Oggi, al risveglio, i due mitici vulcani, Popocatépetl e Iztaccíhuatl mi danno il buongiorno, entrambi sono innevati in cima, ed uno dei due è fumante.
La mitologia azteca narra di Popocatépetl, giovane guerriero, innamorato di Iztaccíhuatl. Il padre di lei lo mandò in guerra, ad Oaxaca, promettendogli sua figlia in sposa al suo ritorno, poiché pensava non sarebbe mai tornato. A Iztaccíhuatl venne detto che Popocatepetl era stato ucciso, e lei morì dal dolore. Quando Popocatépetl ritornò scoprì di averla perduta, e morì di dolore a sua volta. Gli dèi li coprirono di una pioggia di stelle e li trasformarono in vulcani.
La montagna Iztaccíhuatl venne chiamata “La donna addormentata” perché ha le sembianze di una donna sdraiata sulla schiena. Lui divenne il vulcano Popocatépetl, che faceva piovere fuoco sulla Terra con furia per la rabbia di aver perduto la donna amata.
È già ora di uscire, ben due Pueblo Magico mi attendono. Un riconoscimento governativo a coloro che abitano bellissimi luoghi della geografia messicana e sono riusciti preservarne tutte le ricchezze culturali e storiche.
Gli obiettivi del programma Pueblo Magico evidenziano il valore turistico della località all’interno del paese, richiedono di strutturare un’offerta turistica innovativa e originale, che affronta una domanda emergente di cultura, tradizioni, avventura e sport estremi in ambienti naturali, o semplice, ma unica vita rurale di tutti i giorni.
Passiamo al zocalo a prendere Sara ed Emma, due simpatiche studentesse inglesi, oggi mie compagne d’avventura.
La nostra prima tappa Pueblo Magico Zacatlán, dal 2011 fa parte del Programma Federale Pueblo Magico. Iviana, la nostra guida locale, ci fa visitare un ex convento francescano, la cui costruzione è iniziata nel 1562, un gioiello architettonico coloniale. Un edificio costruito interamente in pietra, il tetto a capanna e travi in legno ne completano la maestosità di esso. Poi la parrocchia di San Pietro costruita alla fine del Seicento e l’inizio del XVIII secolo, è di stile barocco indigeno o Tequitqui (1670-1740) sobrio.
Nella piazza principale campeggia un orologio floreale, un diametro di 5 metri, ed una caratteristica unica nel suo genere: ha nove canzoni per ravvivare l’ambiente di tutti i giorni, ed alterna canzoni durante diverse stagioni dell’anno.
Non manchiamo l’appuntamento con il “Clocks Centenario”, la prima fabbrica di orologi in America Latina, tuttora in attività, e l’attiguo museo.
Il tempo di uno spuntino, un pan y queso rosa alla panederia e di bere il sidro locale, specialità di Zacatlán, bevanda a basso tasso alcolico a base di succo di mela fermentato. Del resto siamo in piena festa della mela. È la festa locale più importante di questo Pueblo Magico, si celebra per una settimana e deve includere il 15 agosto di ogni anno, il giorno della benedizione della mela in una Messa in onore dell’Immacolata Concezione, patrona di produttori di frutta, ringraziandolo per la produzione annuale.
Questa celebrazione viene istituita nel 1941 e la prima regina della mela sarà María del Pilar “Quicu”. Oggi una splendida fanciulla bruna, vestita d’argento, ed adornata da mele, è la sua ultima successora. Non ci facciamo mancare nulla, neppure la processione dell’Immacolata Concezione, solenne tripudio di gente, vestita a festa.
A chiudere in bellezza sulla piazza un concerto di mariachi e Oscar Cruz, cittadino di Zacatlán doc, ed una delle voci più apprezzate del Messico.
Sono già le 15, e siamo affamate. Raggiungiamo il vicino Pueblo Magico Chignahuapan, dove Margarita, Cristina e Bernardo ci raggiungono a pranzo, al Rincon Messicano. Specialità locali, un’allegra tavolata, un chitarrista suona e canta melodie da innamorati. Io oggi mi avventuro sul queso fundido con champignon, pregustandomi la siesta.
Ed invece il fuori programma. Un pò di sana adrenalina alla cascata Quetzalapa, un tempo utilizzata per generare energia elettrica, oggi è un luogo per avventurose escursioni. Si può camminare fino alla cascata attraverso passaggi situati all’interno di una fitta vegetazione, ben 365 gradini per raggiungere la cima della cascata. Io, Sara ed Emma, imbragatissime, ci lanciamo da una tirolese sospesa sulla cascata ed un canyon di oltre 200 metri. Non paghe, attraversiamo un ponte tibetano praticamente nel vuoto.
Stremate, adrenaliniche, e divertite, andiamo alla scoperta di questo Pueblo Magico, Chignahuapan. In primis la visita alla Cappella della Immacolata Concezione, dove svetta un’impressionante, bellissima madonna, alta 12 metri. E poi al zocalo uno straordinario kiosko, un tempo fontana da bere, ed un incredibile morale che rappresenta simbolicamente tutte le tradizioni di Chignahuapan.
E poi la magia, l’industria più importante di questo Pueblo Magico è la produzione di palle di Natale, realizzate tutte manualmente in vetro soffiato. In Chignahuapan vi sono oltre 200 laboratori locali, ed ogni anno sono prodotti oltre 70 milioni di pezzi, distribuiti per la maggior parte degli stati del Messico, ma anche in USA, Sud America, Europa, ed in particolare in Vaticano. È proprio un Pueblo Magico.
A fine giornata la splendida laguna che attraversa tutta Chignahuapan, che sorge da nove diversi sorgenti sotterranee, da dove prendono vita anche le leggende locali.
È ormai tarda sera, e felici rientriamo a Puebla, di notte ancora più bella.
Mi addormento esausta pensando alla magia di questi Pueblo Magico…