La congiuntura economica, con la crisi non solo del sistema industriale e commerciale e con la contrazione dei consumi, ha indotto ad una serie di riflessioni. Anche l’agricoltura si sta interrogando sul suo futuro e su come far fronte al nuovo scenario e alle sfide, che non sono solo quelle della competitività, con un occhio di riguardo all’ambiente. Al Senato della Repubblica, organizzato dal Gruppo Pd, è stato affrontato il problema delle scelte future, “Politiche per una Agricoltura 2.0 – Tecnologie per una agricoltura più competitiva e naturale”.
Andrea Olivero, Viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha focalizzato l’attenzione “su tre punti fondamentali: aggiornamento della ricerca, formazione e innovazione applicata nel campo agro-alimentare. Per fare questo è necessario avere obiettivi chiari e nitidi”. Poi ha sottolineato che “ricerca e Innovazione sono il DNA dell’agricoltura”.
In particolare, ha proseguito Olivero, “la formazione è un impegno concreto del Mipaaf, da applicare anche al RUC (Registro Unico dei Controlli). Per sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche in questo campo è però necessario rendere consapevoli le aziende e gli organizzazioni e, soprattutto, sulla loro disponibilità ad aprirsi prima alla formazione e poi fare formazione”.
Il viceministro ha insistito molto sulla formazione rilevando che “essa funziona solo se affiancata al ricambio generazionale” ed ha enfatizzato “l’impegno del Mipaaf nel rendere concrete le agevolazioni che lo favoriscono, come ad esempio le iniziative per favorire le start-up degli under 40”. Non solo, il viceministro ha detto che “favorire l’agricoltura di precisione è un passo fondamentale anche per le piccole e medie imprese”.
Al sen. Roberto Ruta, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura a Palazzo Madama, che aveva lanciato la sfida di stilare “un crono-programma di 90 giorni per attuare i primi cambiamenti necessari alle imprese agro-alimentari per raggiungere uno sviluppo sostenibile e un’Agricoltura 2.0”, il viceministro Olivero ha risposto accogliendo la proposta e ha parlato di un “vento di cambiamento supportato dall’attuale Governo che coinvolge anche il comparto agricolo, sebbene spesso non accompagnato da un partner efficace”.
Olivero ha auspicato “che il percorso delle decisioni politiche per l’agricoltura vada di pari passo con le necessità del Paese, soprattutto in campo di occupazione e crisi economica”.
Per questo l’esponente di Governo ha sostenuto la “necessità di una visione e di una strategia comune, affinché avvenga un cambiamento percepibile. Agire insieme è fondamentale e può essere complicato perché il settore agricolo presenta differenze interne consistenti, con sistemi che variano anche tra territori limitrofi”.
Infine il viceministro ha riconosciuto che “coloro che hanno avuto il coraggio di agire e di innovarsi hanno ottenuto risultati soddisfacenti, come è avvenuto, per esempio, nell’Emilia Romagna”.
La sen. Ileana Pignedoli, vicepresidente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, ha detto che “oggi abbiamo l’esigenza di accrescere la capacità imprenditoriale delle nostre imprese di tutta la filiera agricola per metterle nelle condizioni di vincere la sfida dei mercati internazionali. Le nuove tecnologie, anche nel campo dell’agroalimentare, sono uno strumento importante per realizzare questo obiettivo e dunque rendere il nostro sistema di produzione più competitivo e naturale”.
“La premessa indispensabile per adeguare il nostro sistema agroalimentare alle nuove tecnologie”, ha continuato, “è quella di accelerare l’infrastrutturazione digitale secondo gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. In termini di copertura, infatti, l’Italia è l’ultimo Paese in classifica. Già con la revisione di medio termine della Pac (Politica agricola comunitario), entro il 2016 si deve prevedere un forte incremento della banda larga nelle aree rurali, l’attivazione e il completamento del Registro Unico dei controlli su tutto il territorio nazionale, la realizzazione di una piattaforma informatica unica con l’attivazione della carta dell’Agricoltore e Anagrafe delle imprese e l’inserimento negli istituti superiori di Agraria delle discipline sulla gestione aziendale attraverso sistemi informatici e tecnologie di precisione in una prospettiva internazionale”.
Infine, la sen. Pignedoli ha sostenuto che “si è aperta una pagina nuova per l’agricoltura italiana. Non è più un optional attrezzarsi con nuove tecnologie per affrontare il mercato internazionale, è diventato indispensabile. Serve una politica che consideri un obiettivo primario la creazione di sistemi imprenditoriali per superare la frammentazione delle nostre imprese, che è uno degli aspetti che più di tanti altri blocca la competitività. Il reddito agricolo non bisogna solo tutelarlo ma anche promuoverlo attivamente”.
23 settembre 2014
di Patrizia Marin