Riconoscimento all’enologo Giacomo Tachis per il ruolo svolto per promuovere e far crescere la viticoltura italiana. “La Toscana è grata a Giacomo Tachis per il contributo fondamentale al ‘rinascimento’ del vino italiano, facendolo diventare il nostro primo ambasciatore nel mondo, per aver così contribuito a valorizzare, dal punto di vista economico e non solo, molti territori della nostra regione. Sono perciò onorato di assegnare, a nome della Regione Toscana, la Medaglia d’Oro con il Pegaso a Giacomo Tachis, come segno di riconoscenza, di amicizia e di stima profonda, mia e di tutti i cittadini di questa regione”. È stato Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura e foreste della Regione Toscana, a consegnare, a Firenze, la medaglia d’oro “Pegaso” nelle mani di Ilaria Tachis, la figlia di Giacomo, l’enologo che ha fatto la storia del vino toscano e italiano, impossibilitato a partecipare per motivi di salute.
Salvadori, che non ha nascosto l’emozione, ha voluto fare sua anche un’altra frase riferita a Tachis: “In quelle bottiglie di vino ha messo l’anima, da oggi quell’anima volerà sulle ali dorate del Pegaso”, il simbolo della Regione Toscana.
La figlia Ilaria ha raccontato di quel padre “visionario”, che venne in Toscana dal Piemonte all’inizio degli anni ’60, e seppe intuire le potenzialità che l’avrebbero fatta grande, e ha voluto che fossero i suoi figli, nipotini di Tachis, a raccogliere la medaglia, che poi consegneranno personalmente al nonno.
Poi è stata la volta del professor Zefiro Ciuffoletti e del marchese Piero Antinori raccontare la figura di Giacomo Tachis, l'”umanista” che sapeva citare Archestrato di Gela, poeta della Magna Grecia, come fondatore della gastronomia e Michele, il nonno del Savonarola, medico “salutista” del ‘400, e quel sodalizio vincente con la famiglia Antinori, cominciato nei primi anni ’60 e subito dimostratosi dei più fecondi.
“Credo che questo riconoscimento sia meritatissimo e lo dico a nome di tutti i colleghi Toscani e Italiano, perché tutti noi dobbiamo essere molto, ma molto grati a Tachis per la sua opera”, ha concluso il marchese Piero Antinori.
28 novembre 2014
di Enos Caneva