Il motto che “l’unione fa la forza” vale per tutti, viticoltori compresi (come hanno fatto Le Famiglie dell’Amarone d’Arte e, con Italian Signature Wines Academy, anche i produttori di eccellenza Allegrini, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda, Frescobaldi e Planeta), ma anche per i grandi cuochi del Made in Italy, solitamente protagonisti e star molto individualisti. Chef stellati e governo per la prima volta si sono messi insieme in un progetto comune per portare l’esperienza enogastronomica italiana sempre più in alto, affinché non sia solo mero riconoscimento all’estero, ma il punto di forza della nostra economia e volano per la crescita. A meno di due mesi dal taglio del nastro di Expo Milano 2015, al ministero delle Politiche agricole, si è svolto il primo “Forum della cucina italiana”, dove 25 tra i più importanti chef italiani hanno portato al ministro Maurizio Martina le loro proposte per migliorare uno dei settori trainanti della nostra economia e renderlo ancor più competitivo e affermato all’estero.
“Dobbiamo essere consapevoli della straordinarietà della nostra cucina”, ha spiegato Martina, “ma anche del fatto che essa è già un grande attore economico e delle potenzialità che può esprimere. Abbiamo discusso con gli chef di alcuni dei punti fondamentali che servono al settore: a partire dalla formazione scolastica al rapporto con la pubblica amministrazione, dal tema del lavoro alla partita dell’internazionalizzazione e della tracciabilità dei prodotti sia nei confini nazionali che fuori”.
Tutti temi che verranno affrontati nel secondo appuntamento del Forum della cucina italiana, a luglio, proprio all’Expo di Milano e che coinvolgerà anche altri chef e ministri del Governo Renzi.
Come ha sottolineato lo stesso ministro Martina, “la riunione è stata la conferma del potenziale formidabile che c’è dentro questa esperienza, dall’individualità al progetto collettivo che coinvolge pubblico e privato. Anche grazie a Expo, faremo vivere agli altri Paesi l’esperienza enogastronomica come fatto identitario di un paese intero”.
Tra gli chef oggi presenti al primo “Forum della cucina italiana”, c’erano Massimo Bottura, Carlo Cracco, Daniele Oldani, Franco Pepe, Antonia Klugmann, Pietro Zito, Claudio Liu, Marco Reitano, Ugo Alciati, Davide Scabin, Cesare Battisti, Moreno Cedroni, Pietro Leemann, Chicco Cerea, Raffaele Alajmo, Antonio Santini, Norbert Niederkofler, Niko Romito, Gennaro Esposito, Corrado Assenza, Pino Cuttaia, Cristina Bowerman, Simone Padoan, Gianfranco Vissani, Antonello Colonna e Fulvio Pierangelini.
Tra gli chef stellati assenti all’appuntamento al ministro, oltre a Filippo La Mantia anche il grande e storico Gualtiero Marchesi, forse uno degli chef più riconosciuti nel mondo e mentore di molti tra i cuochi presenti oggi. Sulla sua assenza il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha garbatamente glissato: “Questo è solo il primo Forum, non potevamo invitare tutti. Il concetto di fondo è ‘fare’ e questo è solo l’inizio”.
“Oggi il ministro ci ha aperto la porta e ci ha ascoltato. È la prima volta che succede. Si parte dalla cultura e dalla formazione”, ha spiegato Massimo Bottura, chef e proprietario dell”Osteria Francescana’, a Modena, “per mettere assieme agricoltura, turismo e ristorazione. Punti fondamentali per ripartire”.
In Italia “ci sono ancora troppi pochi programmi sulla formazione scolastica, sia alle superiori che per quanto riguarda la laurea”, ha aggiunto da parte sua la chef rosa Cristina Bowerman, del ‘Glass Hostaria’ di Roma, “ma forse uno dei punti più importanti della riunione è stato capire l’importanza della sburocratizzazione delle pratiche amministrative che molte volte ostacolano il nostro lavoro e che favorirebbe l’apertura di altre attività”.
Nonostante le diversità e la competitività che li contraddistingue, gli chef oggi riuniti al Ministero dell’Agricoltura si sono dimostrati uniti nell’interesse collettivo. “Non ci sono mai state rivalità”, ha commentato Moreno Cedroni, chef stellato e patron de ‘La madonnina del pescatore’ a Senigallia, “e oggi lo abbiamo dimostrato: il cibo è parte della cultura italiana e lo dobbiamo far capire anche all’estero. Tutte le proposte portate al ministro, e che rivedremo a Expo, lo confermano”.
Tra cuochi “ci deve essere collaborazione: siamo tutti sulla stessa barca e se vogliamo farla navigare bene dobbiamo collaborare. Oggi è il momento ideale per puntare sul settore enogastronomico come rilancio per il futuro”, ha concluso Carlo Cracco, chef e giudice della fortunata trasmissione Masterchef.
di Dario de Marchi
2 Marzo 2015