I vini dell’Etna si raccontano e vanno in libreria per svelare l’eccellenza di una produzione di alta qualità e di lunga tradizione. A Eataly Roma è stata presentata la “Guida ai Vini dell’Etna”, realizzata da “Cronache di Gusto”, da parte di Fabrizio Carrera, direttore del giornale di enogastronomia on line Cronachedigusto.it, e di Federico Latteri, uno dei curatori della stessa guida. E poi ovviamente c’è stata la degustazione dei vini etnei. “Etna da bere. Fascinoso e sfuggente. Ricco di identità e molto piacevole” è la frase del sito che meglio condensa il significato di un terroir e del suo vino.
Oggi dire Etna significa parlare di un’area unica al mondo che finalmente si sta rivelando nelle sue immense potenzialità. Poco più di mille ettari, una produzione che secondo alcune stime non arriva a due milioni di bottiglie. Numeri piccoli, molto esigui, ma come si sa nel vino non è la quantità che fa l’eccellenza. L’Etna è un territorio unico per il suo clima continentale in mezzo al Mediterraneo e ricco di storia: come documenta la cronaca del Mito, già Polifemo era un vignaiolo molti secoli prima di Cristo, così.
La “Guida ai vini dell’Etna” è l’informazione digitale che compie un salto indietro e decide di ricorrere alla carta stampata per documentare i successi del vino sull’Etna e i suoi protagonisti, ovvero quei tanti piccoli e medi vignaioli che spuntano ad uno ad uno come sottratti all’oblio che li ha avvolti per secoli. Insomma, non una semplice guida ai vini, ma una guida al territorio dell’Etna con il vino quale filo conduttore.
Sfogliando le pagine della guida redatta da Cronachedigusto.it si trovano cantine e produttori e il racconto delle etichette senza punteggi perché tutte da bere e da scoprire. In questo intelligente manuale l’aspetto più importante è la narrazione del territorio e dei singoli vini nelle varie e numerose declinazioni. Sono presenti le coordinate geografiche e l’indicazione della presenza di eventuali palmenti, simbolo dell’enologia del territorio stesso e ancora informazioni sulle cantine che offrono ospitalità e quelle dove è possibile degustare.
All’inizio della “Guida ai Vini dell’Etna” è pure presente un elenco di “Vini imperdibili”, secondo la valutazione dei curatori. Sono in tutto una dozzina su quelli recensiti di circa cinquanta cantine, bianchi e rossi che coniugano meglio di altri la piacevolezza e l’identità nel nome di un territorio. Alla fine anche le pagine con i suggerimenti sugli alberghi, i ristoranti e le trattorie e i negozi dove fare acquisti da gourmet.
L’intento è che la guida diventi una bussola per muoversi sicuri tra sciare e vigneti. E c’è anche la traduzione in inglese che si rivolge agli stranieri, sempre numerosi e affascinati da questo scorcio di Sicilia chiamato Etna, affinché lo utilizzino quale strumento di conoscenza della zona.
“E’ stato un lavoro intenso e molto laborioso”, ha detto Fabrizio Carrera, direttore di Cronachedigusto.it, “l’idea, però, era quella di mettere insieme tutte le realtà presenti su questo splendido territorio e fornire ai wine lover uno strumento indispensabile e di facile consultazione su uno dei territori vinicoli più interessanti d’Italia”.
Da parte sua il co-curatore Federico Latteri ha spiegato le caratteristiche del territorio etneo, raccontando i vari microclimi presenti, la curiosità delle contrade e i vari terreni che regalano, a seconda delle altezze e delle latitudini, vini molto diversi tra loro.
Queste le aziende che hanno partecipato alla presentazione e degustazione romana:
• Alta Mora Cusumano, con Alta Mora Etna bianco 2015, Alta Mora Etna rosso Doc;
• I Vigneri di Salvo Foti, con Aurora Carricante 2014;
• Benanti, con Etna rosso 2014, Nerello Mascalese Etna rosso 2013, Serra della Contessa Etna rosso 2012;
• I Custodi delle Vigne dell’Etna, con Alnus Etna rosato 2015, Ante Etna bianco 2014, Pistus Etna rosso 2014, Aetneus Etna rosso 2009;
• Nicosia, con Vulkà Etna bianco 2015, Vulkà Etnarosso 2014;
• Cottanera, con Etna bianco 2015, Etna rosato 2015, Etna rosso 2011;
• Cantine Russo, con Rampante Etna bianco 2015, Rampante Etna rosso 2010, Mon Pit spumante brut blanc de blancs metodo classico 2014, Mon Pit spumante brut rosè metodo classico 2014;
• Patria;
• Firriato, con Le sabbie dell’Etna Etna bianco 2015, Le sabbie dell’Etna Etna rosso 2014;
• Duca di Salaparuta, con Sciaranèra 2014, Làvico 2012, Nawàri 2011;
• Scammacca del Murgo, con Murgo extra brut 2009, Murgo brut rosé 2012, Tenuta S.Michele Etna bianco 2014, Tenuta S.Michele Etna rosso 2014, Tenuta S.Michele Pinot Nero 2012;
• Destro, con Saxanigra Spumante Metodo Classico Brut 2011, Isolanuda Etna bianco 2015, Sciarakè Etna rosso 2009;
• Theresa Eccher, con Altero Etna rosso 2012, E R Etna rosso 2013, Alizee Etna bianco 2014;
• Calabretta, con Carricante 2014;
• Piano dei Daini, con Piano dei Daini Etna bianco 2015, Piano dei Daini Etna rosato 2014, Piano dei Daini Etna rosso 2014, Vigna Vico Etna rosso 2013;
• Primaterra, con Primarosa Etna rosato 2014, Primaterra Etna rosso 2012, Primaterra rosso 2011;
• Scilio, con Valle Galfina Etna bianco 2015, Valle Galfina Etna rosso 2014, Orpheus Etna rosso 2012;
• Tenuta di Fessina, con Erse Etna bianco 2014, A’Puddara Etna bianco 2014, Il Musmeci Etna rosso riserva 2011;
• Graci, con Etna rosso 2014;
• Palmento Costanzo, con Bianco di Sei Etna bianco 2014, Nero di Sei Etna rosso 2012, Mofete Etna rosso 2012;
• Masseria Setteporte;
• Gulfi;
• Barone di Villagrande.
di Dario de Marchi
14 Luglio 2016