La rappresentazione “Vedere per Credere – Credere per Vedere” è stata messa in scena nella cattedrale di Orvieto nel giorno del Sacro Corporale, il 10 giugno, con il suggestivo racconto del Miracolo Eucaristico del Corporale, che ha avuto quest’anno un forte legame con una delle maggiori e migliori vocazioni e tradizioni del territorio, ossia il vino, il “nettare della Rupe”. Ad introdurre la performance di e con Guido Barlozzetti, è stato il prologo di Riccardo Cotarella, presidente dell´Unione Mondiale degli Enologi e presidente del Comitato Scientifico Orvieto diVino, organismo che ha sostenuto lo spettacolo. Il suo intervento in particolare ha riguardato il tema del valore simbolico e sacrale del vino. Del resto la tradizione cristiana nello stesso atto eucaristico affida al vino un elevato significato religioso come emblema del sangue di Cristo.
È in tale chiave di stretta correlazione che, dopo la rappresentazione “Vedere per Credere – Credere per Vedere”, la liaison ha continuato nella splendida e intensa atmosfera dei sotterranei del Duomo, dove gli spettatori hanno partecipato a una degustazione dei vini di del territorio orvietano, curata dal Consorzio Tutela Vini Orvieto, realizzando così un originale momento di forte significato storico, ambientale e culturale. E’ stata un´occasione che, al tempo stesso, ha voluto essere sobria ed elegante per ricordare in senso comunitario e solidale il valore e la tradizione del vino di Orvieto, una produzione che trae le sue origini sin dal tempo degli Etruschi e poi negli anni connotatosi come il vino dei Papi.
– Nota Storica – Il miracolo eucaristico di Bolsena sarebbe avvenuto nel 1263 nella cittadina viterbese. Il sacerdote boemo Pietro da Praga da tempo dubitava della reale presenza di Gesù nell´ostia e nel vino consacrati. Di ritorno da Roma, a Bolsena stava celebrando la messa e, secondo la tradizione, al momento della consacrazione l´ostia cominciò a sanguinare sul corporale. Impaurito e confuso, il sacerdote cercò di nascondere il fatto, concluse la celebrazione, avvolse l´ostia nel corporale di lino e fuggì verso la sacrestia. Durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul marmo del pavimento e sui gradini dell´altare. Pietro da Praga si recò subito dal papa Urbano IV, che si trovava a Orvieto, per riferirgli l´accaduto. Il Pontefice, allora, inviò a Bolsena il vescovo di Orvieto per verificare la veridicità del racconto e per recuperare le reliquie. Lo stesso Pontefice poi dichiarò la soprannaturalità dell´evento e, per ricordarlo, l´11 agosto 1264 estese a tutta.
di Leonzio Nocente
26 Giugno 2017