Le previsioni della vendemmia in corso nelle vigne del nostro portano buone notizie anticipando che l’Italia si conferma leader mondiale nella produzione. “Il 2016 potrebbe convalidare i volumi del 2015. La raccolta è stata sicuramente ottima e tutto fa ben sperare, anche se i risultati si tirano quando tutte le uve sono in cantina. L’Italia dovrebbe confermare il proprio primato a livello internazionale, poiché la Francia ha un calo della produzione del 10%, la Spagna riprova i dati dello scorso anno e il Portogallo registra una diminuzione del 20%”, ha detto Antonio Rallo, presidente dell’Unione Italiana Vini, parlando dei risultati della ricognizione operata tra agosto e la prima decade di settembre, nel corso di un convegno per la presentazione dei risultati della vendemmia, svoltosi al Ministero dell’Agricoltura, alla presenza di Raffaele Borriello, direttore generale ISMEA.
Secondo Rallo, inoltre, “recuperano i volumi, aumentano i vini a DO e, questi, sono indubbiamente elementi positivi accanto però ad una crescita ancora inferiore rispetto ad altri competitor internazionali e realizzata in prevalenza grazie agli spumanti. Un successo, quello delle bollicine, che deve continuare ma non può, da solo, supportare la crescita delle nostre esportazioni. Poi dobbiamo guardare con nuova attenzione al mercato interno che, ricordiamolo, rappresenta ancora il primo mercato per il nostro vino assorbendo il 50% del prodotto. Le imprese devono tornare ad investire sul consumatore italiano”.
Per quanto concerne ai dati sull’export, “i primi 5 mesi del 2016 testimoniano che il trend di crescita è attorno al 5%”, ma secondo Rallo “dobbiamo fare di più per trasformare il confermato primato mondiale in un’eccellente performance commerciale, semplificando e razionalizzando l’offerta del prodotto secondo il modello seguito prima dal prosecco e oggi dalla DOC Pinot grigio delle Venezie, dove l’integrazione della filiera nono ha sacrificato le specificità territoriali”, ha concluso il presidente dell’Unione Italiana Vini.
“L’Italia si conferma primo produttore di vino al mondo per quantità”, ha commentato Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura secondo il quale si tratta di “un dato importante, soprattutto tenendo conto della grande qualità che sappiamo sviluppare in tutti i territori delle nostre regioni. Ora dobbiamo diventare leader anche per valore. Una sfida alla nostra portata, che vogliamo e dobbiamo vincere insieme ai produttori, continuando a investire su qualità e innovazione”. Ed ha poi aggiunto che “il Governo fa la sua parte. Nel nostro piano di ricerca per le biotecnologie sostenibili c’è un focus specifico dedicato alla vite, così come la viticoltura sarà protagonista nella crescita dell’agricoltura di precisione in Italia. Agiamo poi sulla semplificazione per le aziende e sul fronte della promozione e della tutela. Anche sul web”.
Il ministro ha inoltre detto che “proprio il 9 settembre il nostro Paese sarà protagonista sulla piattaforma di e-commerce Alibaba in occasione della giornata dedicata al vino. Un segnale importante che ci dimostra le potenzialità di questo settore e le occasioni da cogliere sui mercati internazionali. Abbiamo un sistema vitivinicolo da oltre 14 miliardi di euro, con un export che nel 2015 ha toccato il record dei 5,4 miliardi e che nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un trend in crescita”.
Insomma, ha concluso il ministro, “non solo numeri ma tradizione, legame con il territorio, eccellenza, una biodiversità che vanta oltre 500 vitigni coltivati. È questo che rende il sistema Italia unico al mondo. È su questo che dobbiamo costruire il successo dei prossimi anni”.
Gli ha fatto eco Raffaele Borriello, direttore generale ISMEA. “Anche quest’anno, il vino italiano conferma la propria leadership mondiale per quantità prodotta. I dati previsionali ISMEA-UIV indicano una produzione 2016 di 48,5 milioni di ettolitri, in contrazione del 2% rispetto al 2015. La qualità attesa si presenta buona in molte aree del Paese, grazie al favorevole decorso climatico. Ci sono, quindi, tutti i presupposti affinché, anche la nuova campagna prosegua gli ottimi risultati già raggiunti dal settore negli ultimi anni”, ha detto. Oltre al dato produttivo, ha aggiunto Borriello, “ciò che appare determinante per le sorti del settore è il percorso di crescita sui mercati internazionali. Su questo fronte, dopo l’ennesimo record in valore del 2015, esistono margini per guardare con ottimismo anche all’anno in corso visto che i dati dei primi cinque mesi indicano una crescita dell’export sia in volume sia in valore, che lascia presagire il raggiungimento di un ulteriore record in chiusura d’anno dopo quello del 2015″.
Intanto una analisi di Coldiretti conferma i dati sull’andamento in contrazione della vendemmia in Francia, con un calo di circa il 10% della produzione di vino rispetto allo scorso anno con una produzione che si dovrebbe attestare a 42,9 milioni di ettolitri, di molto inferiore ai 48,5 milioni di ettolitri stimati per l’Italia dall’ISMEA. Anzi, la Francia potrebbe addirittura perdere addirittura il posto d’onore a vantaggio della Spagna dove le prime stime parlano di valori attorno ai 45 milioni di ettolitri. La débacle produttiva francese, secondo l’analisi di Coldiretti, è dovuta a gelate primaverili che hanno colpito alcune zone viticole (come Champagne, Borgogna e la Valle della Loira), episodi ricorrenti di vento, cui si sono aggiunti il peggioramento della siccità verso il Mediterraneo e la grandine in alcune aree (Charente, Borgogna-Beaujolais, Linguadoca-Rossiglione) che hanno pesato sulla raccolta.
di Patrizia Marin
7 Settembre 2016