C’è una Italia imprenditoriale molto dinamica, positiva, costruttiva ed ingegnosa che vive e cresce nelle stesse zone al centro della cronaca nera più radicata. Come la cosiddetta Terra dei fuochi in Campania. A dispetto delle negatività, nel casertano si è ben consolidata una secolare industria della seta, che poggia su una tradizione risalente al ‘700. Stimolando ambizioni imprenditoriali sane e costruttive che ora si concretizzano nel neonato consorzio di imprese “San Leucio Silk“, protesto a crescere all’estero.
“Dobbiamo essere riconoscibili con la nostra produzione di alta gamma, perché nella produzione di medio livelli cinesi e indiani ci massacrano. Per questo la nascita del marchio ci tutela”, ha detto Tommaso De Simone, presidente della Camera di Commercio di Caserta, lanciando il consorzio “San Leucio Silk“, un marchio che raccoglie i produttori di seta della zona collinare di Caserta, in Campania, dove la tradizione della seta affonda le sue radici alla fine del ‘700 e che oggi vive soprattutto di export, visto che il 90% delle produzioni viene venduto all’estero.
I preziosi tessuti di Caserta sono ormai noti in tutto il mondo e adornano luoghi simbolo, come lo studio ovale della Casa Bianca a Washington DC, alcune sale di Buckingham Palace a Londra e del palazzo del Quirinale a Roma. Insomma, luoghi simbolo delle istituzioni.
Ma è una tradizione che è stata a rischio. “Nel 2013 insieme a Confindustria Caserta ci siamo resi conto che le produzioni di tessuti pregiati stavano scomparendo, dopo 200 anni di storia. Oggi con questo nuovo marchio l’utopia di Ferdinando di Borbone si avvia a un rilancio: abbiamo creato un disciplinare e un regolamento a cui ci si deve attenere per far parte del consorzio e fregiarsi del marchio che sarà riconoscibile in tutto il mondo”, ha spiegato De Simone.
Come ha enunciato Gustavo Ascione, imprenditore del settore e presidente della rete d’imprese San Leucio Tessile, “il marchio garantisce oltre alla qualità anche l’etica di produzione, richiamandoci alla colonia di San Leucio dei Borboni che tutelava i lavoratori e in particolare le donne impiegate nella produzione. Ma siamo molto attenti anche al rispetto dell’ambiente, con l’uso di tinture ecocompatibili e un corretto smaltimento dei materiali di scarto. Puntiamo insomma al rispetto di tradizione, ambiente, territorio e persone. In più il marchio è aperto, chiunque può aderirvi rispettando le nostre regole”.
La presentazione del marchio e del consorzio “San Leucio Silk” è stato fatto nella sede della Regione Campania alla presenza del governatore Vincenzo De Luca. “I produttori di seta di San Leucio uniscono le forze per competere nel mercato internazionale e la Regione è al loro fianco nella promozione e nell’innovazione tecnologica”, ha detto De Luca, mostrando le nuove tappezzerie di una delle sale della presidenza della Regione e spiegando che ” la Regione Campania è interessata sia a contribuire alla promozione del marchio, sia a sostenere l’innovazione tecnologica anche con i fondi europei. Per difenderci nella concorrenza mondiale dobbiamo avere standard tecnologici importanti nella competizione con la Cina, l’India, la Sud Corea. Quanta più ricerca scientifica si ingloba nelle nostre produzioni, anche tradizionali, tanto più ci difendiamo sui mercati internazionali”.
La Camera di Commercio di Caserta ha così recuperato e intende rilanciare un pezzo di storia del suo territorio attraverso l’istituzione del marchio collettivo comunitario “San Leucio Silk“, che rappresenta il frutto del lavoro sinergico tra i produttori serici e l’istituzione camerale.
E già ci sono le prime iniziative. Con l’obiettivo di promuovere questa eccellenza del Made in Italy, la delegazione austriaca della Camera di Commercio Italo-Tedesca ha appena organizzato a Vienna un evento esclusivo di presentazione del marchio di tutela dei tessuti “San Leucio Silk” nel Palazzo Pallavicini, arredato proprio con questi preziosi tessuti, cui hanno partecipato architetti d’interni, giornalisti di design e showroom di arredamento interni nel settore lusso, che hanno potuto toccare con mano le lussuose sete casertane nella pregiata Marmorsaal. E a tale proposito Tommaso De Simone, presidente dell’ente camerale di Caserta, ha detto che “l’obiettivo è di dare forza alle aziende che producono questi pregiati filati, ma soprattutto puntare sullo sviluppo e sull’innovazione della produzione serica valorizzando la tradizione italiana e in questo caso casertana, affermando cosi il Made in Italy su un piano nazionale e in particolare internazionale.”
Forte non solo di una lunghissima tradizione manifatturiera, ma noto anche per il codice etico osservato ancora oggi nella produzione di queste sete pregiate, il marchio “San Leucio Silk” è riconosciuto quale esempio di storia, qualità e design ed è tutelato su tutto il territorio dell’Unione Europea.
di Letizia Freschi
9 Luglio 2016