Un’Italia inedita, sicuramente d’eccellenza e protagonista nella complessa missione spazio. “Airpress”, rivista specializzata dedicata al comparto aerospaziale, ha festeggiato i suoi 50 anni dalla fondazione nel corso di un evento al Tempio di Adriano, interamente dedicato al ruolo del nostro Paese nella missione aerospaziale. Con la sua tradizionale professionalità Paolo Messa, think maker, editore di “Airpress”, oltre che fondatore del think tank Formiche e della omonima rivista, nonché consigliere d’amministrazione della RAI, si è circondato di un parterre qualificato per fotografare lo scenario in cui il nostro Paese si colloca con prestigio nel contesto internazionale.
A testimoniare questa rilevante valenza italiana c’erano il ministro della Difesa, Roberta Pinotti; ben due astronauti tricolori in forza all’ESA-European Space Agency: il capitano dell’Aeronautica Militare Samantha Cristoforetti, nota come “Astro-Samantha”, reduce da una missione nello spazio durata ben 200 giorni, e il generale di brigata dell’Aeronautica Militare Roberto Vittori. E con loro anche il gen. Pasquale Preziosa, Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare; Roberto Battistoni, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana; Frank De Winne, capo astronauti dell’Agenzia Spaziale europea, nonchè alcuni rappresentanti di Finmeccanica, Selex e Telespazio.
Il ministro Pinotti ha toccato temi di stringente attualità. Sul pericolo dell’Isis, il titolare della Difesa ha ammesso che “all’inizio è stato sottovalutato e che la strategia di contrasto sia andata a rilento. Ma ora non è così: c’è consapevolezza del pericolo da parte della comunità internazionale. Ora rispetto all’Isis vedo una nuova volontà di intervento”. E poi il bilancio del suo dicastero. La “Difesa non è un costo, ma una risorsa per il Paese e se tagliare i fondi per la Difesa è stato uno slogan a lungo usato negli anni, ora si comincia ad avere maggiore consapevolezza che essa non è un costo che puoi tagliare senza togliere servizi e capacità al sistema italiano”. Infine, soffermandosi sulle attività aerospaziali, il ministro Pinotti ha ricordato che “dallo spazio, quindi dalle tecnologie e dalle attività spaziali promosse anche dall’Aeronautica Militare, possiamo vedere, ad esempio, la situazione in gioco in un teatro di guerra”. Ma la Difesa, ha sottolineato ancora il ministro, “produce anche cultura, tutela dei beni culturali, tutela dell’ambiente e del clima, osservazione della Terra. Eppure, sono ancora in pochi a capirlo e l’opinione pubblica, invece, ha bisogno di capire e conoscere questi servizi al cittadino e alla comunità italiana che arrivano dal mondo della Difesa e dell’aerospazio”.
Assieme all’analisi della missione aerospaziale dell’Italia, ad affascinare un pubblico qualificato e attento è stato anche il racconto del cap. Samantha Cristoforetti, ricco di aneddoti sulla vita di bordo della navicella ISS, dove è rimasta 200 giorni, resa complessa non solo dagli spazi angusti, ma pure dall’assenza di gravità, con le molteplici complicazioni collegate. Oltre a sviluppare diversi esperimenti e ricerche scientifiche a bordo, Astro-Samantha da buona italiana è stata la prima persona al mondo a portare nello spazio il vero genuino tradizionale caffè espresso all’italiana, grazie ad una apposita macchina del caffè realizzata dalla Lavazza con Argotec. E da apposite tazzine a gravità zero.
Attenzione e consenso li ha riscossi l’intervento tecnico del gen. Roberto Vittori, il primo italiano a volare nello spazio a bordo del vettore russo “Soyuz” ed ora addetto alle questioni spaziali all’ambasciata italiana a Washington DC. Vittori ha scherzosamente duettato con Frank De Winne, con il quale a suo tempo aveva condiviso l’esperienza formativa spaziale a “Star City”.
Grazie all’ASI Agenzia Spaziale Italiana e a diverse industrie nazionali ad elevato contenuto tecnologico e innovativo, insomma, l’Italia ben si colloca tra i protagonisti della missione spaziale europea.
L’interesse per questo qualificato e utile confronto a 360 gradi sull’aerospazio Made in Italy, non può, però, esimire dal tratteggiare il peso che “Airpress” ha assunto negli anni diventando un punto di riferimento per l’approfondimento sulle politiche del settore, sia in campo militare sia civile. La testata giornalistica “Airpress” è nata nel 1965 e nell’ottobre 2013 ha cambiato editore e periodicità. E, come ha scherzosamente ricordato Paolo Messa, “abbiamo fatto un viaggio nel tempo: un anno fa festeggiavamo il nostro primo anno in ‘Airpress’ e oggi stiamo celebrando i suoi 50 anni di vita”.
Nel suo editoriale il direttore Flavia Giacobbe ha ricordato che quando “Airpress” venne registrata nel 1965 “erano gli anni del boom economico, della diffusione dell’aviazione civile, dello sviluppo dell’industria aeronautica, ma erano anche gli anni in cui prendeva corpo il sogno della conquista dello spazio. Nel 1959 venne avviato il programma Luna e dopo dieci anni, il 10 luglio 1969, avvenne un fatto fra quelli più memorabili nella storia contemporanea: l’uomo sulla Luna. Era la conquista di una frontiera nuova, il raggiungimento di un traguardo, ma pure l’avvio di nuove ambizioni spaziali. Erano gli anni della Guerra fredda e anche su queste missioni la competizione fra il blocco occidentale e quello sovietico era notevole”.
“Si affermò così”, ha scritto ancora Flavia Giacobbe, “l’idea di quelle ‘guerre stellari’ che hanno dato vita a una vasta letteratura, e non solo fantascientifica. La saga di Star Wars vide il suo esordio nel 1977 e da allora la magia creata da George Lucas non ha mai smesso di intrigare generazioni intere. Quelle sceneggiature sono molto lontane dalla realtà, ma l’esplorazione spaziale rappresenta una dimensione sempre più presente nella nostra quotidianità. Le missioni dei nostri astronauti, come quelle ultime di Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, sono state seguite in diretta Twitter. La stessa Stazione Spaziale Internazionale è ormai praticamente nota a tutti in ogni dettaglio come fosse una seconda casa. Tutto questo non è solo folklore o frutto di una spettacolarizzazione dei media”.
Il direttore di “Airpress” ha inoltre sottolineato che “grandissima parte della migliore tecnologia oggi disponibile è resa possibile da scoperte scientifiche e innovazioni che sono letteralmente sopra la nostra testa. I satelliti oggi rivestono una importanza paragonabile a quella della stessa energia elettrica. Da lassù passano i dati che ci orientano nella nostra vita in un modo non molto dissimile a quello con cui le stelle hanno guidato per millenni gli uomini nei loro spostamenti sulla terra e in mare. Al di là, quindi, dello straordinario fascino evocativo che possono avere i programmi di esplorazione di pianeti vicini e lontani, quella che si combatte nei cieli, sopra l’area dedicata all’aviazione, è una guerra vera perché la posta in palio sta nella capacità di raccogliere, elaborare e inviare informazioni, dati. Il primato temporale era prima una corona su una testa, adesso è una massiccia ed efficace presenza nello spazio”.
Flavia Giacobbe ha inoltre annotato che “per raggiungere gli obiettivi di dominio occorre investire in ricerca e sviluppo, fra accademia e impresa. L’Italia, come spesso accade, ha punte di eccellenza, anche se talvolta difetta nella capacità di fare sistema-Paese. D’altronde il livello della sfida è tale da richiedere solide alleanze internazionali. Dal punto di vista dell’industria italiana, si tratta di definire da un lato il livello degli investimenti pubblici e la governance migliore anche rispetto alle partnership internazionali. Dall’altro, una strategia a medio e lungo termine che possa valorizzare la nostra esperienza nel settore. Qui possiamo infatti crescere come Pil, ma anche come capacità di sovranità politica, pur in un contesto di alleanza europea. Nel momento in cui questa testata compie 50 anni, volendo immaginare dove potrà essere il nostro futuro nei prossimi decenni, non abbiamo dubbi: nello spazio”, ha concluso il suo editoriale il direttore di “Airpress”, periodico giunto gloriosamente e fruttuosamente giunto alla boa dei suoi primi 50 anni di attività editoriale.
di Dario de Marchi
11 Dicembre 2015