La IWB-Italian Wine Brand punta in alto ed ha obiettivi ambiziosi nel contesto vinicolo italiano, puntando sull’appetibilità del Made in Italy. Dopo il debutto in borsa a Piazza Affari con Italian Wine Brand, che ha unito due realtà, la Giordano Vini e la Provinco Italia, il vino italiano si guarda attorno per crescere ulteriormente con nuove aggregazioni e per attirare ancora di più i capitali stranieri. E i margini ci sono tutti. Lo ha spiegato all’Agenzia Adnkronos, Simone Strocchi, vice presidente di Italian Wine Brand.
“Sicuramente l’Italia annovera tra le eccellenze imprenditoriali il settore del beverage. Il vino italiano è percepito e consumato sui mercati internazionali con tassi crescenti di consumo ed è considerato un prodotto a premio. Il vino italiano è un prodotto che non è considerato entry level, ma è percepito dal consumatore internazionale come un prodotto di qualità. Quindi, sia dal punto di vista dell’apprezzamento del prodotto che come opportunità di investimento, rappresenta una realtà che è oggetto di grande attenzione”, ha infatti detto Strocchi.
In questo scenario Italian Wine Brand, il primo marchio del settore ad aver fatto ingresso agli scambi, “propone la capacità di vinificazione, di definizione di prodotti di eccellenza e la grande capacità di commercializzazione. Non ci interessa impegnarci nelle attività agricole che hanno dei livelli di redditività più contenuti rispetto alla catena di formazione di valore che si crea dal grappolo d’uva in poi, quindi dalla vinificazione alla costruzione del prodotto e alla sua commercializzazione”, ha aggiunto.
Insomma, Iwb cerca nuovi ‘spazi’ di grande respiro. Come ha confermato il suo vicepresidente, “il gruppo nasce con la volontà di proseguire la polarizzazione del settore vinicolo, di sviluppare la crescita dei canali che sono già attivi all’interno del consolidamento” e insieme vuole “crescere anche con ulteriori aggregazioni. Sono molti i dossier che stiamo vedendo nel settore, un settore importante, di grande qualità italiana, estremamente parcellizzato che ha necessità di consolidarsi per meglio rappresentarsi ai mercati internazionali interessati non solo alla qualità ma anche alla capacità di essere serviti puntualmente e con volumi consistenti”.
La società, ha ricordato ancora Strocchi, “è approdata in Borsa attraverso una pre booking company Ipo Challenger, vale a dire una struttura di pre-aggregazione di capitali di investitori professionali che, su iniziativa di promotori, realizza un investimento su una media impresa selezionata e negoziata dai promotori, poi rappresentata agli investitori in un contesto dove gli stessi possono decidere di aderire all’investimento o ritirare i propri soldi qualora non siano interessati a sostenerlo”.
Per Iwb, in particolare, si è trattato di una doppia sfida condotta attraverso Ipo Challenger “perché non si è limitata a rappresentare un’unica società, ma ha aggregato due importanti realtà vinicole, la Giordano Vini e la Provinco Italia, creando un gruppo vinicolo importante da 140 milioni di euro di fatturato e oltre 45 milioni di bottiglie”.
di Eleonora Albertoni
5 Agosto 2015