Rimettere sul mercato vini rari è un merito considerevole soprattutto quando i vini del Made in Italy stanno consolidando presenza e apprezzamento nel mondo. Più di 800 lotti, 4 mila bottiglie e una base d’asta complessiva di 300 mila euro. Sono questi i numeri del catalogo della prima asta di Bolaffi di vini rari e pregiati in programma il prossimo 14 novembre a Torino. Il catalogo è stato presentato al Salone del Gusto ed è frutto della partnership tra la storica casa d’aste torinese e editrice dell’ associazione no profit “Slow Food”, e si fregia di uno dei nomi più celebri della cultura enologica mondiale, quello di Luigi Veronelli, dalla cui cantina proviene un’importante selezione di vini stranieri.
Una parte significativa del catalogo è poi dedicata ad uno storico ristorante di Udine dal quale provengono quasi 3mila bottiglie, a cui si aggiungono raggruppamenti provenienti da collezioni private e cantine selezionate.
“Un’asta di vini rari e pregiati è un’idea da cui stavamo lavorando da un po’”, ha spiegato Giulio Filippo Bolaffi, amministratore delegato della casa d’ aste, “l’obiettivo è quello di far crescere il mercato dei vini nazionali affiancandoli alle più importanti realtà estere già affermate, per ambire a ricoprire un ruolo di primo piano nelle aste internazionali di vini da collezionare. Oggi il mercato delle aste internazionali di vini vale 300 milioni di dollari e l’Italia pesa per meno di 500 mila dollari, le etichette italiane presenti sono una ventina mentre i vini italiani pregiati sono molti di più e, quindi, c’è una nicchia interessante per far conoscere le nostre produzioni e attrarre collezionisti anche dall’estero”.
“La nostra casa d’ aste non poteva immaginare un debutto migliore, avere il privilegio di presentare una selezione di un ‘maitre a penser’ del settore come Veronelli. Si rinnova così l’antica collaborazione nata più di 40 anni fa con la pubblicazione del primo Catalogo Bolaffi dei vini d’Italia“, ha aggiunto Maurizio Piumatti, amministratore delegato delle aste Bolaffi, precisando che “i prezzi del catalogo sono volutamente contenuti perché vogliano che il prezzo si formi in sala al momento dell’asta”.
“Slow Food e in particolare Slow wine hanno partecipato attivamente a quest’asta scovando importanti cantine interessate alla vendita e aiutando nella valutazione delle bottiglie dal punto di vista qualitativo”, ha concluso Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine e autori degli approfondimenti tecnici del catalogo, “e l’offerta proposta e davvero ricca e importante, con una presenza preponderante di etichette italiane, cosa non certo usuale per le aste pregiate di vino“.
28 ottobre 2014
di Enos Caneva