Il mercato del design nel 2014 ha raggiunto quota 90 miliardi di euro, ma arriva a 360 miliardi mettendo in conto tutti i prodotti per la casa senza marchio. Il segmento del Core Design, ossia del design di alto di gamma, vale circa 29 miliardi di euro e quello dell’altissima gamma i 18 miliardi. I tassi di crescita del settore design sono abbastanza contenuti. Nel Core Design il comparto ha messo a punto una crescita del 2% nel periodo 2009-2014 e dovrebbe crescere del 3% circa fino al 2017.
Questa la previsione di Bain&Company diffusa durante L’Altagamma Bain Design Market Monitor 2015, promosso da Fondazione Altagamma.
“Il settore del design di alta gamma, nonostante abbia circa un secolo di vita, ancora in una fase iniziale di sviluppo”, ha commentato Claudia D’Arpizio, esperta di Bain, “gli operatori sono perlopiù piccoli e indipendenti, a controllo familiare, molto specializzati e integrati dalla produzione alla vendita”.
Lo studio di Bain ha tenuto conto di un totale di 350 aziende internazionali, delle quali 190 italiane. Secondo D’Arpizio “il settore del design di lusso potrebbe triplicare il fatturato nei prossimi anni, a patto di cambiare paradigma di fare impresa. La strada dovrebbe essere quella percorsa già dai gruppi della moda, che hanno puntato sul brand, sulla pubblicità, sulla fidelizzazione del cliente. Il settore dovrebbe inoltre registrare un consolidamento, in modo che aziende di maggiori dimensioni diventino protagoniste del mercato globale”.
“Per far mantenere al sistema italiano del design la leadership industriale è necessario un ripensamento”, ha dichiarato Armando Branchini, vice presidente di Altagamma, “il settore deve orientarsi verso la parte più bassa della filiera, verso il mercato. Altrimenti è molto difficile prevedere una crescita delle dimensioni aziendali da monospecialiste a plurispecialiste”.
Il settore del Core Design vende i propri prodotti soprattutto attraverso il mercato wholesale (72%). Questo, tuttavia, pone limiti soprattutto alla capacità di esportazione nei Paesi emergenti. D’altra parte il modello retail è sostenibile solamente dagli specialisti di maggiori dimensioni, anche alla luce del fatto che la redditività degli spazi espositivi è bassa e spesso negativa.
I livelli di profittabilità del settore sono contenuti: si aggirano attorno all’8% per il segmento core e al 9% per quello di altissima gamma. Livelli ben più bassi rispetto ai margini vantati dalle aziende del lusso, che si attestano attorno al 15-20%.
Le aziende italiane di design sono protagoniste soprattutto nel comparto dell’illuminazione (35% circa della quota di mercato) e del Living&bedroom (34%). Si tratta di aziende che hanno un elevato tasso di esportazione. I prodotti sono diretti soprattutto in Europa, ma sono richiesti anche dagli Stati Uniti e dall’Asia. Le società italiane hanno un fatturato medio di 45 milioni a prezzi retail contro i 170 milioni degli operatori esteri. Insomma, sono di dimensioni più contenute.
Nella fascia più alta le aziende italiane di design raggiungono il 39% della quota di mercato, con picchi del 50% nel settore Living&Bedroom e nell’illuminazione. In questo caso il fatturato medio è pari a 60 milioni, contro però i 130 delle aziende estere.
di Patrizia Tonin
3 Aprile 2015