7 agosto 2014
Ancora non ho smaltito il fuso orario, e già Jessica, deliziosa messicanina, si appropria di me. Sarò nelle sue mani per tre giorni alla scoperta della Riviera Maya.
Il programma pianificato per me da Fideiomiso de Promotión Turistica di Cozumel e Riviera Maya, pur intensissimo, mi darà giusto un’idea di questo straordinario luogo magico.
Non è un caso che proprio qui si sia stabilita ed abbia prosperato una delle culture più sofisticate della storia dell’umanità. I Maya furono incredibili osservatori degli astri e dei cicli della terra, architetti di primo rango, matematici ed artisti allo stesso tempo, ma è sempre la natura a determinare le condizioni perché questo avvenga.
E dunque dall’esplorazione della rigogliosa e prepotente natura locale che inizia la mia avventura Maya, il battesimo del fuoco, o meglio dell’acqua, in notturna.
Arrivo ad Xplor al calar del sole e subito mi imbatto in un’iguana, quasi a ricordarmi forme di vita primordiale che qui hanno abitato. Xplor è un parco geniale, dove si vive la natura sulla propria pelle. Avventura, adrenalina, emozioni mozzafiato, non ci si fa mancare nulla.
Lucy attende me e Jessica, ormai il sole è calato, e vedo girovagare ovunque adulti e bambini con elmetto in testa, salvagente, imbragature, torce. Lucy ci avverte subito che passeremo almeno quattro ore a zonzo in questa giungla, e faremo molto esercizio fisico. Non sono esattamente allenata, e neppure eroica. Un po rimpiango l’amaca ed un buon libro al tramonto, ma stasera mi tocca sgambettare.
Xplor viene da lontano, si deve l’origine all’impatto di un asteroide 65 milioni di anni fa contro la penisola dello Yucatán, che provocò l’estinzione dei dinosauri. La conca formata dall’enorme cratere iniziò a riempirsi d’acqua, formando enormi caverne sotterranee, los cenotes, dove ora stalattiti e stalagmiti la fanno da padrone. Avevo visto un documentario giusto prima di partire e mai avevo immaginato che li avrei esplorati in notturna.
Una nuotata fresca in queste caverne illuminate appropriatamente a ricordare il centro della terra, dove tutto ha origine e fine. Nuoto lentamente, quasi al buio, il silenzio interrotto dai pipistrelli che or ora si sono svegliati, e ci fanno compagnia. Che emozioni, vorrei nuotare per ore, ma ci attende la canoa, per esplorare altri canali sotterranei. Apprendo non senza qualche difficoltà a remare con le mani, e lo sforzo è notevole, sudo, fatico, mi sento viva, e per nulla stanca, anzi.
Abbandoniamo l’elemento acqua e ci avventuriamo in aria. Lanciarsi di notte da altissime torri, di media 30 metri, leggermente imbragati, mi chiedo il perché, ma non c’è tempo per la risposta. Non senza timore, mi lancio dalla prima torre, nel vuoto, nel buio, sopra la selva, e la paura iniziale si trasforma in adrenalina allo stato puro, quasi euforia, onnipotenza.
Sto volando, nella notte, un quarto di luna mi fa sentire meno sola nell’universo e mi lascia intuire la selva sottostante. Saranno otto le tiroles, ed ognuna mi regalerà un’avventura indimenticabile. Dulcis in fundo planiamo nell’acqua cristallina dei cenotes. Neppure il tempo si asciugarsi, e subito elemento terra, in carovana, su mezzi anfibi lungo un percorso di cinque chilometri che attraversano sentieri selvatici, grotte e caverne, sfidando più volte il livello dell’acqua e sorprendendoci negli scorci brevemente illuminati con antichissime formazioni rocciose.
Ormai è pura adrenalina, sono stremata e piena di energia allo stesso tempo. Un immersione nella natura che non ricordavo da tempo, e luoghi di una magia senza tempo. Questi Maya la sapevano lunga, da sempre. Stanche e felici, Jessica, Lucy ed io ci avventuriamo verso l’elemento fuoco, stavolta nulla di romantico, la griglia del ristorante che ci attende per una cenetta ristoratrice, in perfetto stile messicano. Meglio di così?
(di Patrizia Marin)