Per portare la campagna in tavola valorizzando al massimo la qualità e la biodiversità arriva “AgriCatering“, il progetto ha vinto il concorso “We Women For Expo“. Lo hanno proposto e realizzato le imprenditrici di Donne in Campo, l’associazione delle imprese agricole femminili della CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori. Il progetto è stato uno dei temi centrali dell’assemblea di Donne in Campo, all’Auditorium di Palazzo Italia, all’interno della terza giornata di CIA in Expo Milano 2015.
“AgriCatering” è già partito in via sperimentale in Toscana e in Basilicata, ma ora lo scopo è di creare una vera e propria “rete” nazionale, tramite le associazioni territoriali di Donne in Campo, presenti su tutto il territorio italiano. E per fare questo, le imprenditrici agricole della CIA si sono già dotate di un regolamento ben preciso, un marchio “ad hoc” e un rigido disciplinare.
“I prodotti agricoli impiegati nell’attività di ‘Agricatering’”, come è scritto nel disciplinare, “devono provenire prevalentemente dall’impresa, singola o associata, beneficiaria del marchio e dal territorio un cui essa opera”, proprio perché “Donne in Campo promuove un modello di catering coerente con il territorio agricolo produttivo e con l’identità degli spazi rurali e caratterizzato da un forte contenuto di autenticità e da un robusto legame con solide tradizioni e usanze”.
Anche per questo, si legge ancora nel disciplinare, “le imprese agricole beneficiarie del marchio devono proporre ricette della tradizione del territorio di riferimento, offrendo in particolare quelle legate alle culture rurali e alla biodiversità locale”. Inoltre, nei menù si deve specificare sia “la provenienza dei prodotti, i tipi di produzione, la stagionalità degli alimenti e i requisiti del servizio (cottura forno a legna. ecc.) che il risparmio energetico e di combustibili fossili dovuti alle minori distanze e alla stagionalità dei prodotti e l’utilizzo dei materiali usati nell’effettuare il servizio di catering: suppellettili lavabili o in materiali biodegradabili”.
L’ “AgriCatering“, ha spiegato Mara Longhin, presidente di Donne in Campo a Expo Milano 2015, “porta con sé molteplici vantaggi: offrire ai clienti di rinfreschi e buffet, feste ed eventi, prodotti locali e di stagione, soprattutto quelli dimenticati o a rischio, contribuendo alla tutela della biodiversità; avere una funzione anche educativa e culturale nei confronti dei consumatori, soprattutto dei giovani, che avranno l’opportunità di conoscere ricette e sapori contadini forse nemmeno mai conosciuti; nonché valorizzare le competenze e le capacità creative delle donne dell’agricoltura, che combattono la crisi creando una nuova forma di integrazione al reddito agricolo”.
Insomma, “le donne, ancora una volta, in un momento economico difficile, creano innovazione nella tradizione”, ha aggiunto Longhin, “creano ‘l’AgriCatering Donne in Campo‘ per continuare a rimanere legate alla loro terra portando a tavola i suoi frutti e parte di se stesse e della loro identità”.
Tra l’altro, ha aggiunto, “proprio la convivialità rappresenta il processo con cui l’agricoltura condivide la sua quasi invisibile capacità di portare quel benessere di cui oggi si avverte la necessità: l’armonia dei sensi, il sapore della vita e della semplicità, la gioia della condivisione, l’arte del non superfluo”.
“Le donne che fanno e faranno ‘Agricatering’”, ha ribadito Dino Scanavino, presidente della CIA, chiudendo l’assemblea di Donne in Campo, “non porteranno sulle tavole solo del buon cibo, ma anche le tradizioni e le culture dei territori di provenienza”. E “i prezzi saranno in linea con quelli proposti dai servizi di catering convenzionali di buon livello, ma l’ “AgriCatering“, utilizzando prodotti a ‘filiera cortissima’, potrà beneficiare di un vantaggio competitivo che riverserà, in valore, dentro la qualità degli alimenti nel piatto. Insomma, prodotti ai più alti standard qualitativi, garantiti dall’agricoltore stesso che li ha coltivati. Crediamo in un buon risultato di questa idea, sperando che l’eccesso di burocrazia, che spesso ostacola i processi imprenditoriali in agricoltura, non vanifichi il nostro lavoro”, ha concluso Scanavino.
di Diana Patrizia Tonin
25 Luglio 2015