La nocciola italiana nel mondo è famosa soprattutto per essere uno degli ingredienti della famosa Nutella, prodotta dalla Ferrero, ormai presente come stella del Made in Italy negli scaffali dei negozi di alimentari e di prelibatezze in tantissimi Paesi, a partire dall’Europa e dagli USA.
Ma la nocciola italiana ha molteplici applicazioni, non solo in campo alimentare, farmaceutico e la produzione di liquori (come il piemontese “Frangelico”, targato Campari, più famoso negli USA che in Italia). Per stimolare la conoscenza della nocciola nella primavera del 2004 è stata costituita a Giffoni Sei Casali (Salerno) l’Associazione Nazionale Città della Nocciola, di cui ora fanno parte 254 paesi le cui comunità sono dedite alla coltivazione, alla lavorazione o alla commercializzazione del prodotto con denominazione di origine.
Sono oltre 800 le città italiane coinvolte nella produzione di nocciole, ma non tutte le aree interessate hanno ricevuto riconoscimenti di qualità: solo i comuni del Piemonte e della Campania, due Igp, hanno intrapreso questo percorso. Sicilia e Lazio sono al lavoro per raggiungere questi obiettivi. Altre regioni di produzione tipica di nocciole sono la Calabria e l’Umbria.
“Non solo produzione fine a se stessa e applicazione nei vari settori, ma pure la valorizzazione della memoria e dell’ambiente trovano nell’Associazione l’opportunità per favorire un turismo eco-compatibile e bilanciato nella prospettiva della crescita e della riscoperta gastronomica, medica, estetica delle proprietà della nocciola”, ha ricordato Rosario D’Acunto, presidente dell’organismo, che ha poi sottolineato che “ciò che distingue i territori che hanno scelto di diventare ‘Città della Nocciola’ è la consapevolezza che la propria identità culturale proviene da questo frutto, che la storia della gente dei luoghi della nocciola ne è stata storicamente condizionata, sia nell’ottica delle dinamiche del lavoro che della emancipazione e della trasformazione delle relazioni sociali ed economiche. Tutte motivazioni che trasformano luoghi semplici e a volte ancora sconosciuti in perfette unità sensoriali con un effetto imprevisto di amplificarne una fisicità tattile, storico-culturale, e turistica”.
L’Associazione si propone di intraprendere progetti di tutela della nocciola attraverso politiche di sviluppo eco-compatibile della corilicoltura, difesa delle tipicità, dell’autenticità e della qualità del frutto in tutte le sue diversità presenti sul territorio nazionale. Si propone di affrontare piani di marketing e di divulgazione delle conoscenze legate al frutto, perché ciò costituisca una valorizzazione delle risorse naturali ed economiche delle aree interessate a questa coltivazione.
Ma mira a diventare anche un’opportunità per l’emancipazione del turismo enogastronomico e naturale laddove non esiste ancora un’utenza pronta a rispondere ad esigenze specifiche dei visitatori ed operatori del sistema. In questa chiave di intenti, amare la nocciola significa unire i popoli nella reciproca conoscenza delle tradizioni, sostenerli offrendo opportunità lavorative che nasceranno durante la crescita di un sistema di rete tra i comuni della penisola, scoprire il costume e le potenzialità economiche dei paesi e favorire la ricerca. In queste forme il progetto che motiva l’Associazione trova inoltre conferme nell’attuale carattere transnazionale delle merci e dell’informazione, cavalcando le sovrastrutture globali ma rimanendo sempre ancorato alle identità locali che ne sono l’anima. L’Associazione aderisce al progetto di marketing territoriale “Res Tipica” dell’Anci.
Insomma, i territori della nocciola Italiana si presentano nello scenario come nuove destinazioni turistiche, forti di comunità ospitali e di un prodotto altamente evocativo. All’ombra dei campanili italiani, dove si producono le cose che piacciono al mondo intero, si produce da millenni la nocciola migliore che nasce dalla magica intesa fra l’uomo e la natura, il lavoro umano e la vocazione del territorio.
Oggi sempre più consumatori, alla ricerca di esperienze sensoriali, scelgono un viaggio di scoperta per vivere il culto della nocciola nei “luoghi” e nei “tempi” scanditi dalla produzione/trasformazione. La vocazione ambientalista, naturalista e rurale, l’ospitalità diffusa, l’offerta enogastronomica, i servizi, gli eventi e le occasioni di tempo libero all’interno di sistemi di offerta più ricchi e complessi fanno dei borghi della nocciola italiana la vera novità dell’offerta turistica nazionale. Nell’Italia delle mille identità, i territori rurali della nocciola Italiana si presentano al “noccio turista” come territori ospitali con comunità locali orgogliose di un prodotto che il mondo ci invidia e che oggi dispiegano tutte le componenti. (www.nocciolaitaliana.it)
di Eleonora Albertoni
13 Marzo 2016