Il vino rincorre il “cru” per dire la sua qualità ed esclusività. Anche in Alto Adige è ufficiale: se l’etichetta riporta la dicitura ‘Vigna’, deve trattarsi di un vino che proviene da una parcella ben definita, iscritta nei registri provinciali. Un concetto di “cru”, inteso come massima espressione del territorio e garanzia della provenienza di un vino, in cui la cantina Hofstätter crede già da tempo e che ora trova la sua regolamentazione.
“Nella nostra regione siamo stati i primi a indicare il nome della ‘Vigna‘”, ha spiegato Martin Foradori Hofstätter, “perché da sempre vinifichiamo separatamente le uve e ne teniamo anche la contabilità nei registri. Ora in Alto Adige per classificare un vigneto come ‘Vigna‘, il viticoltore deve iscriverlo nei catasti ufficiali, oppure dimostrare che da anni le uve di quella parcella vengono vinificate per un singolo vino con la sua specifica menzione. La menzione ufficiale ‘Vigna‘ è una conferma del nostro lavoro. Ma ciò che più conta è che questa denominazione, grazie all’individuazione dei suoi specifici ‘cru’, andrà ad accrescere il valore dell’Alto Adige vitivinicolo a livello internazionale”.
Pioniere nel capire l’importanza della tradizione e del terroir, la tenuta di Termeno riporta i nomi delle parcelle e masi in proprietà sulle sue etichette dalla fine degli anni Ottanta, quando nel 1987 introduce nel mercato due vini rappresentativi dello stile di due vigneti della zona di Mazon: “Barthenau Vigna S. Urbano Pinot Nero” e “Barthenau Vigna S. Michele Pinot Bianco”.
I “Gewürztraminer” della cantina provengono, invece, da vigneti posti nella zona di Sella, sopra il paese di Tramin-Termeno, dalle parcelle del maso ‘Kolbenhof’ e dalla ‘Vigna del Castello di Rechtenthal’ , mentre la varietà “Lagrein” dalle parcelle del maso ‘Steinraffler’, i cui nominativi vengono tutti inseriti in etichetta con la classificazione ‘Vigna‘.
20 ottobre 2014
di Enos Caneva