I vini toscani di evolvono per rispondere a nuove esigenze del mercato. L’azienda agricola Toscana Resort Castelfalfi arricchisce il suo ‘bouquet’ di proposte presentando i vini biologici prodotti all’insegna dell’ecosostenibilità e della bioagricoltura, nel solco della migliore tradizione vinicola italiana. All’interno dei confini della tenuta, attualmente vengono prodotte quattro etichette di vini rossi.
L’azienda ha spiegato che il Cerchiaia è un Chianti Docg, proveniente da uve Sangiovese e reso più morbido da una piccola percentuale di uve Merlot. Lo caratterizzano un colore vivo dai riflessi rubino e delle note di piccoli frutti rossi e viola, rendendolo ideale per accompagnare i piatti tipici della cucina mediterranea. Il San Piero deriva anch’esso da uve di Sangiovese e Merlot in differente percentuale che regalano al vino un colore intenso dai riflessi violetti. Le note fruttate che lo impreziosiscono lo rendono ideale per formaggi, affettati e carni bianche.
In particolare, l’Igt Poggionero nasce dai vigneti più vecchi di Cabernet Sauvignon che costeggiano il Borgo di Castelfalfi. Uve di Merlot e Alicante si fondono per donare a questo vino un colore rubino, un gusto intenso e un profumo di frutta rossa con note speziate. Per le sue caratteristiche è consigliato in abbinamento a piatti di cacciagione, arrosto o formaggi stagionati che permettono di esaltarne il sapore.
Infine, il fiore all’occhiello dell’azienda: il Poggio alla Fame. Ciò che principalmente caratterizza questo vino è il suo nome: un colle che in passato era sinonimo di povertà a causa del suo terreno sabbioso, oggi permette alla tenuta di ottenere un vino senza eguali. Questo Rosso Toscano Igt è interamente prodotto con uva Sangiovese, che lo caratterizza con aromi intensi e raffinati e un profumo di viola, chiodi di garofano e tabacco. Il suo gusto strutturato e dal sapore deciso si esalta quando accompagnato da arrosti e formaggi.
L’azienda agricola di Castelfalfi si estende su oltre 22 ettari di terreno suddiviso in 9 vigneti che sono stati impiantati a partire dal 2007. Il sistema d’allevamento applicato ai vari vitigni è quello del cordone speronato, che consente la maggiore meccanizzazione possibile, permettendo al contempo numerosi interventi manuali affidati alle mani esperte dei suoi viticoltori. Attualmente, tutte le produzioni agricole sono in fase di conversione al biologico, processo che terminerà la sua fase di transizione a partire dal 2017.
di Eleonora Albertoni
13 Novembre 2015