Metti un giovane, meglio se sotto i 30 anni in cantina, e subito le vendite di vino cominciano a salire. Ad esempio nel Nord Est c’è un’azienda guidata da tre fratelli con meno di trent’anni ed esporta in 40 paesi, dagli Usa alla Thailandia, dall’Estonia alla Malesia. Insomma, Cà di Rajo, cantina di Rai di San Polo di Piave (Treviso), sembra non sentire gli effetti della crisi. A confermarlo sono i numeri: negli Stati Uniti, nei primi sei mesi di quest’anno, ha già raddoppiato le circa 15.000 bottiglie vendute nel 2013, toccando quota 30.000 e gli obiettivi per il futuro sono ancora più ambiziosi.
“Per il 2015 prevediamo di arrivare a 60.000 bottiglie negli Usa, dove siamo giunti per la prima volta solo due anni fa”, ha detto Simone Cecchetto, che a 29 anni cura la regia di questa realtà con i fratelli Alessio e Fabio, anche loro under 30.
Insieme sono riusciti a far approdare anche in Sud Africa, Est e Nord Europa, in Asia, Oceania, Sud America e in altri angoli del pianeta il Raboso, ovvero quello che per secoli è stato l’unico vino della Serenissima giunto anche oltre confine, fino al lontano Oriente.
Per Simone Cecchetto la ricetta anticrisi sta proprio nel coniugare tradizione e innovazione: “La chiave di lettura del nostro successo”, ha svelato il titolare di Cà di Rajo, “sta infatti nell’aver saputo valorizzare il nostro territorio promuovendolo all’estero, dove il consumatore è particolarmente esigente e alla costante ricerca di vini che abbiano una storia e un alto livello di qualità. Abbiamo cercato di conservare il bagaglio culturale del vino ‘Raboso’ perché esso rappresenta un qualcosa di inimitabile”.
Parte della produzione dei vini di Ca’ di Rajo viene ricavata da vigneti che presentano la storica forma di impianto definita ‘Bellussera’, un antico metodo di allevamento della vite basato su un sistema a raggi.
Accanto a etichette come il “Raboso Piave Doc Riserva Notti di Luna” (medaglia d’oro per l’annata 2007 al “Concours Mondial de Bruxelles 2014”), l’azienda trevigiana ha scelto di proporre agli amanti dell’enologia una versione nuova, frizzante e versatile di questo vitigno autoctono e lo ha ‘vestito’ di rosa. Il “Rosè di Cà di Rajo”, vino rosato ottenuto da uve raboso, sarà presto anche negli Usa: nelle prossime settimane giungerà in California, Florida, Illinois e Carolina del Nord.
La storia di questa azienda, che ha aperto le sue porte ai giovani, offrendo opportunità di lavoro anche agli under 40, è quella di vignaioli legati a filo doppio con il territorio. Nel 1960 la famiglia Cecchetto, allora mezzadri di Giol, ha trasformato la nuda terra in vigneti di pregiate uve e col proprio lavoro nel 1972 ne diviene proprietaria.
Tra le sue produzioni vi sono: “Prosecco Superiore Millesimato Docg Valdobbiadene” nelle versioni “Brut” e “Extra Dry”, “Prosecco Doc Treviso”, “Malanotte Docg”, “Raboso Piave Doc”, “Manzoni Bianco 6.0.13”, “Pinot Grigio”, “Chardonnay”, “Sauvignon”, “Cabernet Sauvignon”, “Cabernet Franc” e “Merlot”.
Grazie all’impegno, dedizione e professionalità dei tre giovani proprietari e dei loro altrettanto giovani collaboratori, la Ca’ di Rajo spedisce la sua produzione di qualità in una rosa molto ampia di paesi, che comprende Brasile, Messico, Canada, Francia, Austria, Svizzera, Belgio, Biellorussia, Olanda, Albania, Slovacchia, Repubblica Ceca, Russia, Cambogia, Estonia, Lituania, Irlanda, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Romania, Polonia, Ucraina, Hong Kong, Macao, Cina, Indonesia, Vietnam, Singapore, Thailandia, South Korea, Giappone, Usa, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia, Malaysia, Taiwan, Capo Verde, South Africa.
3 novembre 2014
di Enos Caneva