Supera i dieci miliardi di euro di fatturato l’impegno dei costruttori Made in Italy all’estero, con 187 nuovi contratti e cantieri in 85 Paesi. Sono alcuni dei numeri dell’attività delle imprese italiane delle costruzioni all’estero nel 2014 messi in luce dal Rapporto ANCE, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, presentato al Ministero degli Affari Esteri. Il settore registra una crescita che si consolida per il decimo anno consecutivo, con un incremento del 10,2% del fatturato prodotto oltre confine: valore, quest’ ultimo, che dal 2004 al 2014 ha fatto registrare un aumento di oltre il 237 %..
Per le imprese di costruzioni italiane all’ estero i mercati europei hanno rappresentato l’anno scorso il 40,7% di tutto il portafoglio lavori, mentre nel 2013 era il 10 %. Tra le principali nuove acquisizioni si segnalano la Francia (con commesse per 786 milioni di euro) e la Polonia (con 678 milioni).
Il settore ferroviario, con il 28,5% delle commesse, si conferma nel 2014 la tipologia di opera maggiormente realizzata nei mercati esteri dalle imprese italiane di costruzione. Seguono le opere stradali (22%) e le opere idrauliche (18%). Crescono anche gli interventi di edilizia residenziale e non che raggiungono quota 7% del totale del portafoglio lavori.
Le imprese italiane risultano, inoltre, sempre più attive nel settore delle concessioni: a fine 2014 sono 24 le concessioni all’estero con partecipazione di imprese italiane per un valore complessivo di 35,8 miliardi, di cui 5,2 di diretta competenza delle nostre aziende.
I risultati dell’indagine ANCE 2015 testimoniamo come le imprese italiane delle costruzioni stiano sempre più acquisendo grosse fette di mercato a livello internazionale. Un risultato raggiunto anche grazie all’intenso lavoro di “diplomazia economica”, che vede al centro l’azione della Farnesina assieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzi ICE, alla SACE e al sistema bancario, sempre al fianco delle imprese nelle missioni all’estero.
Intanto il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, in occasione della presentazione del Rapporto ANCE 2015, ha annunciato che la legge di stabilità (che il Governo si accinge a varare il 15 ottobre prossimo) segnerà ”una inversione di tendenza sul fronte degli aiuti pubblici allo sviluppo. L’obiettivo, infatti, è quello di passare dall’attuale 0,17% del Pil allo 0,30% nei prossimi 4 anni”.
Il ministro ha detto che ”dobbiamo risalire la china del nostro aiuto pubblico allo sviluppo che, non tanto in termini di qualità, ma come numeri è arrivata a livelli ingiustificabili. Confermo che con la legge di stabilità ci sarà un’ inversione di tendenza. Con il ministro Padoan abbiamo concordato l’obiettivo di arrivare, in 4 anni, allo 0,30% del Pil, partendo dall’ attuale 0,17%”.
”In questo modo”, ha aggiunto Gentiloni, “puntiamo a superare alcuni Paesi per non essere più gli ultimi del G7 in tema di cooperazione e aiuto pubblico allo sviluppo. Il governo deve impegnarsi a mettere in campo più risorse e nell’arco di 4 anni il totale di fatto raddoppierà”. All’incontro con i molti rappresentanti dell’imprenditoria italiana nel mondo e diversi esponenti della nostra diplomazia economica, erano presenti l’ambasciatore Michele Valensise, segretario generale della Farnesina; il presidente dell’ANCE, Claudio De Albertis, accompagnato dal vicepresidente Giandomenico Ghella.
di Eleonora Albertoni
5 Ottobre 2015