Immaginate un moderno contadino, con la camicia a quadri, le scarpe bucate ma con il taglio rock e ribelle, che gira il mondo a fare un mestiere antico, a contatto con la natura, di quelli che ci si sporca le mani. Lui è Marco Simonit e fa il “preparatore d’uva”, cioè pota le viti, ridà o allunga loro la vita attraverso precisi tagli poco invasivi, per garantire un futuro sano e longevo alla pianta della vite e ottimi vini. Assieme a un gruppo di lavoro, dove sono tutti belli e preparati (incredibile, ma vero), e al socio Pierpaolo Sirch, Marco Simonit ha conquistato il mondo vitivinicolo nazionale e internazionale, partendo dal suo Friuli Venezia Giulia.
E ha dimostrato che il saper fare artigianale tipico del Made in Italy, con passione, impegno e condivisione si può esportare ovunque: in Italia, partendo dai grandi nomi della viticoltura, passando e affermandosi in Francia, nella terra dello Champagne, invalicabile quasi per tutti coloro che non sono francesi. Da quel momento in poi, le richieste si sono susseguite da tutta Europa, dagli Stati Uniti, dall’Australia e chissà quanti altri luoghi negli anni a venire.
Dal 2003, Marco Simonit con la sua squadra di preparatori d’uva – Simonit&Sirch – ne ha potate di viti, di tutti i tipi e con qualsiasi terreno e clima. E in poco tempo tutti assieme sono diventati l’unico gruppo a livello europeo – e forse nel mondo – ad essere accreditato e strutturato nel settore della formazione dei potatori d’uva.
Negli ultimi 5 anni, infatti hanno aperto 12 scuole di potatura in tutta Italia, teoria e pratica in inverno e primavera, ginnastica ad hoc per i potatori – ebbene sì – e hanno formato 2.500 allievi, creando così una rinnovata professionalità e nuove prospettive di lavoro per i giovani in ambito agricolo.
Un mestiere antico e umile, che porta in sé radicate tradizioni contadine, ma che visto in chiave moderna e soprattutto attraverso gli occhi, le mani, la fierezza e la passione di Marco Simonit, può solo piacere.
(di Patrizia Tonin)