È quasi quotidiana la conferma da parte del mondo scientifico internazionale che il vino fa bene. Fa bene alla salute, ma non solo. Fatti salvi gli abusi sui cui effetti nocivi è inutile soffermarsi. Qualche manciata di noccioline e gli antiossidanti presenti nel vino rosso, infatti, possono rallentare la perdita di memoria legata all’invecchiamento cellulare e prevenire il deterioramento della memoria tipico dell’età avanzata. Lo ha stabilito uno studio dell’“Institute for Regenerative Medicine” del Texas (USA) e pubblicato su ‘”Scientific Reports”, che si è basato anche su dati provenienti dall’Europa e dal Regno Unito. Insomma, noccioline e vino sono un’arma naturale per contrastare anche l’Alzheimer.
La ricerca ha mostrato in particolare le virtù del resveratrolo, un fenolo non flavonoide presente nella buccia dell’acino d’uva. La sostanza, che è rintracciabile anche in alcuni frutti di bosco e nelle noccioline, secondo i ricercatori è, quindi, in grado di aiutarci con la memoria, soprattutto superata una certa età, una funzione che finora era stata soltanto ipotizzata.
Il team di studiosi americani ha sottolineato in particolare gli effetti benefici del resveratrolo sull’ippocampo, quella parte del cervello la cui salute è essenziale per la memoria, l’apprendimento e l’umore.
Per gli esperimenti sono stati usati ratti da laboratorio, che hanno appunto mostrato un notevole miglioramento delle capacità mnemoniche se trattati con questo antiossidante.
Più in generale è noto che il consumo eccessivo di alcool abbia effetti negativi sulla salute, ma molti studi epidemiologici hanno ampiamente dimostrato che un consumo moderato è associato ad una diminuzione dei problemi cardiovascolari come l’insufficienza cardiaca. Tale tesi è suffragata da ulteriori studi sul cosiddetto “paradosso francese”. Tale paradosso illustra l’incidenza relativamente bassa della coronaropatia in Francia nonostante il consumo relativamente alto di grassi insaturi nella dieta tradizionale francese. Alcuni epidemiologi ritengono che questa differenza sia dovuta all’alto consumo di vino da parte dei francesi, ma questa teoria non ha al momento solide basi scientifiche.
Poiché il bevitore moderato medio tende a fare spesso esercizio fisico, ad essere attento alla propria salute, e ad avere un retroterra culturale e socioeconomico solido, l’associazione tra consumo moderato di vino e salute migliore potrebbe essere legata a fattori collaterali o rappresentare una correlazione piuttosto che un rapporto di causa-effetto.
Studi sulla popolazione hanno rilevato un’associazione tra consumo di vino e rischio di problemi cardiaci, rappresentata da una J-Curve: i bevitori pesanti presentano un rischio elevato, mentre i moderati (fino a 20 grammi di alcool al giorno, corrispondenti a circa 120 ml di vino a 13°) presentano un rischio minore di quello degli astemi. Altri studi hanno associato il consumo moderato di altri alcolici può risultare cardioprotettivo, ma in misura minore rispetto al vino. In più, è stato rilevato che il consumo di vino rosso presenta più benefici rispetto al vino bianco, anche se altre ricerche non hanno trovato differenze.
Il vino rosso contiene più polifenoli del bianco, e tali composti sono ritenuti essere particolarmente protettivi contro i problemi cardiovascolari
di Enos Caneva
6 Febbraio 2015