Eventi internazionali, manifestazioni culturali, testimonial d’eccezione e interventi sull’arredo urbano: sono questi gli ingredienti della rinascita dell’Orvieto Doc 2.0. Un cocktail preparato da mani esperte, quelle dei membri del Consorzio per la tutela dei vini Doc di Orvieto e del Rosso Orvietano che, a breve, traslocherà nei locali del Palazzo del Gusto. Un edificio storico che, come ha fatto sapere il sindaco Giuseppe Germani, diventerà il Palazzo del Vino e sarà completamente dedicato al nettare degli dei, un prodotto naturale che da sempre si associa, anche nel nome, alla città della Rupe. A spiegare il nuovo corso dell’Orvieto Doc è il presidente del Consorzio, Vincenzo Cecci.
-Rilancio. “Abbiamo messo a punto – afferma – una serie di iniziative per far parlare l’Italia, e non solo, di questo inestimabile patrimonio della nostra terra. Il nostro è uno dei rari casi al mondo in cui il vino si chiama come la città e dunque il loro rilancio non può che andare avanti in modo sinergico e parallelo. Il progetto integrato, a cui stiamo lavorando, passa attraverso la collaborazione delle istituzioni, cosi come degli operatori economia, degli albergatori e dei ristoratori. Anche perché la cultura enologica si intreccia a doppio filo con quella del gusto e del buon mangiare. In questa prospettiva utilizzeremo le provvidenze e le risorse che ci mette a disposizione la normativa regionale, nazionale ed europea”.
Il Consorzio del vino intende fare le cose in grande. E già si pensa – come ricorda il presidente – “ad eventi negli Usa, ma anche in Germania , in Canada e nel Regno Unito”. Top secret sul calendario degli eventi che prenderanno il via dalle prossime settimane. Ma intanto spuntano le prime “chicche”. Entro la fine dell’anno ci saranno quattro appuntamenti da non perdere tra Orvieto e Roma che avranno un grande impatto mediatico.
-Brand. Patrizia Marin, chairwoman di Marco Polo Experience e responsabile del marketing del Consorzio, “centellina” i nomi, come si fa per un buon millesimato. “Abbiamo ottenuto la disponibilità di Oscar Farinetti, il patron di Eataly, che dedicherà un evento ai vini e alle ricette tipiche di Orvieto, con il coinvolgimento di chef molto noti. Poi ci sarà Enzo Vizzari, direttore delle ‘Guide de l’Espresso’. Vogliamo far conoscere un brand che identifica la città con il suo vino, perché gustare un calice per le vie di Orvieto ha tutto un altro sapore che farlo altrove. Non si vende soltanto un prodotto, ma l’immagine di un intero territorio”. E proprio per questo sarà formato un comitato scientifico che integrerà i vari partner partecipanti.
-Eccellenze. Saranno coinvolti anche gli artigiani della ceramica e quelli del legno. In una parola, tutte le eccellenze del Made in Orvieto. Auspicata anche una collaborazione con Umbria Jazz, mentre saranno realizzati video promozionali da veicolare sul web e nelle trasferte all’estero e si lavorerà anche con le reti di distribuzione, gli chef più rinomati e l’associazione dei sommelier.
-Web. Per avvicinare le giovani generazioni, il Consorzio sta pensando anche a campagne mirate sui social network, mentre è già attiva la collaborazione con la Libera Università IULM e due studentesse stanno preparando la loro laurea, facendo esperienza sul campo proprio ad Orvieto. Cesare Batalocco, direttore del Consorzio, sta lavorando al raccordo con le istituzioni, mettendo a frutto il know how di esperienze accumulate negli anni trascorsi all’ufficio agricoltura della Regione Umbria. Da quando è andato in pensione, era il novembre del 2015, si è gettato anima e corpo in questa nuova avventura che, ammette, “ci sta dando grandi soddisfazioni. Stiamo lavorando in rete coinvolgendo tutte le componenti di questo mondo: agricoltori, produttori e imbottigliatori”.
-Dati. Sono 102 i soci del Consorzio che, solo nel 2015, hanno prodotto qualcosa come 113.000 ettolitri di vino. Si parla di un numero che oscilla tra i 13 e i 14 milioni di bottiglie che portano il nome di Orvieto nei 5 continenti. Il Consorzio rappresenta oltre il 90 per cento della produzione di Orvieto Doc e Doc Rosso Orvietano. Il Doc Classico si estende solo a Orvieto e in alcuni comuni dell’Orvietano, mentre per l’Orvieto Doc la mappa si allarga e comprende anche alcuni centri limitrofi del Lazio. Per l’esattezza si tratta di 13 comuni in Umbria e 5 in provincia di Viterbo, per 46 chilometri di lunghezza e 16 di larghezza. Da segnalare infine che sono 23 le cantine socie in zona e 10 quelle fuori zona.
-Restyling. Il Comune di Orvieto ha colto al volo il valore di questa sfida. E presto sulla rotonda, di fronte al casello dell’Autostrada del Sole, sarà sistemato un grosso calice, con la scritta “Orvieto città del vino“, circondato da un filare di viti. “Il rilancio dell’Orvieto Doc passa anche da questi gesti”. Lo conferma il sindaco Giuseppe Germani. “Orvieto non può prescindere dal suo vino e viceversa. Abbiamo un valore aggiunto da spendere anche verso gli altri territori che di certo in questi anni non sono rimasti a guardare. Oltre all’intervento previsto sull’arredo urbano della rotonda, abbiamo in animo di utilizzare la street art per allestire dei murales sul tema del vino. Sarà il nostro modo di dare il benvenuto a chi entra in città”.
Il Consorzio rappresenta oltre il 90% della produzione di Orvieto Doc e Doc Rosso Orvietano. La Doc Orvieto Classico è il territorio più ristretto che comprende solo Orvieto e altri comuni dell’Orvietano. La Doc Orvieto è più ampia e riguarda 18 comuni: 13 in Umbria e 5 in Viterbo
di Antonio Mosca, del “Corriere dell’Umbria”
10 Luglio 2016