All’Aceto balsamico di Modena viene riconosciuto il sigillo IGP. Primo per esportazioni con oltre il 90% del prodotto che varca i confini nazionali, da oggi è anche la quarta IGP a livello nazionale per valore: l’aceto balsamico di Modena continua così ad interpretare un ruolo da protagonista tra le eccellenze agroalimentari italiane.
La posizione dell'”oro nero da cantina” nella classifica dei Top Ten dell'”Atlante Qualivita Food&Wine 20“, appena presentata all’Expo Milano 2015, dove si sono tenuti gli Stati Generali delle Indicazioni Geografiche italiane DOP e IGP, alla presenza tra gli altri del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e di tutte le organizzazioni del settore, e ove si è definita a seguito di un censimento generale in cui l’Aceto Balsamico di Modena si piazza immediatamente alle spalle di Grana Padano, del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Parma.
Ma non solo: la “Fondazione Qualivita” ha condotto una ricerca in cui è stato attribuito il valore delle DOP e delle IGP ai territori e in questa “speciale” classifica è l’Emilia Romagna a farla da padrone: subito dopo Parma – che conquista il gradino più alto del podio – figura Modena, in seconda posizione grazie proprio all’ottima performance dell’Aceto Balsamico nella Top Ten.
Un riconoscimento in grado di aggiungere ulteriore valore a questa produzione decisamente legata al territorio, che fa registrare ogni anno un fatturato di oltre 450 milioni di euro alla produzione e quasi 700 milioni al consumo. Una “storia d’amore” con il territorio che ha rivestito e continua a rivestire un ruolo di primo piano anche nella costruzione di quella indiscutibile notorietà che l’oro nero può vantare in circa 120 paesi del mondo, presso i quali esporta oltre il 90% della produzione annuale di oltre 90 milioni di litri.
Grande fama che ha contribuito, però, al sorgere e rafforzarsi di fenomeni di contraffazione o di evocazione producendo in questo modo un danno per i produttori e confusione tra i consumatori. L’attività del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP, congiuntamente alle politiche messe in campo dal Ministero delle Politiche Agricole per combattere l’agropirateria, anche informatica, rappresenta un importante passo avanti nel contrasto all’illegalità e una conferma in tal senso arriva anche dai dati forniti da Istat relativi all’export agroalimentare dei primi quattro mesi del 2015.
Quasi 12 miliardi di euro è la quota export per l’intero comparto in soli 4 mesi, con un incremento del 18% sul 2014: una prova di forza del Made in Italy agroalimentare che ben rappresenta la capacità di cogliere le opportunità su ogni fronte – in particolare quello extraeuropeo – ma anche l’impegno da parte del Governo di porsi al fianco delle imprese agroalimentari con un preciso piano di internazionalizzazione.
di Eleonora Albertoni
20 Giugno 2015