Valorizzare la cucina tipica della campagna veronese. È la mission che si è dato Davide Botta, classe 1967, chef tutto talento e sensibilità. Il suo desiderio è infatti quello di arrivare dritto al centro della cucina e, quindi, alla verità degli ingredienti. E questo lo ha portato al coronamento del suo sogno di un progetto culinario gourmet all’interno di un contesto accogliente, completo, fatto di paesaggi campestri e servizio impeccabile. “L’Artigliere”; ristorante con locanda è il nome del suo esercizio, in un antico mulino da riso del ‘600, a Isola della Scala, nel complesso di Villa Boschi, a pochi chilometri da Verona. La locanda è una dimora elegante e calorosa, che ospita al suo interno cinque confortevoli camere affacciate sulla suggestiva campagna veronese.
“L’Artigliere” è il vero regno di Davide Botta: dopo un percorso che lo ha visto accanto a importanti cuochi, come Pietro Tomasoni a “La Stretta” di Brescia, sua città di origine, e assieme a Sergio Mei all’”Hotel Excelsior San Marco” di Bergamo, la sua cucina è andata via via concretizzandosi negli anni, coniugando sperimentazioni moderne ai sapori e gli odori di una volta. Il risultato è una proposta di ristorazione in continua evoluzione, altamente incentrata sulla qualità e la stagionalità degli ingredienti, protagonisti indiscussi ed essenza stessa delle sue creazioni. Insomma, una destinazione da inserire in occasione della intensa visita al prossimo Vinitaly anche per apprezzare i valori e i gusti della cucina locale.
Dal 1997 il ristorante fa parte dell’Associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe e i suoi numerosi successi premiano l’impegno costante e la fedeltà di una clientela in continua crescita. Trovandosi “L’Artigliere” in un antico mulino del 1612, ristrutturato con sapienza dalla famiglia Dal Colle, il riso è una materia prima fortemente presente nei menu di Davide Botta che, ad esempio, firma un superbo risotto affumicato con gambero rosso crudo, limone candito, caviale e germoglio di porro, con cui dimostra carattere ed eleganza negli abbinamenti; come pure l’innovativo risotto con le rape, lumache al bacon e ricotta affumicata o il più classico timballo di riso con foie gras, animelle e tartufo nero.
“Il riso per me è come un foglio bianco di carta dove ci posso disegnare quel che voglio. Fa parte della mia cultura, è ingrediente indispensabile nei miei menu ed è proprio con il riso che ho affinato, giorno per giorno, la mia professione”, ha spiegato lo chef veronese.
Botta utilizza nella sua cucina usa esclusivamente riso coltivato e lavorato direttamente dallo chef in collaborazione con la famiglia Dal Colle, nelle risaie a pochi chilometri dal ristorante. Questo riso viene confezionato con il marchio “La Pila di Villa Boschi” ed è possibile anche acquistarlo presso “L’Artigliere”.
Il percorso professionale dello chef Botta è tutt’ora in forte evoluzione, alternando piatti tipici e nuove sperimentazioni, senza mai tralasciare la qualità del servizio offerto al cliente. È una piacevole abitudine, infatti, sorprendere Davide nel suo ristorante, intento a conversare in sala con i suoi ospiti. Nel menu, gli originali suggerimenti alternano zuppe, paste, risotti, a crudi di carne e pesce, senza tralasciare i secondi che parlano del territorio sublimandolo attraverso inedite rivisitazioni.
Pietanze che rivelano una perfetta convergenza tra creatività e tradizione, capaci di far risaltare il lato più intimo degli ingredienti. “La verità è dentro e ben nascosta, ma la cucina, che è uno dei mezzi per tentare di farla venire alla luce, è semplice. Per me la cucina è tradizione seppur esplorando tecniche e sapori internazionali. Nella mia filosofia, lo chef deve poter estrapolare anche solo un ingrediente o una singola tecnica. In questo modo si vogliono tramandare le emozioni di un tempo in un piatto contemporaneo e attuale” ha detto lo chef del riso.
di Eleonora Albertoni
8 Marzo 2015