Qualità, benessere, piacere. Tre parole per raccontare tutto quello che l’olio extravergine d’oliva rappresenta. Qualità garantita dalle aziende agricole che in ogni regione d’Italia custodiscono la tradizione delle diverse varietà, investono in tecnologia e innovazione, danno lavoro, nel rispetto dell’ambiente e del territorio. Benessere, frutto delle indiscusse proprietà organolettiche dell’olio extravergine d’oliva, che ne fanno il principe di una alimentazione sana ed equilibrata. Piacere, dimostrato dalle capacità che questo prodotto ha di esaltare i piatti della cucina del nostro Paese.
Qualità, benessere e piacere sono state il filo conduttore della manifestazione organizzata da Confagricoltura a Palazzo della Valle, presentata dal giornalista enogastronomico Luigi Cremona. Una degustazione di oli della nuova produzione delle diverse regioni d’Italia, che ha permesso ai presenti di capire le differenze tra le varie cultivar, assaporandone gusti e profumi, attraverso la grande cucina di Heinz Beck.
“Tre facce di un prodotto che è vanto del nostro Made Italy”, ha detto il Mario Guidi, presidente di Confagricoltura aprendo la serata. “Prodotto profondamente radicato nella nostra terra e ingrediente tradizionale della cucina mediterranea. Quelli che presentiamo sono gli ‘oli nuovi’, non solo perché sono usciti da poco dal frantoio, ma anche perché sono il frutto della capacità delle nostre aziende di innovarsi, di stare sul mercato, senza per questo abbandonare la storia, la tradizione, il legame con il territorio che ognuno di essi porta con sé. E’ la stessa capacità di guardare avanti che hanno i ricercatori, i medici, i nutrizionisti, che lavorano per scoprire nuove qualità organolettiche di questo prodotto e cambiare abitudini alimentari sbagliate. Ed è anche la stessa capacità che hanno i grandi chef che sperimentano ogni giorni piatti e abbinamenti diversi per dare ai clienti nuove sensazioni”.
Le qualità nutrizionali e salutistiche dell’olio extravergine d’oliva sono state illustrate da Sara Farnetti, specialista in medicina interna e fitopatologia della nutrizione e del metabolismo, che lo ha definito “elisir di lunga vita”, sfatando falsi miti legati alla dieta e mettendone in luce le proprietà benefiche e protettive per l’organismo. Da quelle digestive a quelle anticolesterolo, dal potenziamento della capacità di assorbire le vitamine, fino all’inibizione della proliferazione cellulare, ovvero agli effetti anti cancro. Farnetti ha parlato anche di sinergie alimentari: ossia dell’olio combinato in maniera corretta ad altri cibi, che ne amplificano gli effetti sull’ organismo con un benefico scambio.
E se olio è qualità e salute, non può non essere anche piacere. Come ha dimostrato l’abbinamento con i due piatti proposti dallo chef Heinz Beck del ristorante “La Pergola Hotel Rome Cavalieri”, che vanta ben 3 stelle Michelin: ”S’Campo”, ossia scampo croccante su purée di verdure, salsa di pomodoro e granella di patate, e “Risotto all’acqua di pomodoro con salsa di rucola e tartare di tonno”.
Beck, pur non essendo italiano, è un grandissimo estimatore dell’olio extravergine e nel suo bellissimo ristorante usa venti tipi di oli per gli abbinamenti con i piatti che propone alla sua prestigiosa clientela, nazionale ed internazionale. Con materie prime italiane e quel tocco di leggerezza che rende semplice ogni preparazione, ha reso il nostro olio non un semplice ingrediente, ma parte attiva di un percorso sensoriale dedicato alla cucina italiana, che sta portando nel mondo con i suoi ristoranti aperti a Tokio e Dubai.
L’evento di Confagricoltura “Gli oli ‘nuovi’ nella cucina di Heinz Beck: qualità, benessere, piacere” è stato anche l’occasione, per Donato Rossi, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura, per porre in evidenza come il settore dell’olio sia una delle più alte espressioni del “made in Italy”, ambasciatore dello style Italia nel mondo.
“Il nostro olio”, ha detto Rossi, “vale 3 miliardi di euro ed occupa una superficie di 1,1 milioni di ettari. È molto importante anche sotto il profilo occupazionale, rappresentando 50 milioni di giornate di lavoro l’anno”.
Ed ha poi aggiunto che “quello olivicolo è un settore dell’agricoltura italiana di primaria importanza che, però, combatte da sempre contro grandi criticità strutturali, come il costo elevato di produzione, l’assenza di innovazione, le difficoltà di aggregazione. A ciò si aggiunga la grave problematica di un’annata condizionata dal maltempo e dalle fitopatie, con una produzione di circa 300 mila tonnellate. È una delle annate di maggiore scarica dell’ultimo decennio, ma non è un olio di bassa qualità, anzi è un prodotto eccellente. Insomma si è prodotto poco olio ma ottimo».
Il presidente degli olivicoltori di Confagricoltura ha poi sollecitato un piano urgente a sostegno del settore, per fronteggiare le criticità e raccogliere le nuove sfide e ha sottolineato: “Le aziende olivicole hanno bisogno di strumenti adeguati per sostenere gli sforzi commerciali, per alimentare le attività di marketing, per allargare i programmi di internazionalizzazione, soprattutto in connessione con le opportunità di Expo 2015”.
Infine Donato Rossi ha valutato con soddisfazione l’entrata in vigore delle disposizioni che impongono nei ristoranti il tappo anti rabbocco: “anche se la norma presenta alcune ombre, è sicuramente un risultato positivo per la qualificazione del consumo e per dare all’olio di oliva un posto d’onore sulle nostre tavole”.
Tra gli interventi nel corso dell’affollata e riuscita serata.anche quello di Jordy Mattew, amministratore delegato di Agromillora, la società di Barcellona che si occupa di vivaismo e di innovazione varietale, fornendo materiali vegetali di elevata qualità genetica e sanitaria al settore agricolo, leader mondiale nei settori degli olivi ricordando che “forniamo nuovi impianti olivicoli superintensivi per ottenere un brand competitivo, ma sempre di ottima qualità”.
5 dicembre 2014
di Dario de Marchi