Il prossimo 25 novembre, ad Antwerp in Belgio (presso la Lotto Arena), Mauro “The Hammer” Cerilli (classe ’83) affronterà il nord-irlandese Karl Moore (classe ’91) per il titolo dei “massimi” MMA (120 kg) all’interno del circuito Cage Warriors (terza promotion al mondo per valore tecnico). Si tratta di due atleti di spessore, con un ottimo record : Moore (8 vittorie-1 sconfitta) Cerilli (10 vittorie-2 vittorie). Secondo gli addetti ai lavori tra i migliori pesi massimi in Europa.
Ne abbiamo parlato con Cerilli, talentuoso fighter di MMA, presente nei primi due Magnum FC (promotion ideata e gestita dall’imprenditrice veneta Patrizia Marin). Cerilli ha portato a casa, in queste due occasioni, delle importanti vittorie (l’ultima nel Magnum FC 2 contro il polacco Lukasz Parobiec).
Lo abbiamo intervistato ieri pomeriggio, a Roma, al termine di una sessione di allenamento presso la palestra “Invictus“, tra le più famose nel circuito capitolino degli sport da combattimenti.
Proprio attraverso la visibilità raggiunta in questi due eventi targati Magnum FC, Cerilli è stato chiamato a combattere in Belgio per il Cage Warriors (organizzazione britannica specializzata in eventi dedicati alle arti marziali). Magnum FC si conferma, pertanto, come “vetrina” di assoluto valore, oltre che trampolino di lancio per i migliori combattenti del circuito italiano MMA.
D: Come presenteresti il tuo avversario?
R: Moore è sicuramente uno striker molto “chirurgico”. Combatte quasi sempre in piedi, ma è migliorato molto anche nella lotta. Proviene dal K1 e dalla Muay Thai. A differenza del campione di Belfast, ho un profilo di lottatore con istinto da brawler (“rissoso”, nda), come si dice in gergo.
D: Che sfida potranno vedere i fan italiani della MMA?
R: Vincerà chi riuscirà a crescere agonisticamente, ripresa da ripresa (saranno cinque da cinque minuti ciascuna). Certamente Moore è un atleta temibile, anche perchè ha vinto due titoli mondiali in due categorie diverse. L’unico precedente porta il nome di un certo Conor McGregor, prima che esplodesse nell’UFC. Combatto nel circuito Cage Warriors ed è la prima volta che gli organizzatori decidono di mettere in palio il titolo dei “massimi”. Chi vorrà seguirmi potrà farlo su UFC/fightpass (direttamente sul canale UFC) o su Sportube.tv per il mercato italiano.
D: Come si è avvicinato a questo sport?
R: Ho iniziato quasi per gioco. Da giovane sono stato cintura nera di judo. Insegnavo a molti ragazzi e portai, nel 2012, alcuni di loro a combattere a Milano in un evento dedicato alle arti marziali. Mi è salita immediatamente l’adrenalina, perché, già allora, si iniziava a respirare in Italia il profumo degli sport da combattimento. Mi sono iscritto così nel circuito di MMA. Se torno al passato ricordo solo di aver preso centinaia di colpi in allenamento. Ho vinto perchè ho trovato la mia “strada”, oltre che una grande forza interiore. Il primo incontro (semi-professionistico) l’ho conquistato con un francese, di cui non ricordo neppure il nome. Dopo un anno ho esordito nei professionisti. Sono stato sempre in questa categoria (quella dei massimi, nda). Solo una volta ho provato a scendere di categoria, per incontrare proprio Karl Moore. Un suo infortunio mi ha fatto saltare il combattimento. Ho rimandato questo appuntamento di due anni. Oggi c’è in palio una cintura di assoluto livello e farò di tutto per conquistarla.
D: L’MMA è considerato erroneamente uno sport estremo: quale messaggio positivo può lanciare all’universo dei giovani?
R: Non è assolutamente uno sport violento. Chi lo pensa o lo dice sbaglia totalmente. Si può entrare nella gabbia solo se si è perfettamente allenati, e solo se si rispetta il proprio avversario. Già questi due aspetti fanno sciogliere come neve al sole la leggenda metropolitana della MMA come disciplina violenta. Passando al tema dei giovani ritengo che sia importante, nel futuro, far conoscere questo sport a tanti giovani (a partire dalle scuole come avviene in alcune nazioni dell’Europa dell’Est, nda), perchè diventino consapevoli della propria forza e la sappiano gestire, partendo da un fattore fondamentale: la “difesa” è un aspetto fondamentale della vita di ciascuno di noi. La MMA, più in generale, è la “regina” degli sport da difesa personale.
D: Sei attualmente il più forte “massimo” (120 kg) italiano. Ti stai affacciando nel panorama delle promotion estere grazie a Magnum FC. Come hai conosciuto questa promotion e cosa ti ha dato in termini di visibilità?
R: Sono stato contattato (da loro) per primo in Italia e questo per me è stato motivo di orgoglio (sportivo). Ho firmato subito per il Magnum FC 1 e ho combattuto nel marzo scorso. Da quello che ho potuto toccare con mano, anche in occasione del secondo evento Magnum FC (svoltosi quest’estate al Church Palace di Roma), mi sono trovato di fronte ad una promotion finalmente di alto livello (con molti fan a livello europeo). E’ un ottimo trampolino di lancio per molti atleti. Se è arrivata questa chiamata per il titolo mondiale Cage Warriors vuol dire che Magnum FC è molto seguito a livello internazionale. In questo momento, in Italia, secondo me, è la migliore promotion dedicata agli sport da combattimento e può crescere ancora tanto.
D: Cosa pensa dell’organizzazione e dei suoi componenti?
R: Come ho già spiegato ho trovato nello staff di Magnum FC dei validi organizzatori e dei bravi esperti anche di marketing e comunicazione. Hanno spinto questi primi due eventi sulla stampa e soprattutto sui social, dove molti fan di MMA cercano notizie e seguono i principali eventi in calendario. Quello che si intuisce immediatamente è che ci si trova di fronte ad una promotion con grandi prospettive di crescita futura.
D: Come stai preparando questo match e chi ti sta supportando sotto il profilo tecnico?
R: Sto preparando la sfida a Moore a ben 100 km da casa, ma non all’estero. Il livello di preparazione che sto portando avanti è molto alto. Pur non partecipando a camp o stage in America, come fanno alcuni fighter del circuito europeo, sto preparando l’incontro nel modo migliore. Nello specifico mi alleno con Gabriele Casella (del team Sap fighting style) e Mattia Faraoni per lo striking e la lotta in piedi; per la MMA ho scelto un atleta di alto livello come Fabio Russo (ex pugile e tra i migliori fighter MMA), Alessandro Frezza e Alessio Di Chirico (oltre agli amici del Gloria Fight Center – la palestra di Di Chirico, dove l’head coach è Lorenzo Borgomeo affiancato da Riccardo Carfagna). E mi alleno, come oggi all’Invictus di Riccardo Lecca, ma frequento anche l’Heaven Fighting arena nella zona di Torraccia (Roma) con il maestro di Ju-Jitsu, Dario Bacci. Nel complesso, mi alleno tre ore al giorno (mattina e sera) variando il tipo di lavoro, dallo striking, passando per la lotta e la MMA. Mi avvalgo della supervisione di Michele Virginelli (per la prima volta al mio angolo – brand ambassador di Magnum FC ed atleta di alto livello nella MMA). E’ il mio fiore all’occhiello, perchè potrò contare sui suoi consigli.
D: Quali solo le tue aspettative sul match di Antwerp e soprattutto l’obiettivo futuro di crescita?
R: L’evento belga è il più impegnativo della mia carriera. Spero di fare il meglio, ma il coronamento del mio sogno (sportivo, nda) è arrivare, un giorno, in UFC, magari facendo uno/due match. In caso di vittoria in Belgio ho tre difese già fissate, ma l’UFC da sempre “pesca” in questa promotion nuove promesse. Moore lo sto seguendo e studiando su Youtube, come sicuramente lui sta studiando il sottoscritto. Lui teme sicuramente il mio modo di lottare, il fatto che lo possa portare a terra nel corso del match. Moorre, invece, è molto temibile nei colpi. E’ veramente chirurgico; dovrò fare molta attenzione al suo stile.
D: Cosa manca in Italia, perchè possa nascere un Conor McGregor?
R: Mancano più italiani in UFC. Quando ce ne saranno di più, sono certo che l’UFC approderà in Italia. Manca anche una mentalità di gruppo, tra gli atleti, come, invece, avviene all’estero. Servono talenti nuovi che possano emergere velocemente. Ciò ci darebbe visibilità e la giusta dose di competitività a livello europeo. E’ chiaro che quando si parla di un atleta del livello di McGregor, siamo di fronte ad un talento assoluto, per certi versi ineguagliabile. Certamente promotion del livello di Magnum FC possono aiutare gli atleti italiani ad emergere e a mettersi in luce in modo professionale, alla stregua di ciò che avviene negli Stati Uniti.
Al termine dell’intervista ci ha raggiunto anche Fabio Russo, “veterano” degli sport da contatto e tra i principali “atleti” del Magnum FC 2. A Russo abbiamo chiesto un commento sugli allenamenti di Cerilli.
“…Lo vedo umile e alla ricerca di colpi veramente difficili sotto il profilo tecnico. Mauro è un “diesel” e sono certo che uscirà alla lunga nel corso del match. Nella lotta è molto pesante e duro, così come anche nello striking. Lavora tanto ed è anche molto ambizioso. Questo è un fattore vincente per un atleta di MMA, perchè è importante sempre prefiggersi una meta, una sfida raggiungibile” – ha concluso Russo.
di Marcel Vulpis
13 ottobre 2017