Un omaggio all’arte di vestire ed al vestire ad arte secondo i canoni delle sartorie e del lusso nel ’90. Un gradevole ed affascinante ritorno nel tempo. Il Museo “Stefano Bardini” di Firenze ospita dal 18 dicembre al 22 febbraio la mostra “Vestire ad Arte. Sartorie e lusso nel ‘900. Omaggio ad Emma Bardini“. L’esposizione vuole ripercorrere i cambiamenti della moda del secolo scorso seguendo il ritmo delle foto di Emma Bardini (1883-1962), la figlia dell’antiquario che dà il nome al museo e che, con indiscutibile eleganza, interpretò i cambiamenti della moda all’aprirsi del XX secolo.
“Lo stile dell’antiquario Stefano Bardini si esprimeva anche nell’accurata scelta di abiti e accessori per la propria immagine pubblica, realizzati presso le più rinomate sartorie”, ha spiegato Antonella Nesi, curatrice del museo, “i due figli, Ugo ed Emma, furono così introdotti dal padre nel raffinato mondo della moda. Dalle foto del tempo, spesso firmate dal grande fotografo Mario Nunes Vais, Emma appare nel suo ruolo di elegante signora che interpreta i cambiamenti della moda del XX secolo. Purtroppo il ricco corredo di abiti, cappelli e accessori di Emma è andato perduto ma restano le immagini a raccontare il passaggio repentino dalle crinoline ai morbidi drappeggi, dai rigidi bustini alle ammiccanti scollature degli abiti da sera. Linee ed equilibri in costante evoluzione ma pur sempre sotto la regia di sarte esperte e di tessuti preziosi“.
Farà da cornice alla mostra “Vestire ad Arte. Sartorie e lusso nel ‘900. Omaggio ad Emma Bardini” l’esposizione, a cura di Barbara Ricchi di Mva Firenze, di numerosi manufatti dei grandi artigiani fiorentini. Due rassegne in contemporanea: una dedicata al mondo del collezionismo e dell’antiquariato; l’altra, consacrata alla maestria che è tuttora presente nel nostro territorio.
”Sul ritmo delle immagini di Emma”, ha detto ancora Nesi, “Beatrice Albrici, antiquario e collezionista, presenta la propria e inedita raccolta di abiti d’epoca, frutto di anni di ricerche nel bel mondo dell’aristocrazia e dell’alta borghesia italiana che permette di testimoniare i vertici raggiunti dalla produzione sartoriale italiana del 900, con i significativi passaggi della moda dagli anni ’20 agli anni ’80. Il repertorio dei 43 abiti selezionati è accompagnato da un vasto corredo di accessori, guanti, borse e cappelli”.
di Patrizia Tonin
16 Dicembre 2015