Più di 6 imprese su 10 hanno scelto il personale da assumere nel 2013 partendo da una conoscenza diretta del candidato, magari già sperimentato nel corso di uno stage o di un tirocinio, ovvero utilizzando canali del tutto informali, quali il passaparola di conoscenti, fornitori o altri imprenditori. Solo nel 1,8% dei casi le imprese si sono rivolte ai Centri per l’impiego e nel 2,6% alle società di somministrazione. E’ quanto emerge dai dati del Sistema informativo Excelsior, di Unioncamere e Ministero del Lavoro.
Questi spunti sono stati presentati in occasione dell’audizione di Unioncamere nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulla gestione dei servizi per il mercato del lavoro e sul ruolo degli operatori pubblici e privati, promossa dalla XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
“L’utilizzo di canali informali per la selezione del personale da parte delle imprese contribuisce certamente a quella asimmetria informativa che penalizza il merito e le capacità, in particolare dei giovani lavoratori”, ha posto in evidenza Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, “in questo scenario e visto il perdurare del disallineamento tra profili in uscita dal sistema formativo ed esigenze delle imprese, le Camere di commercio, già fortemente impegnate sul fronte dell’orientamento, dell’alternanza scuola-lavoro e dell’auto-imprenditorialità, potrebbero svolgere un utile servizio presso le aziende delle filiere chiave sul territorio,aiutandole a individuare le figure di cui hanno bisogno. Inoltre, in maniera analoga a quanto accade nel sistema duale tedesco, la rete delle Camere di commercio potrebbe essere coinvolta nella gestione territoriale di un sistema di certificazione delle competenze (corrispondenti agli standard fissati a livello nazionale), in particolar modo degli studenti in uscita dai percorsi di alternanza scuola lavoro”.
3 ottobre 2014
da Comunicato stampa