La più gustosa, schietta e genuina cucina tradizionale siciliana sbarca a Roma, in riva al Tevere. Con il nome di “Siculo”, infatti, è approdato nella zona riva destra di Ponte Milvio il ristorante palermitano “Scialo”, di Paolo Calò e Baldo Milotta. Per ora è solo un avamposto temporaneo perché la caratteristica della new entry della ristorazione capitolina è di essere un ristorante a termine, ossia fino al 30 settembre.
L’apertura di una sede romana di “Scialo” ( www.scialofood.com), rinomato ristorante di cucina tradizionale siciliana, situato nel centro storico di Palermo, nasce da un’idea del titolare Paolo Calò e del socio Baldo Milotta, imprenditore siciliano. Il loro locale nell’isola è anche cocktail bar, live music e street food in via Notarbartolo. E proprio partendo dall’esperienza sinora maturata in Trinacria i due imprenditori della gastronomia si sono cimentati a portare a Roma la cucina siciliana, con i suoi sapori, odori e colori irripetibili. Una scuola considerata da tutti i buongustai un’eccellenza e di cui si sentiva un po’ la mancanza nella ricca offerta gastronomica della capitale. E come localizzazione è stato scelto una dei punti di riferimento della movida romane, ossia l’emozionante atmosfera della riva del Tevere.
Così “Siculo” fino alla fine di settembre ogni sera porta in tavola i prodotti e i piatti più tipici e tradizionali di questa fantastica terra. Dagli arancini alle crocchette di patate, dalla caponata alle sarde a beccafico, al crudo di gamberi rossi di Mazara del Vallo, ai salumi e formaggi nostrani, per cominciare.
Poi, tra i primi piatti ci sono i tortini di anelletti al forno e di bucatini con le sarde, ma anche spaghetti con i ricci o busiate alla trapanese. Come secondo ben figurano pesce spada alla ghiotta, tonno rosso in agrodolce, arrosto panato alla palermitana e involtini di carne alla siciliana. Per finire con un trionfo di dolci, a partire dai magnifici cannoli, quasi un pranzo a sé, le cassate, cremolose, il gelo di melone. Il tutto accompagnato dai vini del marchio aziendale “Judeka”, come il Grillo, il Nero d’Avola e lo Syrah. Ma da “Siculo” non poteva mancare lo street food. Nel menu, infatti, ben figurano panelle e crocchè, arancine e sfincione, per una pausa veloce con cui assaporare l’essenza più vera della Sicilia.
E non basta. Visto che la movida di Ponte Milvio richiama soprattutto i giovani, “Siculo” ha riservato spazio all’aperitivo e, dopo cena, cocktail bar, live music e djset, oltre ad un ben fornito punto di vendita con i tipici prodotti siciliani, molti dei quali fanno parte della linea creata dai due imprenditori, che porta lo stesso nome del ristorante: “Scialo”. Conserve di prodotti ittici (filetti e ventresca di tonno, paté di pesce spada e di tonno, acciughe arrotolate con mandorle, pistacchi o capperi, la caponata di tonno con carciofi o melanzane, i preparati al nero di seppia e con le sarde) o vegetali (pomodori secchi, capperi, paté di finocchietti oppure di carciofi e mandorle).
Se non fosse il rumore dello scorrere del Tevere a pochi metri, insomma, si potrebbe fantasticare di essere a Palermo. Un solo ma forse imprevisto neo. Il forse imprevisto successo del locale, sempre pieno, ha infatti messo a dura prova il poco personale di sala, strenuamente impegnato nell’accontentare tutti ma dilatando un po’ troppo i tempi di attesa. Ma l’ottima cucina premia bene la pazienza. Oltre a questo dettaglio e il forte richiamo esercitato da “Siculo”, viene il sospetto che questo sbarco temporaneo in realtà possa essere un tentativo di sondare la piazza e trovare un locale permanente dove portare il meglio della gastronomia tradizionale siciliana.
di Dario de Marchi
8 Luglio 2016