Presidente Cotarella, congratulazioni per la conferma della Sua Presidenza di Assoenologi. Quali le prossime sfide?
La ringrazio, onori ed oneri, naturalmente. Questa conferma mi spinge ad impegnarmi ancora di più, se possibile. Il mio desiderio è quello che Assoenologi riesca a dare all’enologo tutto ciò di cui ha bisogno per svolgere al meglio il proprio mestiere. Come dico sempre, il vino italiano non poteva essere quello che è diventato senza la figura dell’enologo, la figura chiave e maggiormente responsabile per il processo del rinascimento del vino italiano, senza nulla togliere a tutte le figure professionali che fanno il successo di una Cantina. É necessario far crescere chi decide di avviarsi a questa professione, dobbiamo impegnarci nella ricerca, nella sperimentazione e nella cultura, portando i giovani a conoscere sia le problematiche sia le soluzioni del settore. Questo desiderio si sta traducendo in primis nell’impegno, assieme al Consiglio d’Amministrazione di Assoenologi, di dedicarsi concretamente al futuro dei nostri giovani, anche perché ritengo sia un dovere di chi ha avuto più fortuna nella vita di trasmettere il proprio insegnamento alle future generazioni. È un impegno decisamente oneroso, da portare avanti con quell’entusiasmo che noi enologi possediamo. Abbiamo deciso di rivoluzionare la formazione delle nuove leve. Vi sarà una collaborazione con le scuole, con le quali vogliamo studiare delle strategie esclusivamente a favore dei ragazzi che in questo momento si stanno diplomando e laureando nelle discipline dell’enologia e della viticoltura.
Questo Giugno, a Verona, il 71° Congresso di Assoenologi. Un compleanno importante. Il quarto della Sua Presidenza. Come riuscirà a sorprenderci ancora?
Il Congresso di quest’anno sarà l’occasione per celebrare sia i 50 anni di Vinitaly, sia i 125 di Assoenologi, e soprattutto la grande trasversalità della figura dell’enologo. Enologi ed enotecnici saranno al centro dei lavori, con un confronto e uno scambio tra le quattro maggiori scuole che si dedicano alla ricerca: quella tedesca, quella italiana, quella francese e quella americana. Gli illustri ricercatori presenti avranno modo di portare i frutti del loro lavoro, anche perché siamo tutti concordi nel pensare che senza la ricerca e senza la scienza non esisterebbe la viticoltura, ed esisterebbero solo dei piccoli orticelli per far divertire chi di questo lavoro non vive.
Spazio significativo alla Ricerca. Quali i temi di quest’anno?
Concentrarci sulla ricerca delle varie scuole internazionali significa concentrarsi sulle potenzialità della nostra crescita. La ricerca del resto è fondamentale nel futuro dell’enologia, ed essere aggiornati su ciò che accade nelle migliori accademie significa poter crescere nella maniera migliore i nostri successori. Ogni scuola avrà modo, in occasione del Congresso, di far conoscere alle altre i propri temi principali. In questo momento, ad esempio, la scuola italiana si sta concentrando soprattutto sulla ricerca genetica, per poter rispondere alla sfida del cambiamento climatico e a quella dei parassiti. I tedeschi ci parleranno della loro visione globale per prossimi trent’anni del mondo dell’enologia e della viticoltura. I nostri cugini francesi porteranno il loro punto di vista sul mantenimento e la valorizzazione della tipicità aromatica dei vini. Gli americani invece ci parleranno dell’enologia sostenibile e del profondo legame che collega le caratteristiche del vigneto al suo vino.
E quest’anno anche vino e sport. Un tema nuovo, curioso. Come mai questo abbinamento?
Un buon vino è il frutto di dedizione, passione, tempo e di un terreno vocato. Lo stesso percorso che svolge un professionista nel mondo dello sport! Partendo da questa similitudine tra vino e sport, parleremo del consumo moderato e intelligente del vino, che può avere anche effetti benefici per gli sportivi. A verificare questa nostra teoria, saranno nostri ospiti alcuni dei più grandi campioni dello sport italiano: Moser, Trulli, Gattuso, Albertini e Lippi. Tutti, tra l’altro, appassionati di vino e in parte produttori. E non dimentichiamo che chi vince “brinda”!
Quest’anno il Paese ospite sarà la Germania. Una scelta inconsueta, no?
Può sembrare che la Germania abbia poco da dare nel panorama vitivinicolo europeo con solo 102 mila ettari, rispetto alla grandi produzioni di Francia, Italia e Spagna, ma vi sono molti elementi che la stanno portando ad essere il competitor del futuro. Innanzitutto la variabilità dei suoli e delle condizioni climatiche, che permettono di produrre un panorama piuttosto articolato di denominazioni. Poi la componente climatica e l’avanzare del global warming, che giocano a favore di tutte le produzioni oltre i 50° di latitudine Nord. Infine la domanda internazionale, che in questo momento sembra prediligere i bianchi freschi e aromatici come Müller- Thurgau, Riesling, Silvaner, e che occupano il 65% della superficie produttiva tedesca (65.557 ha).
Un appuntamento da non mancare dunque?
Sarà davvero una grande Congresso, tanti contenuti, location importanti, ospiti illustri. Ed anche una festa di tutti gli enologi, dei giovani e del vino. Basta dare un’occhiata al programma! Per maggiori informazioni, contattare info@assoenologi.it e 02.99785721
di Patrizia Marin
(già pubblicato su Corriere Vinicolo il 16 maggio 2016)