Le marmellate Rigoni di Asiago, sull’omonimo altipiano vicentino, volano e cominciano a guardare alla quotazione in borsa. L’azienda produttrice svetta verso l’obiettivo dei 100 milioni di euro di fatturato consolidato nel 2015, dopo avere chiuso il 2014 con vendite per circa 86 milioni di euro e con una crescita favorita dalla netta accelerazione dell’export. Tanto che all’orizzonte del 2017 si potrebbe anche profilare lo sbarco in Borsa, in collegamento con l’uscita dall’azionariato del Fondo Italiano. A indicarlo è stato Andrea Rigoni, amministratore delegato dell’azienda vicentina produttrice di marmellate e di miele biologico.
In occasione della presentazione del progetto di restauro dell’Atrio dei Gesuiti nel Palazzo Brera (di cui la Rigoni è sponsor assieme a Fondaco), l’amministratore delegato ha espresso soddisfazione per l’andamento del 2014 e per le prospettive del 2015. Lo scorso anno il bilancio si è chiuso con “un aumento del 14% del fatturato consolidato a circa 86 milioni e una buona redditività, in linea con quella che ci aspettavamo. Siamo contenti anche perchè la parte export è andata molto bene”. In effetti le vendite della Rigoni sui mercati esteri “dal 6-7% di due anni fa, sono arrivate al 20% con una crescita anche superiore alle attese e che dovrebbe proseguire”. Per il 2015, ha aggiunto Rigoni, “l’obiettivo è quello di arrivare attorno ai 100 milioni di consolidato”.
Sarà un anno importante per la società dell’Altopiano di Asiago perchè “al di là dell’Expo Milano 2015, a cui parteciperemo, andremo a costruire nuovi insediamenti produttivi nell’area di Albaredo d’Adige, a metà strada tra Vicenza e Verona, dove abbiamo già il centro logistico”. Si tratta di una delocalizzazione rispetto allo stabilimento storico di Asiago e sarà dedicata alla produzione del nocciolato, uno dei prodotti dell’azienda che sta crescendo di più. Per quest’anno le spese previste sono attorno ai 7 milioni di euro sia per lo stabilimento che per gli impianti, ma il totale dell’investimento è superiore ai 15 milioni.
Per quanto riguarda un interesse per lo sbarco sul listino azionario, Rigoni ha ricordato che la società dal 2012 ha come socio di minoranza il Fondo Italiano d’Investimento con il 35%. “A partire dal 2017 il Fondo è in uscita e il nostro futuro dipenderà anche da quello. Potrebbe esserci, insomma, anche una quotazione legata all’uscita del Fondo”, ha precisato Rigoni.
di Dario de Marchi
10 Aprile 2015