Non capita tutti i giorni di seguire la presentazione dei vini prodotti da un collega. Uno di quelli famosi e giusti che la televisione, seppure a tarda ora, ci porta in casa da anni. Così quando alla Fondazione Italiana Sommelier è stata presentata una selezione della produzione di Futura 14, nuova azienda vitivinicola nonché ultima avventura di Bruno Vespa, mi aspettavo ogni momento che lui, seppure sul palco con Riccardo Cotarella, suo enologo, schiacciasse il pulsantino (lo ha in tasca) che a “Porta a Porta” fa partire il famoso ritornello di “Via con il vento” e sulle cui note entrano i vari ospiti.
Vespa lo conosco da molti anni e l’ho incontrato un po’ dovunque. Grande professionista, di stile e consolidata abilità, ottima memoria e capacità di spaziare e scavare in molti settori, tra cui le sue famose recensioni di vini. Lo stimo molto e l’opinione è condivisa anche da chi non è d’accordo con le sue idee.
Al Cavalieri Hilton, sulla collina di Monte Mario, di fronte ad un pubblico superselezionato composto da sommelier, esperti, giornalisti e addetti al settore, ma anche da qualche suo fan giornalista a conoscenza dell’evento, quando Vespa ha presentato l’azienda, prodromica alla degustazione guidata dei suoi vini, non ho avuto dubbi che essi sarebbero stati all’altezza del suo meticoloso scrupolo professionale e del suo abituale impegno.
Futura 14, nel cui nome è racchiusa la filosofia di un progetto concepito già qualche tempo fa, ma che ha preso definitivamente il volo quest’anno con le prime bottiglie in commercio, ha sede a Manduria, nella solare campagna pugliese.
Del Vespa appassionato di vino si sa già. Sono anni, infatti, che ne scrive periodicamente su quotidiani e settimanali di grande tiratura e prestigio. Ma il Vespa produttore, per di più motivatissimo, rappresenta un’assoluta novità che non manca di incuriosire e, a contempo, destare ammirazione.
Alla nuova passione enologico-imprenditoriale del giornalista, insomma, va aggiunto l’importante sodalizio tecnico-scientifico con Riccardo Cotarella, che gode nel mondo vitivinicolo di altrettanta popolarità e che vanta nel suo portfolio aziende di proprietà di illustri personaggi, da San Patrignano della famiglia Moratti a La Madeleine dei D’Alema.
La degustazione, guidata dall’impeccabile, professionale e attraente Daniela Scrobogna (responsabile della didattica nazionale e docente ai corsi professionali dell’Associazione Italiana Sommelier e che il grande pubblico conosce per le sue molte partecipazioni televisive) ha passato in rassegna quattro vini, per ora rappresentativi dell’intera gamma aziendale che si prevede sarà presto ben più articolata. E Vespa, galante, sornione e compiaciuto per la descrizione dei suoi vini, per tutta la sera ha elargito sorrisi di consenso.
Il via al défilé lo ha dato uno spumante brut rosato da uve Negroamaro millesimato del 2011 (12 gradi), chiamato “Noi Tre”. Il nome è stato suggerito dalla moglie, Augusta, ed è dedicato al marito e ai loro due figli, con cui Bruno condivide l’azienda. In sequenza, “il Bruno dei Vespa 2013” (13,5 gradi): un Primitivo caldo, speziato, potente. Poi “il Rosso dei Vespa 2013” (15,5%), equilibratissimo Primitivo; per chiudere con l’ultimo campione, “Raccontami 2012” (16%), vino di fascino straordinario, in cui l’imponente nota alcolica è perfettamente modulata.
Vespa cominciò ad occuparsi di vino da giornalista del TG Uno Rai quando nel 1986/87, in Piemonte scoppiò l’avvelenamento da metanolo che tanto scandalo provocò nell’opinione pubblica e fu un momento di svolta per il settore.
Ma ad introdurlo al mondo dell’enologia, quella buona, giusta e sana, fu Luigi Veronelli, il guru del giornalismo enogastronomico di allora, che “mi appassionò al vino. Fu lui, infatti, che mi insegnò a conoscere uomini e donne del vino, dietro ai quali ci sono passione, romanticismo. Un cocktail eccezionale”, ha riconosciuto il giornalista-viticoltore. “Ma mai”, ha ammesso Vespa, “avrei pensato di arrivare, tre anni fa, a far parte di una stupenda masseria storica a Manduria, dove nel 1831 nacque il Primitivo”.
Ultima annotazione, non meno importante: tutti i vini vengono proposti a prezzi straordinariamente convenienti. “Puoi fare quello che vuoi, ma se il vino non piace o il prezzo non è giusto, non incontra i favori dei consumatori”, aveva detto all’inizio della presentazione lo stesso Vespa. E al termine della degustazione a questo proposito ha chiosato: “meglio un euro in meno che uno in più!”.
27 ottobre 2014
di Dario de Marchi