La Doc Friuli è finalmente realtà dopo anni di tentativi. “È una grande soddisfazione che voglio condividere con la parte tecnica della Regione, che ha svolto un grande lavoro, e con l’intera filiera vitivinicola, anche con chi aveva dubbi e perplessità, perché per una volta si è riusciti a fare sintesi, a mediare le proprie posizioni per puntare ad un obiettivo più alto e condiviso che si attendeva da 40 anni”, ha dichiarato Cristiano Shaurli, assessore alle Risorse Agricole della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
“Sono convinto che questa coesione sia la miglior garanzia anche per utilizzare al meglio questa nuova opportunità che non azzera peculiarità ed identità che, per scelta aziendale e territoriale, possono essere mantenute, ma da’ ai nostri produttori il modo di identificare pienamente il loro vino con il nostro territorio, esigenza fondamentale ancor più in un mercato sempre più internazionale”, ha aggiunto l’esponente del Governo regionale.
Di Doc Friuli si cominciò a parlare già negli anni ’70. Seguirono numerosi vari tentativi fra produttori, tutti falliti, per costituire una Doc regionale unica, in tempi in cui le procedure europee erano meno rigorose di oggi. Nel 2013 è ripartito finalmente un nuovo tentativo concreto con la raccolta di firme tra i produttori. A maggio 2015 si è avviato l’iter burocratico con la presentazione, a firma del Consorzio delle Doc FVG, della domanda. Forte finalmente di 1.703 firme di viticoltori e vinificatori a sostegno, l’Amministrazione regionale ha potuto dare corso alla richiesta con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione della partenza dell’iter relativo alle procedure di protezione ai sensi della normativa europea, che si è concluso, dopo faticosi passaggi con la Conferenza dei Servizi che ha accolto la proposta e a luglio è stato assunto il provvedimento ministeriale di conclusione della procedura nazionale e dell’invio alla Commissione Ue della documentazione per la Doc Friuli.
“Ora la Regione sta lavorando per ottenere dal ministero delle Politiche agricole l’autorizzazione alla etichettatura provvisoria, per consentire l’utilizzo della Doc Friuli o Doc Friuli Venezia Giulia sin dalla vendemmia 2016. La richiesta formale è già partita e siamo convinti che, lavorando con l’impegno di questi mesi, i tempi saranno sufficienti per garantire anche quest’ultimo importante risultato al nostro comparto vitivinicolo”, ha concluso l’assessore Shaurli.
Positivi i riscontri delle associazioni di categoria. Dario Ermacora, presidente di Coldiretti, ricordando l’impegno sin dalla prima ora nella raccolta delle firme, oltre che nell’informazione e nell’ascolto dei proprio associati, ha sottolineato che “la Doc Friuli è lo strumento che finalmente valorizzerà, senza nulla togliere alle altre Doc che continueranno a svolgere la loro funzione, le produzioni di tutto il Friuli Venezia Giulia assicurando anche una quantità di prodotto che finora è mancata”. Riconoscendo alla Regione di aver svolto un ruolo fondamentale, Ermacora ha osservato che “oggi la Doc Friuli è finalmente una realtà e ci auguriamo possa essere utilizzata quanto prima”.
Per Paolo Fantin, della Confederazione italiana agricoltori, “con la Doc Friuli siamo riusciti a semplificare, e speriamo serva ad avere identità territoriale nel commercio del vino“, mentre per Roberto Felluga di Confagricoltura “la Doc Friuli è una grande occasione per rilanciare l’identità della nostra regione”.
di Eleonora Albertoni
21 Luglio 2016