La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutelerà un settore che vale 10 miliardi di euro ma, soprattutto, un simbolo dell’identità nazionale. La Commissione italiana per l’Unesco ha infatti scelto di confermare all’unanimità la candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani per la Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.
Non è un caso che oggi il 39 per cento degli italiani ritiene che la pizza sia il simbolo culinario dell’Italia e che la pizza sia la parola italiana più conosciuta all’estero con l’8 per cento, seguita dal cappuccino (7 per cento), dagli spaghetti (7 per cento) e dall’espresso (6 per cento), secondo un sondaggio on line della Società Dante Alighieri.
Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all’anno, anche se i maggiori consumatori sono negli Stati Uniti, ove si registra il record mondiale dei consumi con una media di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quella degli italiani, che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa.
Nelle circa 63 mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio attive in Italia lavorano complessivamente oltre 150 mila persone. L’arte dei pizzaiuoli napoletani sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010), l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è il Paese che ne vanta il maggior numero a livello mondiale.
“Sono molto contento che la Commissione nazionale Unesco abbia confermato la candidatura di una tradizione così importante per il nostro Paese. Prosegue anche così il nostro lavoro di valorizzazione del Made in Italy dopo Expo Milano 2015. L’arte dei pizzaiuoli rappresenta un simbolo di italianità nel mondo e questa candidatura dimostra ancora una volta l’impegno del governo di proteggere e promuovere, in tutti i contesti mondiali, le tradizioni agroalimentari italiane“, ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina.
Il dossier sarà valutato dall’Unesco nel corso del 2017 e l’esito sarà noto entro dicembre 2017.
Da parte sua Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha annunciato che “con questo importante risultato abbiamo deciso una mobilitazione straordinaria nel week end per raccogliere le firme nei mercati di Campagna Amica lungo tutta la Penisola per raggiungere l’obiettivo di un milione di firme da presentare il 14 marzo a Parigi dove si incontrerà la Commissione internazionale per valutare l’ingresso nella “Lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
di Patrizia Tonin
05 Marzo 2016