografico, un immenso mercato tutto da esplorare e valorizzare. Sono due le strade che l’ex colonia inglese percorrerà da ora in avanti. Che Hong Kong stia facendo sul serio lo ha detto anche John Tsang, ministro delle Finanze, in occasione dell’ottava edizione dell'”Hong Kong International Wine & Spirits Fair”, dove il Vinitaly rappresenta l’Italia enoica con 135 cantine, 800 etichette e 13 masterclass, tra cui 5 della Vinitaly International Academy, guidata da Ian D’Agata.
Il ministro Tsang ha annunciato ufficialmente l’avvio dell’instant clearance, un provvedimento che permette ai distributori di Hong Kong di sdoganare il vino in Cina interna in meno tempo rispetto a quanto accade ora. Tre giorni lavorativi per chi è già distribuito in Cina e meno di sette per chi non è ancora rappresentato nel Paese del Dragone. Cinque sono i porti toccati da questo provvedimento: Guangzhou, Shenzhen, Pechino, Shanghai e Tianjin.
“Quest’ anno è la nostra sesta edizione qui con ‘HKTDC’ e forse questa è la prima volta che vediamo in modo concreto il desiderio del governo di Hong Kong di facilitare il movimento del vino da Hong Kong alla Cina“, ha detto Stevie Kim, managing director di Vinitaly International.
Hong Kong rimane insomma un mercato strategico per le aziende vitivinicole italiane, per due motivi: da un lato, agisce come corsia preferenziale per i nostri produttori che esportano nella Cina continentale. Dall’altro, dato l’elevato potenziale di crescita interna, rappresenta uno sbocco importante per le etichette italiane.
Le importazioni di vino a Hong Kong hanno registrato, lo scorso anno, una crescita del 5,1%, con un valore complessivo di 984 milioni di euro (fonte: HKTDC, febbraio 2015).
C’è bisogno di maggiore unità e di formare una massa critica di rilievo. In questa direzione le dichiarazioni del console generale italiano a Hong Kong, Antonello De Riu, presente al taglio del nastro di Vinitaly a Hong Kong. “Dobbiamo trarre insegnamento serenamente dai nostri principali competitor europei per presentarci in maniera univoca e soprattutto fare massa critica”, ha infatti detto De Riu, “Rivolgo un appello ai nostri produttori: capisco chiaramente che il vino italiano è un gioiello, forse uno scrigno dei tesori segreti e ce ne sono tantissimi. Ma per venire in realtà come la Cina, Hong Kong e il Sud Est Asiatico bisogna farsi riconoscere e presentarsi in maniera unitaria. Altrimenti è difficile andare avanti”, ha ammonito il nostro rappresentante diplomatico
di Eleonora Albertoni
8 Novembre 2015