Sottovalutata, sottostimata e quasi sempre ignorata, forse perché incapace di fare la classica voce grossa, l’agricoltura italiana sta conoscendo un piccolo Risorgimento. In particolare, l’agroalimentare italiano chiude il 2014 forte di un rilancio concretizzato da tre piani di azione e sostegno economico orchestrati dal Ministero delle Politiche Agricole per consentire un salto di qualità al settore. Dal piano per la competitività e a favore dell’imprenditoria giovanile ‘#campolibero’, a quello per la semplificazione ‘Agricoltura 2.0’, che prevede un dimezzamento delle carte documentali per oltre 1,5 milioni di aziende agricole, alle misure perpromuovere nuovi investimenti del valore di 2 miliardi di euro nel prossimo triennio: il Governo è sceso in campo per sostenereun settore che è tra le leve dell’economia Italia e marcia forte anche in tempo di crisi (+1,5% gli occupati nel terzo trimestre rispetto allo scorso anno e +1,8% l’export, per un valore di oltre 34 miliardi stimato a chiusura 2014) e con la prospettiva di essere protagonista nei prossimi mesi ad Expo 2015 dove proprio il tema della nutrizione e sicurezza alimentare sarà centrale alla manifestazione, con una rappresentazione forte delle varie eccellenze Made in Italy.
Vale la pena ricordare che all’esposizione internazionale di Milano ci sarà un apposito padiglione per rappresentare l’industria alimentare italiana. Ma ci sarà pure il Padiglione del Vino, vero indiscusso ambasciatore del Made in Italy sui mercati esteri. Saranno inoltre rappresentate le principali organizzazioni agricole, in padiglioni autonomi (come Coldiretti) o all’interno delPadiglione Italia. A nessuno dei protagonisti del settore sfugge, insomma, l’importanza di un avvenimento che catalizzerà sulcontenitore Expo l’attenzione del mondo e che si intende cogliere come progetto corale di promozione del Made in Italy alimentare per sostenere la crescita dell’export nei prossimi anni.
Del resto l’obiettivo dell’impegno del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e dello stesso premier, Matteo Renzi, che lo aveva annunciato ad aprile scorso al Vinitaly, è di far crescere del 50% l’export agroalimentare italiano in sei anni.
Federalimentare, che rappresenta l‘industria alimentare nazionale, ha posto l’asticella sui 50 miliardi di valore in cinque anni. Di qui l’azione della presidenza italiana del semestre UE è stata centrale nel tutelare gli interessi dell’agricoltura e, in primis, di quella identitaria e di qualità che caratterizza l’Italia. Soprattutto si è attivata per accelerare azioni di sostegno a favore dei settori più colpiti dall’embargo russo. Si è anche impegnata per sventare il taglio di 448 milioni di euro dal bilancio della Pac 2015. Ma soprattutto ha accelerato sulla questione Ogm, portando a casa l’accordo di principio tra Consiglio, Commissione e Parlamento che lascia agli Stati membri la libertà di consentire, limitare o vietare la coltivazione degli Ogm sul proprio territorio.
E ora il traguardo più ambito sarebbe quello di arrivare a chiudere il trattato di libero scambio UE-USA garantendo la tutela delle indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari europei e soprattutto di quelli italiani, presi di mira dalle contraffazioni sugli scaffali stelle e strisce.
di Valentino Vilone
30 dicembre 2014