Sicurezza, design e sostenibilità. Sono le caratteristiche che fanno del vetro, “l’abito più sano ed elegante, oltre che il veicolo per eccellenza della produzione agroalimentare italiana”. Così Massimo Noviello, presidente di Assovetro, l’associazione che insieme alla Feve-Federazione dei produttori europei dei contenitori in vetro, si appresta a fare il suo debutto nello scenario di Expo Milano 2015. “Caratteristiche che vorremmo rimanessero impresse nella mente dei visitatori dopo aver visto il nostro spazio espositivo”, ha detto Noviello.
Ospitato nella Piazzetta Vetro all’interno del padiglione CibusèItalia di Federalimentare, il vetro sarà protagonista di uno spazio interattivo che racconta la cultura e le eccellenze dell’industria italiana rappresentata da circa 500 tra aziende, consorzi e organismi istituzionali del Made in Italy. Una realtà che incide sul Pil per 1,4 miliardi di euro, conta oltre 20 mila occupati e attua investimenti medi di circa 90 milioni di euro l’anno, soprattutto in chiave ambientale.
Il cibo italiano e l’industria del vetro “danno vita a un connubio, tra eccellenza industriale ed eccellenza agroalimentare, capace di nutrire il pianeta ed evitare sprechi di energia”, ha aggiunto Noviello.
Con le sue caratteristiche chimiche e strutturali, “il vetro rappresenta inoltre il perfetto concetto di economia circolare, con oltre il 70% del prodotto che viene reimmesso nei forni per produrre nuovo materiale, riciclabile in eterno e al 100%”.
Il padiglione CibusèItalia racconterà inoltre i percorsi di tutte le filiere alimentari italiane, con le testimonianze di 420 aziende e consorzi che al vetro riconoscono un ruolo “centrale e incisivo per il packaging e la conservazione degli alimenti”, ha precisato Paolo Zanetti, vicepresidente di Federalimentare con delega al Made in Italy: “Si esalterà così la forza di un settore tornato ai livelli occupazionali e di fatturato del periodo pre-crisi, oltre ad esprimere le competenze di Cibus, prima fiera al mondo del settore per numero di espositori italiani”.
La valorizzazione di storia e peculiarità dei prodotti italiani, “consentirà alle aziende di fare business matching sulla terrazza privata e diffondere la conoscenza dello stile alimentare italiano”. Obiettivo finale è quello di “portare le esportazioni da 30 a 50 miliardi di euro entro il 2020 e combattere il fenomeno dell’’italian sounding’”.
Per Franco Boni, presidente di Federalimentare 4Expo, le oltre 420 aziende presenti nel padiglione “sono il segno che gli imprenditori sentono il bisogno di farsi conoscere”. Per questo, “ogni azienda porterà un filmato che racconterà la propria storia e permetterà di conoscere da vicino l’intera filiera del vetro”. Il padiglione sarà così “una vetrina per rappresentare il Made in Italy, il ‘saper fare’ italiano, fatto di tradizione, di valorizzazione delle diversità dei territori, di innovazione tecnologica e qualità”.
Valori “riconosciuti da un miliardo e 200 mila persone nel mondo che consumano assiduamente prodotti italiani”. Solo se “la gente visiterà, conoscerà e capirà la nostra capacità di investire in ambiente e sostenibilità, mettendoci la faccia”, ha concluso Boni, “l’Expo avrà davvero avuto un senso”.
di Eleonora Albertoni
1 Maggio 2015