Con una media di almeno mille pizze al giorno, preparate da maestri pizzaioli nello straordinario spazio di RossoPomodoro allestito al centro del padiglione di Eataly nell’Esposizione Universale di Milano, l’arte della pizza napoletana sta conquistando il gusto di tutti i visitatori di Expo da ogni parte del mondo. Giornalisti, personaggi famosi, turisti italiani e stranieri, grandi e piccoli, infatti, si fermano attirati dal tradizionale fornodoro e, ovviamente, dallo squisito profumo delle pizze, degli aromi degli impasti e degli ingredienti freschi, lavorati con pazienza e passione dai pizzaioli.
Insomma, un grande successo per la Campania e per Napoli di cui RossoPomodoro è ambasciatore all’Expo. Dal primo maggio, quando la manifestazione ha aperto le sue porte al pubblico, sono partiti i cronometri che contano le ore della lievitazione per gli impasti di ogni giorno, almeno 24 ore, per far si che le pizze siano sempre morbide, digeribili e genuine.
Sono “Margherita”, “Massese”, “Capricciosa”, “Verace” e anche due pizze speciali con impasto ricco a base di farina integrale, una vegetariana e una con prosciutto cotto arrosto Capitelli e mozzarella. Queste due ultime pizze speciali, durante le settimane di Expo, cambieranno a rotazione con molte altre varianti, per far provare tanti nuovi sapori ogni giorno.
RossoPomodoro, così come Pizza & Contorni e Anema & Cozze, fa parte del Gruppo Sebeto Spa, la cui attività d’impresa nasce nel 1988. Il primo punto vendita del gruppo, identificato dal marchio Pizza e Contorni, nasce in quell’anno da un’idea innovativa: riconvertire il modello di pizzeria tradizionale abbinando la tradizione della pizza ed i prodotti della terra, riproposti attraverso preparazioni che rispecchiano le ricette della tradizione culinaria partenopea, e l’immagine nuova di un locale completamente diverso dai classici ristoranti-pizzeria.
Rossopomodoro continua e rafforza quell’intuizione originaria puntando ulteriormente sulla qualità del prodotto, sulla ricerca filologica atta a mantenere la tipicità dei piatti che vanno a comporre i menù, ed infine sulla caratterizzazione dei locali e sul contenimento dei prezzi al pubblico. L’obiettivo finale consiste nel diffondere la cucina partenopea in Italia e nel mondo.
di Dario de Marchi
14 Maggio 2015