Verrebbe quasi spontaneo dire che il prossimo Vinitaly, il 49°, a Verona dal 22 al 25 marzo, a ridosso di Expo Milano 2015, sarà veramente… da sballo. In effetti, proseguendo il crescendo degli anni scorsi, sarà un appuntamento eccezionale e che testimonierà in modo internazionali la preminenza mondiale del vino Made in Italy. Un Vinitaly fortemente proiettato al business, all’incontro con delegazioni e missioni commerciali provenienti sia da mercati maturi, sia da aree in forte o potenziale sviluppo, con un calendario di incontri b2b, seminari e degustazioni professionali in grado di dare risposte concrete per le strategie commerciali del settore enologico (www.vinitaly.com).
Ma il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati vede innanzitutto il fondamentale riconoscimento da parte del Governo del sistema fieristico come perno essenziale per la promozione all’estero.
“Il piano per l’ internazionalizzazione del Made in Italy è per la prima volta organico di tutti i ministeri ed efficace anche per la capacità di coordinamento tra i ministeri. Ci sono risorse economiche sei volte più impegnative rispetto a quelle che sono state messe negli ultimi anni proprio per il sostegno alla internazionalizzazione”, ha detto Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, al termine della riunione al ministero dello Sviluppo economico dove si è tenuta la cabina di regia sul piano per l’ internazionalizzazione del made in Italy del governo Renzi.
E a tale proposito, ha aggiunto il ministro alla presentazione del Vinitaly, ha sottolineato che “l’agroalimentare è uno dei pilastri fondamentali di questo piano, in particolare contempla voucher per i temporary manager, export alle piccole medie imprese, sostegno alle piattaforme logistico-distributive agroalimentari per i mercati internazionali e contrasto all’italian sounding con un piano lavoro, in particolare di accompagnamento legale alle imprese in ragione alla differenze dei mercati che devono affrontare. A me sembra un bel piano di svolta”, ha concluso Martina.
Lo stesso Ettore Riello, presidente di Veronafiere, presentando a Roma alla stampa la manifestazione veronese, ha rilevato che “l’inserimento delle fiere all’interno del Piano Straordinario per il Made in Italy, che prevede 48 milioni di euro per il potenziamento del comparto, rappresenta per Veronafiere un’ulteriore opportunità di sviluppo della propria piattaforma di servizi alle imprese, che attraverso le proprie rassegne opera da molti anni in qualità di vero e proprio partner per l’internazionalizzazione di tantissime aziende sui mercati esteri”.
Per Vinitaly 2015 tutto questo si è tradotto in un aumento degli investimenti del 34% rispetto al 2014 per la realizzazione di un articolato piano di incoming che, oltre a quanto predisposto direttamente da Veronafiere, vede la fondamentale interazione con tutto il sistema delle istituzioni: Mise, Mipaaf, Agenzia ICE e progetti europei.
Poche ma eloquenti cifre: la prossima edizione di Vinitaly sarà fortemente proiettata al business con buyer e delegazioni da cinque continenti; oltre 4 mila espositori, in molti casi anche di primari brand, per un totale di 91.000 metri quadrati.Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha ricordato che “il 2014 è stato un anno molto particolare, sia per lo scenario economico politico nel suo complesso, sia per le crisi internazionali e gli andamenti monetari”. Ma Mantovani ha espressamente parlato di “segnali positivi per il 2015. Il Salone che Veronafiere si appresta a inaugurare arriva in un anno pieno di appuntamenti importanti per il settore e molto condensati nel tempo fino ad arrivare allo stesso Expo di Milano dove sarà protagonista seguendo la realizzazione del primo padiglione dedicatoal vino nella storia dell’ Esposizione universale in collaborazione con il Mipaaf. si presenta già oggi con un risultato espositivo di assoluta eccellenza”.
L’agroalimentare italiano rappresenta una ricchezza in termini di tipicità e qualità del prodotto. L’industria alimentare italiana non solo è il 2° settore manifatturiero del Paese, ma è anche un settore molto “vivace”; crea occupazione, soprattutto giovanile: 400mila posti di lavoro diretti e 850mila impiegati nella produzione agricola. L’export, anche in questo comparto, è la chiave di sviluppo del settore: in 10 anni il peso delle esportazioni sul fatturato dell’alimentare è quasi raddoppiato. Nonostante le difficoltà dell’embargo russo e le problematiche legate al fenomeno della contraffazione e delle barriere non tariffarie, nel 2014 l’export del nostro agroalimentare ha registrato un +2,4%, raggiungendo un nuovo record di 34,3 mld, dopo il boom di 33,6 miliardi di fatturato raggiunti nel 2013.
E con questa premessa, ha ricordato Riello, “entriamo nel cuore del settore del vino. Un settore per il quale il nostro Presidente del Consiglio proprio lo scorso anno, nel corso della sua visita a Vinitaly, ha lanciato un obiettivo di incremento dell’export del 50% entro il 2020.
Questo è l’obiettivo per cui lavoriamo con Vinitaly e il suo focus sempre più forte e puntuale verso le specifiche esigenze degli operatori business e naturalmente dei produttori. E se l’obiettivo è ambizioso e importante, i numeri di oggi del comparto ci dicono già chiaramente che si tratta di un settore che merita la massima attenzione e che può arrivare al traguardo ipotizzato”.
Nel dettaglio del settore vitivinicolo, il vino rappresenta il 7,2% del fatturato agricolo e l’8% del fatturato dell’industria agroalimentare. Con 2 milioni di ettolitri, l’Italia è primo esportatore di vino, con il 21% del mercato mondiale, e il secondo in valore, per un importo che nel 2014 dovrebbe assestarsi attorno a 5,1 miliardi di euro. Il vino, tra l’altro, rappresenta la prima voce dell’export agroalimentare.
Il Vinitaly è costellato da moltissimi eventi, compresa l’esposizione delle macchine per la lavorazione delle uve e la produzione del vino.
Tra le punte di diamante ci sono:
Organizzato da Vinitaly International, OperaWine è l’esclusivo tasting dei “Finest Italian Wines, 100 Great Producers”, che si svolge il 21 marzo alla vigilia dell’inaugurazione di Vinitaly.
L’evento – www.operawine.it – è frutto della collaborazione con l’autorevole rivista americana “Wine Spectator”.
Novità di quest’anno è l’accordo editoriale con la “Rcs Mediagroup” per la realizzazione della guida ufficiale con le note di degustazione di Wine Spectator dei 103 vini selezionati per questa edizione, mentre le schede aziendali (con 20 new entry) sono a cura di Luciano Ferraro del Corriere della Sera.
La guida sarà disponibile nelle edicole.
Ad OperaWine ingresso riservato su invito a buyer internazionali e stampa specializzata. Alla degustazione (l’unica di “Wine Spectator” in Italia), presenti anche i membri di delegazioni facenti parte delle attività di incoming realizzate in Germania, negli USA, a Hong Kong ed in Cina.
VINITALY INTERNATIONAL ACADEMY
Un’esclusiva iniziativa VIA – Vinitaly International Academy (il progetto educativo con la direzione scientifica di Ian D’Agata, che dal 2014, durante le tappe di Vinitaly International nel mondo, mira a far capire la complessità dei vini italiani) è in calendario dal 16 al 20 marzo a Verona.
Si tratta del primo corso di specializzazione sul vino italiano che rilascia, ai candidati che supereranno l’esame finale, due livelli di certificazione: Italian Wine Ambassador (IWA) e Italian Wine Expert (IWE), con l’obiettivo di creare nel tempo un gruppo di docenti riconosciuti, affidabili e competenti sul vino italiano, che supportino l’attività didattica di VIA nel mondo.
Al corso partecipano alte professionalità del settore, provenienti da Cina, Stati Uniti, Australia, Austria, Brasile, Canada, Corea, Francia, Germania, Hong Kong, Olanda, Regno Unito, Russia, Singapore e Ucraina.
I profili dei candidati sono disponibili dal sito www.vinitalyinternational.com nella sezione VIA – Certification Course.
I NUMERI DEL VINO ITALIANO
• Aziende vitivinicole italiane: circa 380.000, 23% sul totale imprese agricole
• Produzione 2014 (stima Assoenologi): 40 milioni hl di vino (-17% rispetto al 2013)
• Ettari vitati: 665.000 (5% della SAU, Superficie Agricola Utilizzata) – di cui 48% docg e doc e 27% igt
• In Italia si contano: 73 docg e 332 doc e 118 igt
• Valore totale della produzione all’origine: 3,9 miliardi euro (1,9 docg e doc – 0,8 igt – 1,2 vini da tavola)
• Fatturato del vino: 7,2% del fatturato agricolo e 8% di quello dell’industria agroalimentare.
Italia rispetto al mondo
– 1° esportatore di vino con 2 milioni hl, ossia il 21% del mercato mondiale;
– 2° esportatore in valore, per circa 5,1 miliardi € nel 2014
– per volume e valore, 1° esportatore negli Usa – quasi 1,1 miliardi di euro e quota di mercato del 35% – e in Germania – poco più di 1 miliardo di € e quota di mercato del 30%
- per volume, 1° esportatore nel Regno Unito
di Dario de Marchi
27 febbraio 2015