Presentato alla Bit-Borsa Internazionale del Turismo, in corso a Milano, il “XII Rapporto sul Turismo del Vino”, che conferma come l’enoturismo sia in crescita lenta ma costante e che il prossimo anno lungo le Strade del Vino si prevedono 12 milioni di enoturisti.
Andiamo con ordine. Ammonta ad oltre 2,5 miliardi di euro la spesa dei turisti del vino in Italia, ma il settore soffre di alcuni problemi: la qualità dell’offerta e dei servizi sul territorio e nelle cantine sono disomogenei e non sempre adeguati, la carenza di progetti e finanziamenti quadro, la formazione professionale e la promozione spesso inefficaci. Le difficoltà dei piccoli Comuni e le occasioni mancate, come l’Expo troppo “milanocentrica” che non ha portato benefici, né visite e visibilità a oltre “8 cantine su 10”.
Una spesa enoturistica di 2,5 miliardi di euro condivisa tra cantine e territori, ma anche forti limitazioni alla crescita per mancanza di finanziamenti pubblici ad hoc e progetti pubblico-privati d’ampio respiro per far decollare un mercato, appunto il turismo del vino, che potrebbe creare più occupazione, più benessere e qualità ambientale. Se la maggioranza delle cantine italiane deve perfezionare i servizi e l’offerta d’accoglienza, anche con una formazione professionale tuttora carente, i servizi dei Comuni sono percepiti come appena ‘sufficienti’ dalla metà del campione, a parte i casi d’eccellenza; tutto questo in un periodo di tagli e difficoltà di gettito per gli enti locali, sui quali pesa anche il recente stop all’imposta di soggiorno per quei Comuni che non l’avevano introdotta prima della manovra finanziaria 2016. Il dato del campione considerato dal rapporto, se proiettato a livello nazionale, lascerebbe supporre per il prossimo anno di toccare il tetto di 12 milioni di visite enoturistiche.
“Dal Rapporto emergono chiaramente due evidenze”, ha detto Floriano Zambon, presidente di Città del Vino, ed ha proseguito rilevando che “il numero degli arrivi in cantina continua ad aumentare e il valore economico dell’enoturismo contribuisce sempre più alla ricchezza complessiva dell’Italia”.
Dal generale al particolare, crescono nel 2015 gli arrivi rispetto al 2014, nonostante le criticità ricordate, ma l’enoturismo continua a non essere una destinazione per tutti: le ‘barriere architettoniche’, infatti, impediscono l’accesso ai luoghi del vino ai disabili nel 51,61% dei casi. Va peggio per i ristoranti delle aziende, ‘proibiti’ a 7 disabili su 10.
È la fotografia fatta dal “XII Osservatorio sul Turismo del Vino” presentato alla Bit da Città del Vino e Università di Salerno, che anticipa anche la nuova alleanza tra la rete dei 450 Comuni italiani a vocazione vitivinicola e il Movimento Turismo del Vino grazie a un protocollo d’intesa che consentirà alle due associazioni di intervenire in modo coordinato e condiviso su vari aspetti che riguardano lo sviluppo dell’enoturismo.
Le Città del Vino hanno annunciato anche i nuovi grandi eventi dell’anno in corso: il programma di Conegliano-Valdobbiadene “Città Europea del Vino 2016” (oltre 150 eventi sul territorio); la nuova edizione del concorso enologico delle Città del Vino Europee “La Selezione del Sindaco”, in programma a L’Aquila dal 26 al 28 maggio 2016; Calici di Stelle (dal 6 al 14 agosto), organizzata dal Movimento Turismo del Vino in collaborazione con le Città del Vino nelle piazze di oltre 200 Comuni italiani.
Nel corso del 2014 nelle cantine intervistate sono state registrate 118.047 ‘visite enoturistiche’. Questi arrivi hanno prodotto un fatturato aziendale di oltre 2,3 milioni di euro. La degustazione è gratuita nel 65,38% dei casi nel 2014 e nel 68,18% dei casi nel primo semestre 2015. Per le degustazioni a pagamento, la maggioranza delle cantine prevede un biglietto dai 5 a 10 euro a persona.
Sono dati di notevole rilevanza, secondo l’Osservatorio di Città del Vino, molto superiori alle cifre emergenti da altre valutazioni, ma da sottoporre a un pensoso giudizio di affidabilità, mancando nella maggior parte dei casi una sistematica rilevazione da parte delle aziende.
Il valore del fatturato così espresso potrebbe ingannare dando l’impressione di essere clamorosamente sottostimato, poiché il valore dell’enoturismo italiano secondo l’Osservatorio 2015 si aggira intorno ai 2,5 miliardi di euro (Città del Vino, Anteprima BIT 2015).
Il valore dell’enoturismo come attività economica sul territorio si aggira dunque intorno a 1,2 miliardi di euro nel 2014 e a 1,4 miliardi nel 2015. A queste cifre bisogna aggiungere il fatturato della vendita in cantina derivante “esclusivamente” dall’enoturismo. Per tutti questi ragionamenti, in assenza di precise, se non impossibili, rilevazioni sul campo, è ragionevole affermare che il valore globale dell’enoturismo in Italia si confermi sui 2,5 miliardi di euro.
Il 47,54% delle cantine intervistate produce anche altri prodotti agricoli, mentre il 45,31% eroga anche servizi di accoglienza (ristorazione, pernottamento, etc.) e, in particolare, il 31,25% produce anche energia.
di Alexandra Rufini
12 Febbraio 2016