Il Prosecco, le bollicine Made in Italy più amate nel mondo, punta alla genuinità attraverso l’unitarietà consortile per consolidare la sua solida posizione. È stata costituita la società consortile “Sistema Prosecco”, frutto della comune volontà del Consorzio Doc Prosecco, Consorzio Docg Asolo Prosecco e Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco di collaborare mettendo assieme le forze per una più serrata lotta alla contraffazione. I tre enti assieme valgono 500 milioni di bottiglie. Nel Paese dei mille campanili, la Santa Alleanza delle bollicine è stata presentata ai giornalisti italiani e stranieri nella sede dell’Associazione Stampa Estera, accolti dal presidente Tobias Piller, corrispondente del “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, presenti i rappresentanti del Governo, il viceministro Andrea Olivero e il sottosegretario Ivan Scalfarotto.
Attività di monitoraggio internazionale, contrasto a marchi che impropriamente utilizzano il termine Prosecco con nomi imitativi o evocativi sfruttando l’italian sounding, azioni legali e, soprattutto, una stretta collaborazione con le Istituzioni italiane e internazionali hanno sinora consentito al Sistema Prosecco il raggiungimento di importanti risultati, come la scoperta di 400 imitazioni in due anni.
“Garantire la salvaguardia del Prosecco”, ha detto Stefano Zanette, presidente del consorzio Tutela Doc Prosecco (ha prodotto 355 milioni di bottiglie nel 2015) e del Sistema Prosecco, “è una delle nostre priorità perché l’enorme successo conseguito a livello mondiale da parte delle tre denominazioni ha determinato il proliferare di fenomeni dannosi. Come Sistema Prosecco vogliamo preservare il consumatore e il mondo della produzione da tali rischi lottando affinché a livello nazionale e internazionale vi sia un corretto utilizzo del termine Prosecco“.
Sono 400 le segnalazioni di irregolarità intercettate in Germania, Regno Unito, Polonia, Olanda, Austria, Irlanda, Svizzera, Croazia, Danimarca, Romania e Spagna, ha ricordato Zanette. Nella maggior parte dei casi le irregolarità sono state riscontrate nel Web con una errata presentazione di prodotti simili o imitativi del Prosecco, come i falsi “Prosecco alla spina”, “Prosecco in lattina” e “Prosecco Rosè”.
“Fin dalla sua costituzione, il Consorzio di tutela della DOC Prosecco ha compreso l’importanza della difesa degli interessi legittimi dei produttori e dei consumatori, vittime, molto spesso inconsapevoli, di illeciti capaci di minare fin dalle sue fondamenta una denominazione”, ha detto ancora Zanette, e “coniugando informazione e repressione si cerca di offrire maggiori garanzie agli oltre 10 mila produttori che, con impegno e dedizione, hanno fatto di un prodotto agricolo un’icona del Made in Italy e ai milioni di consumatori che nel mondo premiano la qualità delle nostre produzioni”.
Armando Serena, presidente del Consorzio Vini Asolo Montello (5 milioni di bottiglie prodotte nel 2015) ha spiegato che “il Prosecco in ogni bottiglia rivela l’arte e la cultura del nostro territorio. A questi luoghi sono legati i nomi di Antonio Canova e Eleonora Duse, di Giosuè Carducci e Freya Stark. La denominazione racconta un patrimonio di bellezza e nobiltà dove cultura e coltura sono un connubio impossibile da replicare”.
Per questo, “proteggere il nostro nome significa anche proteggere la storia e l’identità del nostro prodotto”, ha affermato Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG (con 83 milioni di bottiglie nel 2015), rilevando che “da più di tre secoli nei 15 comuni della nostra denominazione la produzione del Prosecco è parte integrante della cultura del territorio. Oggi le colline tra Conegliano e Valdobbiadene, grazie ai filari che ne ricamano i pendii, per la loro unicità paesaggistica sono candidate a Patrimonio UNESCO dell’Umanità. La morfologia del territorio e la difficoltà a lavorarlo hanno portato a definire eroica l’agricoltura tra le nostre vigne. Le viti, coltivate tra i 50 e i 500 metri d’altitudine, sono lavorate a mano per la pendenza, che può raggiungere il 70%, e rende impossibile il lavoro meccanico. Elementi che hanno contribuito in maniera significativa al valore e al successo del Prosecco”.
Apprezzamento dal Governo per l’iniziativa Sistema Prosecco. Il sen. Andrea Olivero, viceministro delle politiche agricole, ha sottolineato che “la difesa del nome Prosecco non è certo protezionismo, ma un’attività di tutela di una qualità certificata da disciplinari che, ricordiamolo, comportano investimenti da parte dei produttori e scelte importanti sulle strategie da seguire”. Da parte sua l’on. Ivan Scalfarotto, sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, ha rilevato che “il fatto di aver costituto un sistema che parla con una voce sola è senz’altro una buona pratica ed è in linea con lo sforzo del Governo per supportare la crescita del Made in Italy“.
di Patrizia Marin
1 Luglio 2016